Arrivò l'ambulanza, presero i miei parametri, mi medicarono e decisero di portarmi via, essendo incosciente. Mi misero sulla barella, andammo sull'ambulanza e nel frattempo mi svegliai.
Sentivo un dolore alla testa fortissimo, mi toccai la testa e mi sporcai la mano di sangue.
Subito dopo, iniziai a sentire male alla pancia che mi fece piegare in due e quando uno dei paramedici vide che stavo perdendo sangue, disse all'autista di accende le serene e di correre, più in fretta che poteva.Nel frattempo a scuola, la professoressa odiosa, chiamò Nathan per avvertirlo e lui, per uscire, chiamò la madre e dopo nemmeno una mezzoretta arrivò a prenderlo.
Insieme avvertirono i miei genitori e loro si precipitarono in ospedale.
Appena arrivai in ospedale, persi di nuovo coscienza e loro mi fecero passare in codice rosso.
Mi fecero una tac e un'ecografa, ebbi una commozione celebrale.
Mi svegliai dopo due giorni, mi trovai in una stanza con attaccato un il respiratore e la flebo, dove c'era un'infermiera che me lo stava aggiustando.
Appena mi vide sveglia, mi disse di aspettarla lì e di non muovermi.
Andò a chiamare il dottore, io mi ricordai degli ultimi momenti da sveglia e il mio primo pensiero fu il bambino.
Mi accarezzai la pancia, sembrava ancora lì ma non riuscivo a sentire nulla: nessun movimento.Mi preoccupai e mi misi a piangere. Ad un tratto si aprì la porta ed entrarono mia madre insieme a Nathan.
<<Come ti senti amore?>>
Disse mia madre allarmata ma allo stesso tempo serena nel vedermi sveglia.
La guardai con occhi pieni di lacrime e dissi:
<<Non lo so mamma.. Mi fa male la testa e ho paura, ti hanno detto qualcosa? E' ancora vivo?>>
Nathan rispose al posto suo:
<<Per fortuna è vivo.. Tra poco arriverà il ginecologo a darci delle risposte..>>
Aspettammo il suo arrivo, mi fece un ecografia per controllare di nuovo il bambino e disse:
<<Dobbiamo ricoverarla per almeno settimana..>>
Io non lo feci finire di parlare e in ansia, gli risposi:
<<Perché? Cos'ha il bambino?>>Lui vedendomi triste e con occhi gonfi, mi mise una mano sulla spalla e disse:
<<E' risultato un piccolo distaccamento della placenta.. La ricoveriamo per precauzione e per somministrarla una cura.. Che poi dovrà continuare a casa, quindi dovrà stare poi per altre settimane a casa finché la placenta si risistemi.. Non può muoversi, deve restare a riposare perché se riaccadrà sarà peggio.. Potrà perdere il bambino..>>Incominciai a singhiozzare, Nathan mi venne ad abbracciare ma fece solo scena davanti il dottore e rispose:
<<Non si preoccupi.. Non la farò uscire di casa e verrà da me.>>
Appena se ne andò il dottore, lui si allontanò da me, andò vicino alla finestra, guardò fuori e poi si girò verso di me con faccia arrabbiata e iniziò a gridare con le lacrime agli occhi:
<<Te lo avevo detto di non venire a scuola! Cosa ti è saltato alla mente?>>
Non gli risposi, guardavo la pancia e mi sentii in colpa. Avevo messo in pericolo la vita di mio figlio per una cosa di poco conto.
Lui non vedendomi risponde, gridò:
<<Avanti, rispondi!>>
Mi venne a muso a muso, mia madre lo allontanò da me e disse:
<<Calmati Nathan!>>
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L'INIZIO DI UNA FAVOLA.
RomanceQuesto libro parla della vita di un ragazza di nome Yasmine. La quale incontrerà un sacco di difficoltà che dovrà superare, delle volte da sola mentre alcune verrà aiutata dalle persone più importanti della sua vita. Oltre a raccontare in prima per...