(capitolo 4) davvero?

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Non ho ispirazione -_- Rip...

T/n pov
Sono a casa, finalmente. Non avevo mai corso così velocemente (soprattutto perché io ed ed. fisica non andiamo molto d'accordo).
Appena varcai la porta in legno scuro, andai verso camera mia, cercando di non fare rumore, per non ricevere la ramanzina di mia madre. Visto che l'appartamento è piccolo, subito dopo la cucina, molto spaziosa, si trovava un corridoio non troppo lungo. Il pavimento era di parquet, bellissimo a mio parere, di un colore non troppo acceso o appariscente. Ai lati del corridoio c'erano tre porte: una, la prima sulla sinistra, camera mia; la seconda, sempre sulla sinistra, camera dei miei genitori e, per finire, sulla destra si trovava il bagno.
Entrai in camera mia, ringraziando il cielo che fosse la prima. La porta era socchiusa, quindi potevo benissimo aprirla del tutto per poterci passare senza fare troppo rumore. Appena entrai, tirai un sospiro di sollievo, avevo appena superato il pericolo e potevo tranquillamente tornare alla mia vita normale, evitando la sgridata da parte di mia madre. Però, appena mi distesi sul letto (diciamo che mi ci  sono scaraventata, buttandomi peso) qualcosa apparve davanti alla porta, lasciata appositamente semichisua.
Una figura minuta, non troppo alta e dai capelli del mio medesimo colore, gli occhi color ghiaccio socchiusi, che puntavano su di me con fare omicida.
Deglutii pesantemente, così tanto da farmi sentire da mia madre che, nel mentre, si era appoggiata con la spalla sinistra allo stipite della porta di camera mia.

Mamma:< Vedo con piacere che sei arrivata in questo momento. Sai che è quasi passata un'ora? Mi stavo preoccupando.> disse con tono arrabbiato.

T/n:< Scusami mamma, ho avuto un contrattempo, scusami> dissi, restando sul vago, senza specificare la storia del volume e di Izuku.

Mamma:< E, sentiamo, perché non sei tornata con in mano il libro?>

T/n:< Non c'era più...eheh> stavo balbettando, anche se mi ero fatta il discorso da dire a mia madre.

Mamma:< Quindi se ora vado a vedere nel tuo portafoglio ci troverò tutti i soldi.> sulla sua faccia, si era creato un sorrisino beffardo. Si staccò dallo stipite e andò verso il salotto, posto in cui lasciavo di solito il mio portafoglio con le chiavi. Non ero preoccupata più di tanto anche perché avevo trovato la scusa giusta.

T/n:< In realtà...> la donna si fermò, girandosi verso di me con una faccia quasi perplessa. Sospirai rumorosamente, cercando di fare una faccia della serie "mi hai beccata", per poi continuare <...ho comprato un gelato alla vaniglia, infatti mancano dei soldi.> speravo ci credesse.
E, infatti, fu così. Si girò di nuovo, non prima di avermi mostrato un sorriso per rassicurarmi che fosse tutto apposto. Sospirai si nuovo, questa volta, però, cercai di non farmi sentire da mia madre, tornando in camera, felice per averla scampata. Ritornai in camera mia, non curante dello sguardo di mia mamma che continuava a puntare su di me, con un leggero strato di peocupatezza. Non ci feci caso, andai dritta in camera mia, ritornando a fare quello che stavo facendo prima di essere interrotta, ovvero, buttarmi sul letto sperando di addormentarmi, con scarsi risultati. La mia stanza non era proprio larghissima, le pareti erano bianche, con qualche parte azzurrina qua e là, il letto era attaccato al muro opposto alla porta, con la scrivania che stava alla parete opposta a quella dove di trovava la testiera del letto, era molto grande, ci erano sparsi i compiti per l'indomani, già svolti in precedenza, la sieda girevole azzurra come il tavolo e una mensola sopra di esso, dello stesso colore degli altri mobili, con sopra foto e libri vari, di scuola e non. C'era anche una finestra sulla parete dove c'era appoggiato il letto, da cui filtrava non troppa luce, a causa delle tende azzurrine. Era piccolina, con poche cose, però mi andava bene, non eravamo ricchissimi, per quasto non desideravo niente di futile, come peluche o gioielli, per non parlare dei trucchi, no no, non li sopporto quei cosi. Io sto al naturale, non mi serve nascondere la mia faccia reale dietro quelle cose. Neanche il mio abbigliamento è così femminile, sempre vestita comoda con jeans larghi o tutte calde e comode. Mi vestivo così anche per andare a scuola, non mi vergognavo, perché avrei dovuto?

[...]

Stavo andando a dormire, ero stanca, soprattutto per il fatto che domani avremmo avuto la verifica di storia dell'arte. Ci rendiamo conto?! Che io voglia oppure no, la verifica si terrà lo stesso, uff. Non ce la posso fare (forse non si è capito, ma t/n ha 15 anni, perciò siamo alle superiori). Mi addormentai, cercando di cacciare quel maledettissimo pensiero.

I AM HERE!
Vorrei dire a tutti che non metterò scene lemon, mi vergogno troppo...scusate. Forse potrei ripensarci, fare un continuo, oppure un'altra storia, non per forza dekuxreader, ma sempre fanfiction. Ditemi se volete qualcosa in particolare.
Ciao💖

lo scambio da cui iniziò tutto (Dekuxreader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora