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Centro di Seoul,  Giovedì 17 Dicembre, 10.32am

"La cosa più triste è che anche mia zia ha trovato uno, capisci? Dopo che non portava qualcuno a Natale da cinque anni. Cinque."

"Jimin io non ne farei tutto questo dramma. Sai, alla fin fine essere single non è terribile. E non c'è nulla di male nel non portare nessuno a casa." Seokjin non lo guarda mentre parla, intento a cercare fra i libri il titolo che gli serviva. "Sei giovane," continua salendo su uno scaffale più alto e facendosi seguire dall'amico come un cagnolino. "Hai ancora tutta la vita davanti. Non puoi conoscere ora la persona che sposerai."

"Beh se è per questo neanche mio cugino sposerà quel Soobin." Chiarisce il biondo, un tenero broncio sulle guance gonfie che sporgono paffute dalla sciarpa scura che indossa. Sta giocando con la copertina di un libro, senza rovinarla per davvero.

"E tua zia quel tipo."

"Ma loro hanno qualcuno da portare a Natale! Io no, temporaneo o per sempre che sia."

"Jimin dai!" Seokjin ride e si volta verso di lui. Posa il libro che aveva preso di nuovo al suo posto e i suoi guanti circondano le sue spalle.

"Tu non conosci i miei parenti. Sono terribili, Hyung."

"Addirittura."

Jimin lo colpisce sul petto senza troppa forza.

"Non prendermi in giro!"

"Okay, okay." abbassa le braccia e torna a voltarsi verso le pile e le file di libri intorno a loro. "Allora non so. Hai un sacco di follower su instangram, perché non proponi una cosa del genere? Qualcuno accetterà."

"Ma sembrerei disperato." E il biondino, notando che l'amico lo stesse guardando dall'alto con un sopracciglio scettico inarcato, rotea gli occhi e si volta, cambiando corridoio della grande libreria. "Non lo sono. Non porterò uno sconosciuto a casa."

"Come vuoi" Ridacchia il più grande.

La conversazione si chiude in quel negozio, e i due si godono il vociare indistinto della gente intorno a loro prima dentro e poi fuori dalla libreria. Qualche artista di strada sta suonando Last Christmas in un perfetto accento inglese quando si immettono nel traffico pedonale di Seoul.

"Ieri ho litigato con Tae" Butta fuori Jin ad un certo punto, le labbra nascoste da una mascherina scura.

"Sì?" Chiede retoricamente il biondino, guardandolo di sfuggita mentre entrambi superano una doppietta di anziani troppo lenta. "Intendo... come mai? Di nuovo?"

Non era la prima volta che lui o l'amico avessero accennato a questo problema e, se dapprima non ci aveva dato peso perché infondo ogni coppia affrontava i momenti no, e dopo quasi un anno si sarebbe stupito se così non fosse stato, ma forse anche i due diretti interessavi se ne stavano preoccupando.

"Per una cavolata. Avevo il telefono spento e si è preoccupato."

"Oh." Cosa dire a quel punto? Non ci poteva fare nulla lui. "Gli hai detto che aveva esagerato?"

"No, sembrava nervoso più che arrabbiato. Ho lasciato perdere." Seokjin non è poi quel tipo di persona che si lamenta davvero per troppo tempo e dopo qualche secondo dice già di star bene, per questo Jimin non si stupisce quando indica una vetrina e dice che quello sarebbe un regalo perfetto per il suo babbo natale segreto.

Lasciano cadere il discorso e Jimin lo fa entrare senza seguirlo, stuzzicandolo che se fosse lui, il destinatario, avrebbe dovuto scegliere bene.

Però si appunta mentalmente di dire a Taehyung che forse avrebbero dovuto chiarire prima di rovinare quella loro storiella per futili motivi come quello.

• – • - • - • - • - • - •

"Puoi mettere la canzone che vuoi"

"Aw hyung, ti sono mancato così tanto?" Yoongi sbuffa qualcosa smentendo le sue supposizioni sdolcinate, continuando a guidare nel classico  traffico di una Seoul che attendeva il Natale entro una settimana. Namjoon si sporge in avanti e cerca in stazione qualcosa di più piacevole.

