Capitolo 24

899 49 30
                                    

Il tunnel è totalmente immerso dal buio, così ti affretti ad accendere la bacchetta, per evitare di inciampare a seguito della probabile presenza di corpi estranei lungo il cammino.
Tu:"Lumus"
Pronunci l'incantesimo sossurandolo, come se volessi che meno persone possibili sapessero della tua presenza in quel luogo. Percorri il cunicolo stretto e basso, aiutandoti facendo scorrere elle mani sulle pareti di pietra gelida, mentre i tuoi piedi risuonano ad ogni passo contro il duro terreno umidiccio di ottobre. Continui a camminare per una ventina di minuti abbondante fino a quando non scorgi una luce in lontananza. Una volta fattasi più vicina noti che la fonte luminosa è filtrata da una specie di botola scavata nel soffitto, raggiungibile mediante una traballante ed esile scaletta a pioli.
Fai il tuo ingresso in una casa dismessa. Le assi di legno del pavimento sono per metà alzate, marcire o a se solo semplicemente spezzate. Sono in forte contrasto con quelle che sbarrano le varie finestre, che essendo più decenti non sono state soggette all'uscita del tempo, ma solo ad una mal disposizione che qua e là lascia intravedere dai vari vetri, là dove ci sono ancora, spiragli di cielo non ancora notturno.
Le pareti, che un tempo dovevano essere ricoperte da carta da parati di dubbio gusto, sono quasi per intero scrostate e in alcuni punti segnati da grafi lasciati da artigli troppo grandi per essere quelli dei fatti che qua e là si possono vedere scorrazzare per il rudere, i quali di tanto in tanto ti fanno sobbalzare facendo scricchiolare il pavimento o struccandosi contro il mobilio legnoso orami vuoto di sostanza, ma pieni di termiti.
Vorresti deserti da qualche parte, ma le poche sedie che ci sono sono tutte sgangherate, le scali, invece, sono costellate di chiodi arrugginiti che come stalagmiti formano piccole colonne appuntite uscenti dagli scalini. Dalle poltrone, il piccola sofà, le cui sedute avrebbero dovuto essere rivestite da un tessuto damascato scarlatto, e il materasso al piano superiore germogliano mille a profusione per niente invitanti. In fine noti che tutta la casa è avvolta da una nuvola odorosa di muffa, della quale però avevi già fatto abitudine nel tunnel segreto.
Ti avvicini ad una delle finestre del piano superiore per controllare lo stato della luna e noti che il sole pian piano sta scomparendo dietro due colline al limitare della foresta proibita. Fai un respiro profondo, l'unica cosa che ti rimane è sperare nella benignità dei tuoi poteri. Ti volti per avviarti in direzione della scala, quando il tuo sguardo incrocia un piccolo quadro animato, appeso al muro mediante un chiodo completamente storto e instabile. La piccola cornice di legno scrostata di vernice vede ha il vetro frantumato e scheggiato in vari punti.Ti avvicini affascinata da quell'immagine, rappresenta una lince al limite della foresta che si avventura tra gli alberi con agili balzi. Tocchi la superficie della tela, ma erroneamente sfiori anche i vetri taglienti rotti provocandoti un lieve taglio sul polpastrello.
Riprendi la tua vi succhiando il sangue che esce dalla falange, ma prima di posare il piede sul primo scalino senti un forte bruciore in mezzo al petto, che pian piano divampa anche alle spalle. Afferri e stringi il corrimano, accasciandoti a terra stringendo la mano libera al petto, mentre il tuo respiro si fa sempre più affannato. La tua vista inizia ad appannarsi fino a diventare nulla, lotti con tutte le tue forze per contrattare i tuoi occhi stanti che ti intimano ad abbandonarti a quello che sembra un sonno inconscio, ma alla fine le palpebre pesanti hanno la meglio trascinandoti nel buio più totale.
Quando riapri gli occhi non sai più né anche quanto tempo è passato, ti guardi intorno e non ti trovi disseta sulle malmesse travi di legno della stamberga, ma sei sdraiata e coperta da del terriccio umido e truciolato, circondata da robusti alti alberai, le cui fronde non permettono alla luce del sole di filtrare, ma vista la situazione dovrebbe essere l'alba.
Fai per alzarti, noti di non indossare più i vestiti lasciando che il tuo corpo entri in diretto contatto con la pungente aria mattutina degli ottobre inglese , ma la cosa peggiore è che non hai il minimo ricordo della scorsa notte. Tasti la terra in trono a te alla ricerca della tua bacchetta, della quale, però, non trovi traccia.
Ti rialzi in piedi a fatica, sei troppo debole e la testa ti pulsa per trasformarti e raggiungere la stamberga sotto forma di animale.
Così a piccoli passi raggiungi il limitare del bosco e in lontananza vedi la catapecchia scricchiolante. Una volta entrata sali se scale, prestando attenzione a non pungerti i piedi con i chiodi arrugginiti, alle spie e alle schegge di legno. Arrivata in cima trovi che i tuoi vestiti sono completamente sgualciti e a brandelli, le uniche cose ancora intatte sono la bacchetta e la mappa avvolti nel tessuto del cadavere dei jeans.
Essendo passato un po' di tempo, le forze si sono sono ribatte vivide in te così recidi di trasformarti per tornare al castello in sicurezza.
Ti concentri e fai un salto in avanti giù per gli scalini e atterrando su due esili è corte zampe, con le quali ti avvicinala botola aperta scavata nel pavimento, non prima di avere la possibilità di specchiarti in una pozzanghera accanto al caminetto distrutto.
Almeno per una volta il tuo potere ha avuto il buon senso di farti trasformare in un ratto bianco come la neve dagli occhietti rossi, rendendoti così abbastanza conforme alla massa di topi che popolano quel luogo.

Spazio autrice
Cosa ne pensate? Questo capitolo ci ho messo tantissimo a scriverlo, e ci ho messo tutta me stessa per rendere la descrizione il più efficace possibile... cosa ve ne pare, ci sono riuscita?

Immagina su James PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora