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Seoul, Mercoledì 16 Dicembre, 2.03pm

Ogni squillo della videochiamata di fronte ai suoi occhi in realtà è un piccolo battito che manca al suo cuore. Non che Yoongi ha programmato di essere così nervoso, è solo successo. Man mano che il suo amico sta temporeggiando e tardando la risposta, lui si sta agitando sulla sedia e i suoi palmi stanno cominciando a sudare contro gli skinny jeans sulle sue cosce.

Non chiamava Hoseok da un po' a dire il vero, da quando aveva deciso di spostarsi a Busan per un semestre in questa università per un gemellaggio, era sempre stato restio a chiamarlo. Aveva incolpato la timidezza perché dal vivo gli bastava presentarsi a casa sua e non usare quegli stupidi giri di parole e momenti imbarazzanti al telefono. E poi era più semplice essere accanto a lui di persona quando poteva anche stare in silenzio perché era più facile e non era di fronte ad uno schermo con Hoseok che gli chiedeva se avesse qualcosa che non andava.

Quindi si, aveva bocciato le chiamate.

Questo però aveva portato ad una sorta di allontanamento -ma ehi, erano amici da due anni o forse anche più, tre mesi non sarebbero stati nulla una volta tornati qui. E poi, aveva condizionato la mancanza che ora sente e che non ammette perché odia essere così sentimentale ma è presente, ovvio e innegabile. Gli manca il suo Hobi, e forse era stato uno stupido a non chiamarlo prima.

"Hyung!" La voce del ragazzo è sorpresa, si sta sedendo ora di fronte al pc e la prima cosa che nota sono i capelli di un castano più chiaro del colore pece scuro che aveva a Settembre quando lo aveva lasciato. Ha anche una sfumatura più pallida della pelle e un felpa più pesante delle maniche corte dell'ultima volta che si erano chiamati. Forse è passato un mese? Due?

"Ehi, Hoseok." Strofina le mani sul tessuto ruvido per asciugarle e raddrizza la schiena così da poter sembrare più rilassato (ma sembra l'esatto opposto.)

"Come stai? Non mi aspettavo di sentirti... credo."

"Lo so, scusa. Ho chiamato poco ho... avuto molte cose da fare." Farfuglia distrattamente e si sporge in avanti spostando dei fogli dalla scrivania come a dimostrare che effettivamente era ancora immerso nello studio (che è una patetica scusa).

"Ah hyung, non è vero," ride il ragazzo più giovane e il suo viso si arriccia in una risata che di solito troverebbe tenera se ora non lo stesse facendo sprofondare nella vergogna. "Ma tranquillo. So che odi le videochiamate, non ce l'ho con te hyung."

Sorride dolcemente e allora anche il moretto lo fa, più di riflesso che per un divertimento sentito. Poi c'è silenzio e ci sono loro che si guardano negli occhi attraverso una rete online ed è questo che Yoongi odia della distanza. Perché non è la stessa cosa dal vivo, perché non può sporgersi e poggiarsi a lui o prendere la sua mano e creare un qualsiasi contatto che invece ora deve implicare la voce.

"A cosa devo questa chiamata?" continua allora Hoseok e Yoongi lo sente benissimo come la spontaneità si sia attenuata. Sembra trattenuto. Non sa cosa fare. Odia la distanza.

"Volevo sapere se... se Venerdì avessi bisogno di un passaggio. Posso venirti a prendere dall'aeroporto, non c'è problema."

Effettivamente Taehyung e Jungkook hanno ragione e quella potrebbe essere una buona idea, se lo immagina bene riabbracciare Hoseok al terminal prendere la sua valigia e abbracciarlo e tornare a parlargli e abbracciarlo. Dio gli mancava così tanto farlo.

"Oh." Il sorriso di Hoseok si spegne ed istintivamente lo fa anche il suo. Anche lo sguardo precipita verso il basso, tra le mani che ora si fissa incerto e le agita confuso. Aveva già sbagliato. "In realtà mi ero già organizzato con mio fratello."

Blue and Gray •a BTS Christmas storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora