❝L'amore è una strada discretamente significativa; il sesso è abbastanza significativo.❞
Charles Bukowski❆
«No, non andartene!», strilla Veera, si tappa da sola le labbra quando si rende conto di aver urlato. Non deve passare per matta. Ringrazia che la musica nel bosco sia alta, li raggiunge fino a lì. «Ho una proposta. Lasciami vivere in pace, e quando sarà arrivato il mio momento di morire, quando sarò vecchia e non avrò più niente da perdere, tornerai a trovarmi e verrò nel tuo luogo magico.»
Veera tenta ancora di trovare un compromesso, quello che le chiede Till è folle e orribile. Non può davvero pensare che gli lascerà uccidere tutte le persone della sua vita pur di portarla con sé.
Se lo segue, Veera non potrà mai più tornare indietro. È una consapevolezza primitiva, è istinto.
La morte è tutto ciò che si disintegra, è la cenere che rimane, è il vuoto. È il collasso dell'anima.
«Non ho nessuna intenzione di aspettare così tanto. Puoi non venirci questa volta, ma non passerà molto tempo dalla mia prossima visita. E quando tornerò, Veera, ucciderò ancora chiunque sia con te. Ti sto aspettando da troppo tempo.»
Un brivido freddo le percorre la spina dorsale. Stringe i pugni, si impone di essere coraggiosa, di non arrendersi. «Non ha senso. Quello che dici, il modo in cui funzioni, non ha nessun senso.»
Till la invita a parlare ancora, rimane in silenzio.
«Tu puoi uccidere chiunque, come hai fatto prima. Potresti uccidere me, adesso. Potresti trasformarti in quella creatura e non riuscirei a difendermi. Perché non lo fai, se è quello che vuoi? Tu non puoi uccidermi. Puoi uccidere gli altri, ma non me. Perché?», la testa le scoppia per le troppe domande. Ha bisogno di risposte, di iniziare a districare quel puzzle pieno di pezzi.
Silenzio tombale.
«Non ho tempo per le tue domande, Veera. Se vuoi delle risposte, cercatele. Mi stai facendo perdere tempo.»
«E dove dovrei cercarmele?»
Ma quando quella domanda prende forma, della morte non c'è più traccia, e neppure del corpo di Samael.
Veera rimane nel bosco a lungo, pietrificata, con i battiti del cuore che rimbombano sordi nella cassa toracica mentre il silenzio avvolge tutto. Il suono della musica è lontano, lei è sconvolta e a pezzi, non può tornare indietro. Ha il trucco sbavato, le ginocchia sbucciate e tanto freddo. Di fronte a sé c'è una pozza di sangue. Prima c'era il corpo, ora rimane solo la traccia di un atto cruento e cancellato. Un altro cadavere che non avrà mai giustizia.
La morte minaccia lei e coloro che la circondano, ma come può difendersi? Come può chiedere aiuto? La prenderebbero per matta, la rinchiuderebbero in un ospedale psichiatrico – e lì non potrebbe fare niente per impedirgli di prendere tutto ciò che non gli appartiene.
La morte è sadica, feroce, spietata.
Il sinistro mietitore non dovrebbe essere reale, non dovrebbe esistere.
Veera si rialza, non ha forze, ma deve costringersi a stare in piedi. Si aggrappa al tronco di un albero, si asciuga le guance. Deve tornare a casa e non farsi vedere in quello stato da nessuno.
❆
Un'altra settimana scorre, lenta.
Veera non riesce a scrivere, non è in grado di buttare giù neppure qualche parola. Ha la mente vuota, il cervello ovattato soltanto da un pensiero ossessivo: un suo amico è morto di fronte a lei, per colpa sua, e la morte ha promesso che ucciderà ancora.
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La morte non dorme
Terror[Completa] Till è vittima di un'idea disperata, folle, a tratti delirante. Vuole vivere per sempre, essere immortale, ma non nel mondo che tutti conosciamo. Vuole essere a capo di un universo tutto suo, uno spazio in cui non esistono le stagioni, né...