Sentii delle urla al piano di sotto e corsi giù.
Trovai Emily litigare con Nathan.
Lui in tutti i modi cercava di entrare ma Emily non voleva.Nathan: <<Per favore Emily.. Fammi entrare, devo parlare con Yasmine>>
Emily arrabbiata gli rispose:
<<No, non puoi entrare! Non la farete soffrire ancora, tu e la tua famiglia!>>
Nathan era arrabbiato, aveva una faccia cuba e appena mi vide mi guardò male.
Andai da loro e dissi ad Emily di farlo entrare.
Io: <<Emily, fallo entrare... stai tranquilla.>>
Emily: <<Va bene...>>
Dissi a Nathan di seguirmi e andammo in camera mia.
Appena chiusa la porta Nathan iniziò a parlare ma non aveva una voce calma..<<Yasmine! Non ti permettere più a trattare mia madre in quel modo!>>
Io incredula gli chiesi:
<<Ma di cosa stai parlando?>>Nathan: <<So che vi siete incontrate sta mattina! So come l'hai trattata! Non farlo mai più!>>
Lo guardai male per istinto e lui continuò a dire:
<<Sarai pure la vittima della vicenda, ma questo non ti da il diritto di far soffrire il resto della mia famiglia!>>
Io restai muta.
Si, è vero. Nella settimana trascorsa in ospedale iniziai a provare odio per quella famiglia che tanto amavo. Però quelle sue parole mi illuminarono, aveva ragione.
Ciò che era successo fu colpa di una sola persona e la stava pure pagando.
Ero divisa in due parte: una parte voleva ritornare indietro, voleva continuare a frequentare quella famiglia e far finta come se nulla fosse successo ma un'altra parte li odiava per aver un familiare così.Lo guardai dritto negli occhi e dissi:
<<Non riesco a far finta di niente! Vi odio si!>>
Nathan incredulo si avvicinò a me muso a muso e disse:
<<Ti ricordo che la mia famiglia è pure la famiglia del bambino che porti in grembo! Non potrai separarci per sempre da te!>>
Io iniziai aver paura, sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto del male ma il suo comportamento mi fece ricordare quei momenti brutti e per impulso mi coprii la testa con le braccia.
Iniziai a piangere e lui con velocità venne ad abbracciarmi ma io lo rispinsi e gridai.
Nathan: <<Nono.. tranquilla... Io non ti farò mai nulla...ti prego, fidati di me.>>
Ritornò ad abbracciarmi e io, con il calore delle sue braccia, mi tranquillizzai.
Restai per tanto tempo abbracciata a lui, mi accorsi che le sensazione provate in passato non erano svanite ma nascoste nel più profondo del cuore e quando iniziai a riprovare le farfalle nello stomaco, lo spinsi via e dissi:<<Ti prego.. Nathan.. voglio stare da sola adesso. Vai via..>>
Non riuscivo a guardarlo negli occhi, volevo restare ancora abbracciata a lui e non volevo che andasse via ma la mia sofferenza era più forte.
Lui senza nemmeno salutarmi se ne andò e rimase deluso.
Non aveva tutti i torti, il bambino che portavo in grembo faceva parte anche della sua famiglia e non potevo allontanarmi da loro per sempre.Ebbi un'idea, pensai di partire e di andare a trovare mia madre e John.
Un viaggio lo considerai un ottimo rimedio, avevo bisogno di meditare e di ritrovare me stessa. Lo dovevo fare, soprattutto per il mio bambino.
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L'INIZIO DI UNA FAVOLA.
RomanceQuesto libro parla della vita di un ragazza di nome Yasmine. La quale incontrerà un sacco di difficoltà che dovrà superare, delle volte da sola mentre alcune verrà aiutata dalle persone più importanti della sua vita. Oltre a raccontare in prima per...