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Seoul, Domenica 20 Dicembre, 6.07pm

"Ti sta vibrando il telefono da mezz'ora Namjoonie." Seokjin indica il telefono che continua a vibrare sul tavolo producendo il solito suono. Metà della birra giapponese che sta bevendo sta cominciando a diventare calda fra le sue mani, ma dopo aver acceso lo schermo del cellulare non gli va poi così tanto di bere. L'anteprima mostra dei messaggi sulla chat che lo fanno agitare sulla sedia dove è seduto.

Ehi piccolo sono io.

Come stai?

Ti prego, puoi chiamarmi? Possiamo parlare con più calma.

Quando vuoi. Sono qui.

"È Jonghyun."

"Lo vedo." Seokjin sembra saperla lunga mentre sorseggia la sua birra e alterna lo sguardo saccente da lui al suo cellulare. "Sembra importante."

"Peggio per lui...?" Mormora Namjoon e, con la voglia di bere che è già tornata sulla punta delle sue labbra, manda giù un lungo sorso che fa ridacchiare l'amico.

"Perché vi siete lasciati?"

Il ragazzo dai capelli chiari avvampa, prima di passarsi una mano proprio fra le ciocche quasi bionde. "Troppo diretto." Lo ammonisce, un chiaro segnale che non ne voleva parlare. Che però Seokjin non afferra comunque.

"Dai. Dico davvero. Non mi sembra il tipo che ti tradisce. No?"

"No," comincia allora il più piccolo, i piedi che dondolano dallo sgabello alto del raffinato bar di itaewon dove si sono concessi lo sfizio di parlare (cosa che la sera prima era stato difficile visto gli altri due amici e la loro tensione.)

"Allora cosa? Avete litigato stupidamente?"

"Non fari tutto questo dramma per delle cavolate."

"Tae lo fa." Butta fuori Seokjin ma è troppo impulsivo. Infatti si blocca immediatamente e posa l'alto bicchiere senza berlo, spostandosi i capelli dalla fronte. "Cioè non mi ha lasciato. Scusa. Paragone sbagliato."

"Va tutto bene?" Domanda adesso più curioso Namjoon, da una parte contento la conversazione non lo soffocasse addossandosi solo su di lui.

"Sì, certo." Forse era meglio berla tutta quella birra. "Solo, a volte litighiamo per cavolate."

"Beh è una cosa normale. Credo che anche lui e Jimin lo facciano di tanto in tanto. Forse è nel suo carattere."

Seokjin ride, godendosi il gusto amarognolo sulla lingua. "Beh, Nam, non è proprio lo stesso." Ah, un'altra cosa che avevano in comunque Namjoon e la sua fotocopia ormai ex, era l'essere totalmente ciechi di fronte a ovvietà amorose. È come se, in quel campo, non riuscissero ad afferrare anche le cose più evidenti, e i sentimenti cominciavano a stare stretti o ingestibili. Jin ci avrebbe messo la mano sul fuoco che quello era un motivo per cui si erano lasciati.

"È diverso quando sei il suo ragazzo."

"Ah si?"

"Già."

"Beh allora... sarà stressato hyung, da qualcos'altro. Ci hai pensato?"

"In realtà no." Posa il bicchiere vuoto e incrocia le braccia, posando tutta la sua attenzione all'amico. "Gli parlerò." Poi il suo sguardo cade proprio laddove la birra è sparita, e le sue labbra si sollevano solo da un lato in un ghigno.

"Mi dici perché ti sei lasciato o sei troppo sobrio?"

Namjoon raddrizza la schiena e scuote la testa, determinato.

"No hyung. Non posso, domani è lunedì e anche tu-"

"Allora dimmi cos'è successo con Jonghyun."

Il nome detto a voce alta e l'ennesima vibrazione del telefono fanno esitare il più piccolo, ma l'altro sa benissimo che avrebbe ceduto in ogni caso perché finisce sempre così fra lui e Namjoon e lui lo coinvolge in idee pessime che lui all'inizio rifiuta.

Storia già vissuta, per questo sorride quando Namjoon chiede alla cameriera due bottigliette di soju.

Addirittura.

• – • - • - • - • - • - •

"È ubriaco." Taehyung torna dentro la stanza con un sospiro e si getta sul letto con un lamento, il telefono che rimbalza accanto a lui sul materasso e si accende, mostrando uno stupido selfie di lui e il suo ragazzo con i visi schiacciati insieme.

"Oh, ma sono le nove. Di domenica sera," mormora confuso Jimin, seduto a gambe incrociate sul letto con un controller fra le mani, che muove con estrema lentezza rispetto ai gesti veloci di Jungkook, avvento lui, le cui dita sembrano impossessate.

Devono aver continuato la partita senza di lui ma è terribile visto che Jimin ha il suo giocatore e Taehyung non osa immaginare di quanti punti sia regredito per venti minuti di un'incoerente chiamata. Ci stava provando, a non innervosirsi con il suo migliore amico e il suo ragazzo. Non era poi così facile.

"Già. Forse doveva aiutare Namjoon ma è finito per bere lui." Il suo tono acido fa ridacchiare il biondo, che si vede in difficoltà a muovere le dita velocemente.

"Cosa ne pensate di lui e Jonghyun? È davvero finita?"

"No." Dice Jungkook ma non aggiunge altro alla sua risposta secca e netta, troppo concentrato a conquistare punti su punti. Oh, beato lui.

"Nah," gli fa eco Taehyung, decidendo che ne ha abbastanza di guardare il suo profilo sprofondare nella miseria ed è meglio sdraiarsi sul materasso con le mani dietro la nuca. "Tornano insieme prima di Capodanno."

"Non scommettere." sorridendo Jimin sembra essere fiero di una mossa che probabilmente i suoi amici hanno imparato nel tutorial della loro prima partita anni fa, ma che a lui sembra speciale. "Jungkook-ah!" Urla poi arrabbiato quando tutti i suoi piani sono smontati da una mossa dell'amico-nemico.

"Scusa, sei troppo prevedibile."

"Fanculo."

Permaloso, si concentra sulla partita (il suo obbiettivo si è ristretto ad impedire che Jungkook vinca, per lo meno), e così nella stanza rimbomba solo il suono di spari e mitragliatrici e parole in inglese di imprecazioni. Ah, farebbe volentieri scontrare qualche auto a casaccio adesso.

"Erano troppo carini, però. Nam e Jonghyun."

"Ah-ah," annuisce Jimin, sorridendo quando il suo piano funziona per la prima volta. "Dimmi Kookie, pensi potremmo essere così carini anche noi?"

"Dipende dalla partita, Jimin-ssi." Lo stuzzica quello senza distogliere l'attenzione dallo schermo.

"Dovreste allenarvi."

"Per cosa?"

"Per sembrare credibili."

"Non credo, siamo già abbastanza affettuosi, no?"

"Si ma tipo. Metti che vi dovete baciare di colpo? Sarebbe strano non lo faceste." La macchina del più piccolo sbanda e Jimin solleva le mani vittorioso, un'allegra risata sulle sue labbra. Non sembra cogliere l'imbarazzo che irrigidisce il viso dell'amico, che dopo aver perso viene assalito dalla figura di Jimin che ridendo tenta di... coccolarlo? Picchiarlo? Che sta facendo, esattamente?

Sembrano far cadere l'argomento mentre si sfottono, dimenticandolo quando le mani di Jungkook ribaltano sul letto Jimin con un agile mossa e prende a colpirlo con il cuscino accanto a lui.

Oh sì. Sdolcinati abbastanza da essere credibili.

"Voi non- ehi" sbotta Taehyung, nel momento in cui la sua idea di prendere il joystick e giocare al posto loro viene interrotta da una cuscinata.

"Non pensare di scappare, muso lungo." Jimin lo attira a sé con la forza delle sue gambe, ridendo a tal punto che i suoi occhi scompaiono. Finge un bacio in aria, le mani sulle guance dell'amico. "Sai che io e Kook non ti escluderemo mai!"

Ma Taehyung ne dubitava e allo stesso tempo era nervoso quella sera. Ma il sorriso dei suoi due amici, puri e sinceri, sembra fargli dimenticare la situazione e, almeno per qualche attimo, rilassa i suoi acidi e anche per lui insopportabili stessi pensieri.

Blue and Gray •a BTS Christmas storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora