L'inganno del mietitore

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❝Amore, amor, di nostra vita ultimo inganno.❞

Leopardi



Veera è terrorizzata. 

Il suo corpo non smette di tremare, abbandona Judith e Greg per correre in bagno e piegarsi contro il gabinetto. Il contenuto del suo stomaco esplode, le sembra di vomitare anche l'anima.

I polsi vibrano, ha le lacrime ai lati degli occhi e se le asciuga con i dorsi delle mani, le ginocchia contro il pavimento freddo. Si tira su aggrappandosi al lavandino, si lava i denti per cancellare il sapore acido della bile dalla gola.

Si sciacqua il viso con l'acqua fredda, si perde a fissare il suo riflesso stravolto nello specchio. Non se n'è quasi resa conto, ma in quelle settimane ha perso peso. Ha lo stomaco chiuso dalla paura, sta diventando uno scheletro.

«Till», lo chiama a bassa voce, stringe il marmo fra le dita. «Till, devo parlarti.»

Lui, però, quella volta non la raggiunge, non compare nella solita nuvoletta di fumo.

«Till, per favore, voglio fare un patto con te. Verrò nel tuo mondo, te lo prometto.»

Silenzio assoluto.

Veera crolla sulle ginocchia.

Non la raggiungerà mai, l'ha abbandonata lì per sempre. 

Poi, quando ha perso le speranze e le lacrime le rigano le guance e le inzuppano la maglietta, una voce si insinua nella sua testa. «Perché sono io l'antagonista del tuo libro? Io sono gentile, ti ho chiesto più volte di venire con me. Tu hai scelto di non restare. Ora tieniti il tuo pianeta in cenere. Tu sei peggio di me, non sai nemmeno che cosa hai perso.»

Veera stringe i pugni. «Ho perso te e il tuo mondo senza dolore?», usa un tono tagliente e crudele, a tratti sprezzante. Non crede ai suoi deliri. «Ci verrò solo a una condizione.»

La morte ride, si fa beffa di lei. La trova ridicola, le compare di fronte solo per regalarle quel sorriso sprezzante, divertito. La guarda dall'alto, lo sguardo affilato e l'aria maledetta, pregna di oscurità. «No, Veera. Ti ho dato più possibilità per venirci e le hai sempre rifiutate. Ancora adesso pensi di potermi proporre delle condizioni, addirittura», e ride ancora, sembra davvero felice di poterle negare ciò che le ha offerto per giorni, settimane – inconsciamente, anni.

«Hai detto che non accetti compromessi. Però hai anche detto che i compromessi li accetta il Diavolo. Tu non mentivi, non cercavi di essere vago, mi hai detto senza mezzi termini che posso fare un patto con lui. Dimmi come fare.»

Si sta infilando in una situazione più grande di lei, improvvisata e perfino senza idee concrete. Deve esserci un modo per impedire che muoiano altre persone. Hanno già perso troppe vite.

«Oppure fammi parlare con il Divoratore. Io ho capito che cosa sta succedendo. Non puoi distruggere il mondo per pura follia. Vuoi me? Va bene, verrò con te, ma non devi fare del male a tutti gli altri per questo.»

Till la guarda senza alcuna espressione.

È assurdo il modo in cui Veera si aggrappa al suo pianeta. Fa schifo, è pieno di difetti, gli esseri umani sono tutti marci, tutti pieni di un male che sono stanchi di cercare di estirpargli via. È meglio che muoiano tutti, farà solo un favore all'umanità. Solo coloro che lo meritano finiranno nel suo universo, e Veera non ha più quel privilegio. L'ha perso, non si è fidata di lui. Non ha creduto al suo mondo speciale e si ostina a proteggere quell'abominio. 

La morte non dormeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora