Scendono dal pullman dopo otto ore di viaggio, sono quasi le undici di sera. Diversi si stropicciano gli occhi, sbadigliano, hanno gli abbigliamenti più vari, c'è chi scende in piumino e chi in maglietta, e chi con la maglietta fuori posto.
Brenda è sempre uguale, ha la zip della felpa tirata giù per metà, le cuffie nelle orecchie e lo sguardo di chi non è dispiaciuta di essere tornata a casa. Mi inquadra ancora prima di recuperare lo zaino e mi fa le corna, dietro di lei la Tina mi manda un bacio.
«Tutto a posto il viaggio?».
«Due ore di Justin Bieber con la Maty, mi è cascato quello che non ho».
Sento un borbottio che parte da lontano e sale fino a diventare una voce grossa, maschile, arrabbiata, che si pone appena davanti alle porte automatiche dell'autobus. Brenda dice «No, mamma mia, non doveva esserci»..
«Ma chi?» le dico, mentre osservo quel tizio iniziare a spintonare un ragazzo di chiara origine maghrebina. La prima cosa che mi viene in mente è che ci saranno sotto questioni da pusher, per un attimo spero che si picchino fino a mandarsi a vicenda all'ospedale, poi penso che l'ospedale glielo pagherei io.
«Lui è il babbo di Ceci» dice, con un tono che non riesco a decifrare, la Ceci si aggrappa al braccio del tizio e cerca di dissuaderlo dal fare casino, mentre il ragazzo maghrebino, inizialmente preso alla sprovvista, va riprendendosi e tenta di replicare timidamente. Mi vengono in mente i termini della questione che Brenda mi aveva accennato due mesi fa: la relazione tra la Ceci e il ragazzo era sconosciuta al padre, che non ama i magrebini, e come dargli torto, in fondo in fondo.
«Gek dai, te fai il buttafuori, vai a dirgli qualcosa, fallo smettere».
«E perchè? Passo le sere a dividere gente, pure qui lo devo fare?».
«Ma Gek guarda, un uomo che se la prende con un ragazzo! E per cosa? Perchè è assieme a sua figlia!».
«Brenda, siamo onesti, l'hai detto tu che è un pusher, io farei come lui se ti mettessi con un pusher, anzi farei peggio».
«Ma non è un pusher! Si, fuma, ma non è pusher».
«Si adesso è diventato il miglior ragazzo del mondo».
«Ma non l'ho mai detto, ma non è uno stronzo e non è un pusher, fuma, giuro, mica altro!».
«E lo sai che manco fumare dovrebbe».
«Gek, giuro che se non vai tu, vado io!» si scalda.
«Brenda non dire cazzate, non devi intervenire perchè non sai cosa passa dalla loro testa, uno è alterato e l'altro è spaventato».
«Basta Gek, bla bla bla, se vuoi trovare tutte le scuse del mondo per non mettere becco, sono problemi tuoi».
E parte in quarta verso i due, ancora non è arrivata nei pressi dei due che inizia a dire «Ehi piantala lasciali stare!» così a caso, aumentando il caos nella situazione, a quel punto le corro dietro e riesco a spostarla quando l'uomo l'ha già inquadrata come una nemica.
Si scaglia a parole contro di lei «E questa è una di quelle che vi copre!» poi mi vede arrivare e esclama «Ah, giusto, quella tatuata! Belle 'ste ragazzine, sempre meglio! Ma col padre che ha, è il minimo. Salve anche a lei, ci siamo tutti, può partire il circo».
«Gek digli qualcosa!» mi strattona Brenda dopo averla spostata di peso, sta ringhiando. Ma in questi casi aggiungere benzina al fuoco non è la migliore soluzione.
«Capisco il momento delicato, ma come vede sono qui per parlare, mi spiace se si sente frustrato, se vuole ne parliamo».
«Non ho intenzione di parlare con te, sto parlando con questo di tutti i guai che mi procura, piuttosto tu tieni a posto la tua ragazzina che vedo che ha iniziato presto a prendere i vizi del padre».
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Brenda e Gek
General FictionL'eroina allunga i suoi tentacoli di morte nello spazio, ma anche nel tempo. Diventa tutto, ma ti dà sempre meno. L'eroina uccide anche dopo, fa scomparire gente anche dopo anni. Toglie, toglie solo. E poi un giorno, inaspettatamente, ti fa un regal...