«Gek, abbiamo iniziato un gioco» mi dice Brenda così, quasi dal nulla.
«Chi?».
«Io e delle mie compagne».
«C'entra qualcosa camminare sui cornicioni, farsi selfie da palazzi in costruzione o cose del genere?».
«No, un po' c'entri te».
«Io? Non farò entrare nessuna di nascosto in nessun locale».
«No, è 'Cosa ti tatueresti'».
«Ah, state continuando il discorso dell'altro giorno? Meglio che 'Come si vestirà oggi Robert Patatrac', non trovi?».
Sorride, accondiscendente. «Si» poi dopo una pausa «Non sono brava come te a disegnare».
«Ah, quindi lo dovete proprio disegnare! Beh, non è nemmeno un gioco tanto stupido, ci vuole ragionamento e tecnica».
«Mi aiuti?».
La scuola è iniziata da circa un mese. Il mio aiuto nei compiti e nello studio è pressochè zero. Non ho idea di cosa stia facendo e quando torno a volte la sento ripetere le cose che deve studiare, più raramente è sui quaderni a scrivere. Finora non ha portato a casa insufficienze, un sei risicato è stato il voto minimo, non è una studentessa modello ma nemmeno l'ultima arrivata appena scesa dal gommone.
Questa è la prima occasione in cui posso dare un contributo a qualcosa che proviene dalla scuola, anche se sono solo cazzatine da ricreazione annoiata. Finisco la lavastoviglie e prendo foglio, matita e penna a punta fine.
«Ok principessa, il tuo primo tatuaggio, tu sai già più o meno cosa vorresti?».
«Il tuo riccio mi piace. Veramente. Ha le spine ed è diffidente».
«Ma te lo sei già bruciato sulla torta di compleanno».
«E poi è bellissimo ma è un po'... da fumetto».
«Non è grave, la nostra testa è popolata di personaggi che vengono dalla fantasia di cartoni e fumetti» ma capisco la sua obiezione: per lei il tatuaggio è qualcosa da adulti, e non può rappresentare qualcosa dell'universo dell'infanzia. Cambierà crescendo, io ho Lamù sull'avambraccio destro, ad esempio.
«Il classico alternativo degli aculei sono le spine delle rose, i fili spinati, i tribali appuntiti, i rovi intricati» dico pensando alle alternative, e lei si accende sulla parola 'intricati'.
«L'intrico sarebbe bello».
«Ma perchè ti senti intricata dentro?».
Ci pensa parecchio per i miei canoni, poi dice semplicemente «Si».
«E dove dovremmo applicarlo questo disegno?».
Altri attimi di silenzio, poi lei dice «È un po' zarro ma sarebbe bello qui» e si indica il triangolo che formano le clavicole e il punto dove dipartono i seni.
«Non così grande» arrossisce leggermente.
«Ok, ma c'è un problema».
«Quale?».
«Mentre disegno mi devi parlare di te perchè altrimenti il disegno non si impregna di te» dico, cercando di sfruttare questo momento per cavarle fuori qualcosa della sua vita, e inizio prendendo grossomodo la misura della zona interessata e costruendo i fili dell'intrico.
«Cosa devo dire?».
«Parti dall'inizio, come mai questo intrico ha iniziato a intricarsi».
«Non lo so esattamente».
STAI LEGGENDO
Brenda e Gek
General FictionL'eroina allunga i suoi tentacoli di morte nello spazio, ma anche nel tempo. Diventa tutto, ma ti dà sempre meno. L'eroina uccide anche dopo, fa scomparire gente anche dopo anni. Toglie, toglie solo. E poi un giorno, inaspettatamente, ti fa un regal...