Capitolo 23: Decisione.

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Sentii delle urla al piano di sotto e corsi giù.
Trovai Emily litigare con Nathan.
Lui in tutti i modi cercava di entrare ma Emily non voleva.

Nathan: <<Per favore Emily.. Fammi entrare, devo parlare con Yasmine>>

Emily arrabbiata gli rispose:

<<No, non puoi entrare! Non la farete soffrire ancora, tu e la tua famiglia!>>

Nathan era arrabbiato, aveva una faccia cuba e appena mi vide mi guardò male.

Andai da loro e dissi ad Emily di farlo entrare.

Io: <<Emily, fallo entrare... stai tranquilla.>>

Emily: <<Va bene...>>

Dissi a Nathan di seguirmi e andammo in camera mia.
Appena chiusa la porta Nathan iniziò a parlare ma non aveva una voce calma..

<<Yasmine! Non ti permettere più a trattare mia madre in quel modo!>>

Io incredula gli chiesi:
<<Ma di cosa stai parlando?>>

Nathan: <<So che vi siete incontrate sta mattina! So come l'hai trattata! Non farlo mai più!>>

Lo guardai male per istinto e lui continuò a dire:

<<Sarai pure la vittima della vicenda, ma questo non ti da il diritto di far soffrire il resto della mia famiglia!>>

Io restai muta.
Si, è vero. Nella settimana trascorsa in ospedale iniziai a provare odio per quella famiglia che tanto amavo. Però quelle sue parole mi illuminarono, aveva ragione.
Ciò che era successo fu colpa di una sola persona e la stava pure pagando.
Ero divisa in due parte: una parte voleva ritornare indietro, voleva continuare a frequentare quella famiglia e far finta come se nulla fosse successo ma un'altra parte li odiava per aver un familiare così.

Lo guardai dritto negli occhi e dissi:

<<Non riesco a far finta di niente! Vi odio si!>>

Nathan incredulo si avvicinò a me muso a muso e disse:

<<Ti ricordo che la mia famiglia è pure la famiglia del bambino che porti in grembo! Non potrai separarci per sempre da te!>>

Io iniziai aver paura, sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto del male ma il suo comportamento mi fece ricordare quei momenti brutti e per impulso mi coprii la testa con le braccia.

Iniziai a piangere e lui con velocità venne ad abbracciarmi ma io lo rispinsi e gridai.

Nathan: <<Nono.. tranquilla... Io non ti farò mai nulla...ti prego, fidati di me.>>

Ritornò ad abbracciarmi e io, con il calore delle sue braccia, mi tranquillizzai.
Restai per tanto tempo abbracciata a lui, mi accorsi che le sensazione provate in passato non erano svanite ma nascoste nel più profondo del cuore e quando iniziai a riprovare le farfalle nello stomaco, lo spinsi via e dissi:

<<Ti prego.. Nathan.. voglio stare da sola adesso. Vai via..>>

Non riuscivo a guardarlo negli occhi, volevo restare ancora abbracciata a lui e non volevo che andasse via ma la mia sofferenza era più forte.

Lui senza nemmeno salutarmi se ne andò e rimase deluso.
Non aveva tutti i torti, il bambino che portavo in grembo faceva parte anche della sua famiglia e non potevo allontanarmi da loro per sempre.

Ebbi un'idea, pensai di partire e di andare a trovare mia madre e John.
Un viaggio lo considerai un ottimo rimedio, avevo bisogno di meditare e di ritrovare me stessa. Lo dovevo fare, soprattutto per il mio bambino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 24, 2022 ⏰

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