È appena tornato da Daegu, che per un mese aveva ospitato lui e la sua borsa di studio, e Yoongi è andato prenderlo perché ha la patente e a qualcosa deve pur essere utile (quando invece è ancora nervoso per la storia di Hoseok.)

"A Daeugu nevica?"

"Sì, ma non poi così tanto. Non da annullare i voli."

Namjoon è tornato con quella sua aria pacata e meno vivace degli altri suoi amici che lo mette piacevolmente a suo agio. Non ha più i capelli tinti di viola ma un comune castano più chiaro di quello che normalmente ha, ma deve essere recente perché nell'ultimo selfie che ha mandato due giorni prima aveva i capelli blu. Yoongi è contento si sia reso conto della scelta azzardata che avrebbe potuto scandalizzare i suoi nonni portandoli ad una spiacevole tachicardia natalizia -parole di Jungkook.

"Spero che qui nevichi. Ma le previsioni non promettono bene." Anni da era stato proprio lui a prenderlo in giro quando aveva detto che amava la neve e diventava un bambino se Seoul si colorava di bianco.

"Tranquillo. Passeremo un bel Natale."

"Jonghyun che fa? Prende il prossimo volo?" Chiede il moro con le mani sul volante e lo sguardo in quel gelido traffico di fronte a loro. L'altro esita a rispondere, poi una risata nervosa.

"Sì. Certo."

Jonghyun era il ragazzo di Namjoon da qualche mese, si erano conosciuti quella stessa estate ma sembravano anime gemelle. Stessi interessi e stessa università, stessi esami da dare e stesso partito politico e stessi gusti musicali. E stesso progetto che li aveva spediti in un college giù a Daegu. Era un Namjoon, solo un po' più basso e con dei capelli più sobri dei suoi.

"Bene. Pensavo che magari poteva unirsi con noi anche della vigilia. Oltre che Capodanno."

"Mi dispiacerebbe se poi Jungkook e Jimin si ritrovassero in mezzo alle coppiette."

"Ehi." Ci vogliono pochi minuti prima che il ragazzo capisca cosa quella frase sottintendesse. Fermo ad un semaforo lungo la coda, si volta a guardarlo. "Io e Hoseok non siamo una coppia."

"Non ancora."

"Che diamine...?"

"Pensavo che dovreste mettervi insieme prima dell'anno nuovo." E il moro brontola, di nuovo in quel discorso. I suoi amici si erano messi d'accordo? "Prima che torni a Daegu!"

"Parlane con Taehyung e Jungkook." Rimette la prima e riparte, la canzone che finisce ma lui, soprappensiero, non sente neanche quella nuova.

"Credo che se anche Jungkook e Jimin trovassero qualcuno sarebbe perfetto," saremmo tutti pari no?"

La radio comincia a suonare You should be sad, ma Yoongi non riusciva a ricordare la cantante.

"Mi sa che... che in quel caso sarei io a stare solo."

"Mh?" Confuso, si volta verso il suo amico, confuso dalle sue parole. "Che stai dicendo?"

Con la coda dell'occhio nota che Namjoon non lo sta guardando, le sue iridi puntate sulle macchine davanti alla loro.

"Jonghyun e io ci siamo lasciati."

"Oh."

Oh.

"Eh?"

"Già." Il più piccolo si muove scomodo sul sedile e tira le maniche del maglione fino a nascondere le dita nei bordi.

"Ma voi... tu... cosa?"

"Yoongi, era solo una stupida storia." Bugia, era la storia che di solito aveva trovato solo nelle migliori love story. "Passerà. Non ci sto neanche male."

Ma non sembra e Yoongi ci pensa per il resto del viaggio nel silenzio che c'è fra di loro. Perché c'è qualcosa che non va e lui vorrebbe scoprirlo ma non se la sente di invadere Namjoon così. Anche perché, quando lo aiuta a scendere la valigia, tutto ciò che gli dice è "Mi raccomando, aspetta a dirlo agli altri."

Blue and Gray •a BTS Christmas storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora