Parte II

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[Riscrittura della fiaba "Comare morte" dei fratelli Grimm]

Si raccontava un tempo di un pover uomo che aveva dodici figli, sfamarli tutti era assai difficile. La nascita del tredicesimo, dunque, non fu poi tanto lieta. 

Tredici come l'arcano della morte, tredici carte del mazzo che viaggiano fino a metà per iniziare un altro ciclo. 

L'uomo decise di scegliere un padrino o una madrina per il suo bambino, e così iniziò la ricerca.

Il primo volontario che incontrò fu Dio.

Dio sapeva quale problema turbava il contadino, così gli disse: "Pover'uomo, mi fai pena: terrò a battesimo il tuo bambino e provvederò perché sia felice sulla terra."

"Chi sei?", domandò l'uomo.

"Sono il buon Dio."

"Allora non ti voglio come padrino, dai troppo ai ricchi e fai patire ai poveri la fame."

L'uomo voltò le spalle a Dio e proseguì il suo cammino.

Gli si avvicinò dunque il diavolo e disse: "Cosa cerchi? Se sarò padrino del tuo bambino gli darò l'oro e tutto i piaceri del mondo."

L'uomo domandò: "Chi sei?"

"Sono il diavolo."

"Allora non ti voglio, tu inganni gli uomini per sedurli."

E l'uomo gli voltò le spalle e proseguì.

Gli venne dunque incontro la Morte, e disse: "Prendimi per comare."

"Chi sei?"

"Sono la Morte, che fa tutti uguali."

"Tu sei giusta: prendi sia il ricco sia il povero senza fare differenze. Sarai la mia comare."

La morte rispose: "Farò diventare tuo figlio ricco e famoso, a chi è mio amico non manca mai nulla."

"Domenica prossima c'è il battesimo, sii puntuale."

La morte, quella domenica, si presentò al battesimo del tredicesimo figlio e divenne la madrina del bambino.

Quando il ragazzo divenne adulto, la comare lo prese con sé, lo condusse in una rigogliosa foresta e gli disse: "Ora avrai il mio regalo di battesimo. Farò di te un medico famoso. Quando sarai chiamato al letto di un ammalato, ti apparirò ogni volta: se mi vedrai ai piedi del letto, puoi dire che il malato guarirà, gli darai un'erba che ti indicherò e il suo male scomparirà. Ma se mi vedi al suo capezzale, allora il malato sarà mio e dovrai dire che ogni rimedio sarà inutile, l'uomo dovrà morire."

La morte gli indicò l'erba magica e gli disse: "Guardati dall'usarla contro il mio volere."

Il giovane divenne un medico importante. Si diceva di lui che avesse una dote incredibile.

Da ogni parte del mondo giungevano pazienti per ascoltare l'esito del medico, e ben presto divenne un uomo ricco.

Quando il re si ammalò, ovviamente lo mandarono a chiamare.

La morte comparve vicino al volto del re, ma il medico decise di ingannarla. E così fece girare il re, in modo che la morte capitasse ai piedi del malato e non al capezzale, gli diede l'erba e guarì.

La morte, adirata, disse: "Per questa volta te la passo perché sono la tua madrina, ma se ti azzardi a ingannarmi ancora una volta, ne andrà della tua stessa vita!"

Poco tempo dopo, però, si ammalò anche la principessa. Il re piangeva e cercava una cura per salvarla, così decise che chiunque sarebbe riuscito a salvarla dalla morte l'avrebbe avuta in sposa, ereditando anche la corona.

Quando il medico giunse al letto dell'ammalata, vide la Morte al suo capezzale. La principessa era bellissima, e il medico dimenticò l'ammonimento. Nonostante le terribili occhiate che la morte le lanciava, girò l'ammalata come aveva fatto con il re e le diede l'erba per farla tornare in vita.

La morte, però, non prese bene quel nuovo inganno. Costrinse il medico a seguirla, conducendolo in una caverna sotterranea, costellata di migliaia di luci. Alcune erano grandi, altre medie, altre piccole piccole. Alcune si accendevano, altre si spegnevano, le fiammelle saltavano da una parte all'altra.

"Vedi," disse la Morte, "queste luci sono le vite degli uomini. Le più alte sono dei bambini, le medie dei giovani, le piccole dei vecchi. Ma a volte anche i bambini e i giovani hanno soltanto una piccola candelina. Quando si spegne, la loro vita è alla fine e mi appartengono."

Il medico disse: "Mostrami la mia."

Allora la Morte gli indicò una candela piccola piccola che minacciava di spegnersi. Disse: "Eccola!" 

Il medico si spaventò e disse: "Ah, cara madrina, accendetene un'altra perché possa godere la mia vita, divenendo re e sposando la principessa."

"Non posso", rispose la Morte, "deve spegnersi una candela prima che se ne accenda un'altra."

"Allora mettete quella vecchia su di una nuova, che arda subito quando l'altra è finita"

Allora la Morte finse di esaudire il suo desiderio e prese una grande candela nuova. Ma, nel congiungerle, sbagliò di proposito per potersi vendicare e la candela si spense.

Il medico cadde a terra. Anche egli era caduto nell'abbraccio della Morte. 

Note

Inizialmente in questa parte, che fa da divisore fra la prima e la seconda, volevo solo mettere una citazione di questa fiaba, ma non si sarebbe capito niente. Quindi l'ho riscritta.

Questa fiaba non è di mia invenzione (al contrario di quella del Divoratore di incubi, che ho scritto io da 0), è stata scritta dai fratelli Grimm (che io amo tantissimo da quando sono piccina **). Siccome fare copia-incolla mi sembrava proprio brutto, ho deciso di riscriverla. Tuttavia, ho lasciato uguali i dialoghi perché non potevo stravolgerli senza privarla di tutto il senso. La storia è identica alla fiaba originale, quindi, non cambia nulla e i diritti non mi appartengono... ma dubito di poter chiedere ai fratelli Grimm il permesso lol

In una delle prime frasi del capitolo scrivo circa "tredici figli come il tredicesimo arcano". Questa cosa non c'è nella fiaba, ma è un qualcosa che io ho notato, non penso fosse intenzione dei fratelli di Grimm. Però ha senso, non credete? Il medico è il tredicesimo figlio dell'uomo, e la morte è l'arcano numero 13. Creepy, no? 

Cosa c'entra con questa storia? C'entra che la seconda parte di questo libro è una rielaborazione di questa fiaba (una rielaborazione molto molto molto moderna e... nel senso che l'ho cambiata di brutto, ho appena finito di scrivere la terza parte del libro [poi ci sono la 3°, la 4° e la 5° parte] quindi rispetto a voi sono molto più avanti e posso dirvelo. Non vedrete medici, né re e principesse. La parte che ci interessa davvero è quella delle candele, ma non aveva senso farvi leggere solo quella. 

Detto ciò, tornerò martedì con il capitolo nuovo.  ^^

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