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Seoul, Mercoledì 23 Dicembre, 8.39pm

"Possiamo dire che ci siamo messi insieme del mio compleanno." Mormora Jimin, in mano il proprio cellulare aperto su Candy Crush Saga, intento a scambiare caramelle per creare dei combo e provare a superare lo stesso livello già da mezz'ora.

"No, troppo specifico come giorno." Ribatte pigramente Jungkook, lo stomaco sotto la testa del suo amico e gli occhi su quel giochino.

"Okay. Inventiamo una data a caso allora."

"Mhm, 18?"

"Mi piace di più l'undici."

"Ottobre?"

"No, troppo presto. Novembre. Se no avrei già dovuto dirlo a Yeonjun da un pezzo." Il più piccolo annuisce, cercando di ricordarsi bene quella data, perché già era pessimo con i compleanni e gli appuntamenti e ricorrenze dei suoi ex ragazzi, figuriamoci qualcosa di una relazione falsa. (era anche vero che la sua testa aveva un debole ed una particolare attenzione per Park Jimin.)

"Stiamo insieme da un mese e qualcosa, allora."

"Sì ma siamo amici da tanto. Non mentiamo su questo. Anzi. Cerchiamo di mentire il meno possibile e non scendere mai nei dettagli." Dopo l'ennesima sconfitta che gli brucia l'ultima vita rimasta, Jimin blocca il telefono e lo lascia cadere sul proprio stomaco con un grugnito.

"Le cose che so su di te sono vere."

"Già."

"Ehi, Jimin-ssi." Il più piccolo si solleva sui gomiti, un tenero broncio sulle labbra. "Che tipo di domande potrebbero fare i tuoi parenti?"

"Beh..." anche il biondino si solleva, ma per rigirarsi e sdraiarsi con il ventre schiacciato sul suo materasso. "In realtà di qualsiasi tipo io... come ci siamo innamorati? Quando?"

"Beh... poco prima di Novembre?" Le sue guance di Jimin si tingono di rosso mentre batte una mano sul braccio in un debole ammonimento. "Che ne so Koo, non possiamo decidere questo!"

"Come no? Dobbiamo essere credibili. E non dire una cosa opposta all'altra." Il ragazzo sorride divertito e si mette seduto, incrociando le gambe. "Chi ha chiesto di uscire a chi?"

"Beh, io. Ovviamente." Chiarisce il più grande, anche lui tirandosi su a sedere. "Tu non ci riusciresti."

"Che intendi con questo, scusa?"

"Che tra i due sarei io a chiederti di uscire per prima. L'ho sempre fatto."

"Che ne sai scusa?" sbotta il moro incrociando le braccia al petto. Sì era impacciato in quel genere di cosa ma questo non doveva essere così ovvio o comunque non era scontato. "Potrebbero essere diverse le cose fra me e te."

"Okay, okay. Tu mi hai chiesto di uscire prima, ma io mi sono dichiarato prima di te."

"Tsk." Il più piccolo storce le labbra e alza gli occhi al cielo, le mani che sono poggiate sul materasso dietro di lui, tra le coperte stropicciate. Erano stesi là a non fare nulla da due ore piene ormai, a furia di rigirarsi il copriletto di Jimin era un disastro.

Come se la conversazione fosse finita il biondino riprende il proprio cellulare, ma l'attenzione che dedica alla notifica appena ricevuta gli fa arricciare il naso a Jungkook.

"Io ti ho baciato prima."

"Cosa?" sbotta confuso Jimin, tornando a guardarlo quasi con uno scatto.

"Tu ti sei dichiarato, quindi io ho preso e ti ho baciato. È perfetta come situazione." spiega ovvio il moro, alzando un sopracciglio come a sfidare l'amico.

"No," chiarisce allora quello. "Io mi sono dichiarato, tu mi hai fissato con un'espressione sconcertata così io mi sono avvicinato e ti ho baciato." poggia il telefono sul materasso e ammicca, come se sia sicuro che un'immagine migliore di questa non possa esserci. La stessa situazione che nella mente di Jungkook lo fa arrossire.

"Non necessariamente..." Farfuglia, cercando di non pensare a come sarebbe stato bello vivere una cosa del genere. "Non è una sfida, Jimin-ssi."

"Allora io ti ho baciato prima."

"Io l'ho detto prima agli altri."

"Io prima a Taehyung."

"No, l'ho fatto io non appena sono tornato a casa dopo il nostro appuntamento."

"No, l'ho fatto io mentre tornavo a casa al telefono."

"Okay io ti ho fatto il regalo più bello per il nostro mesiversario. Tu l'hai dimenticato."

"Che diamine? Stai scherzando."

"No."

"Okay, io ti ho chiesto per primo di andare a vivere insieme."

"Jimin, stiamo insieme da a malapena un mese."

"E con questo?" Il biondo solleva un sopracciglio con aria scettica, un tenero broncio che fa risaltare le sue piene labbra ora corrucciate. "Lo farò io in futuro. Per primo."

"Non credo i tuoi parenti lo chiederanno, Jimin-ah."

"Paura, Jeon?" E Jungkook coglie alla perfezione la citazione (Namjoon gli ha fatto vedere Harry Potter almeno sette volte da quando sono amici.)

"Ti piacerebbe." Fa schioccare la lingua contro il palato e non si lascia perdere d'animo, mentre continua. "Allora io ti chiederò di sposarti per prima."

"E se io dicessi no?"

"Non oseresti."

"Senti," Jimin leva gli occhi al cielo. Finge che la discussione non gli interessi, ma in realtà il suo orgoglio sta bruciando vivido tanto quando in Jungkook in quel momento. "Io sono nato per primo a Busan. Quindi ho la precedenza."

"Uoh, non centra nulla!"

"Sì invece." E si alza, abbassandosi il maglione lungo i fianchi e stiracchiandosi verso l'alto. Ma per Jungkook la conversazione non è ancora finita.

"Io ho detto ti amo per prima."

"Mh?" Jimin si volta, occhi sgranati, e i capelli disordinati che gli coprono la fronte e parte degli occhi. "Di già?"

"Sì. Sono innamorato, quindi te l'ho già detto."

Questo fa ridere però il più grande, che con una risata prende il cuscino e glielo lancia sul viso, finalmente più rilassato. "Che romanticone."

La conversazione adesso è davvero passata, ma Jungkook pensa sia okay perché ha avuto l'ultima parola. Mentre torna a sistemare il cuscino, la sua mente si interroga su qualcos'altro. Che ancora non hanno affatto toccato, come argomento.

"Io mi faccio una doccia, poi ordiniamo da mangi-"

"Jimin," Lo interrompe allora il più piccolo, ancora fermo sul suo letto con quei suoi grandi occhi curiosi. "Ma per essere più credibili io e te non dovremmo tipo... baciarci?"

"Oh." Il biondo si ferma in mezzo alla stanza e le sue spalle si irrigidiscono. "Oh, certo..."

"Cioè ogni tanto." Aggiunge Jungkook, le sue mani che cominciano ad agitarsi. Il sorriso dell'altro sembra calmarlo almeno un po'.

"Okay. Certo. Poi facciamo pratica."

E con quello sparisce fuori dalla camera lasciandosi dietro un Jungkook totalmente confuso, che si chiede quando quel poi sarà, visto che mancano due giorni a Natale ma nonostante questo lui non potrà trattenere al lungo quell'ansia che gli attorcigliava lo stomaco.

Blue and Gray •a BTS Christmas storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora