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Seoul, giovedì 24 Dicembre, 10.09pm

"Che ci fai qui?" Sussurra Namjoon nervoso, un passo indietro e la mano già pronta a sbattere la porta in faccia al giovane (prima che le emozioni diventassero troppo evidenti.)

"Io... volevo solo parlare." Sussurra quello. Non si aspettava un abbraccio o un perdono facile, certo, ma addirittura quella ostilità? Un paio di settimane prima si dicevano ancora ti amo con una confortante quotidianità.

"Lo abbiamo già fatto."

"No, hai lasciato il dormitorio senza avvisare e sei sparito."

"Allora forse non volevo parlarti."

"Nam..."

Ma ad interrompere quel dibattito tra i due (e salvare quello che stava per mettersi a piangere, probabilmente) è Seokjin, una mano sulla schiena dell'amico. 

"Nam. L'abbiamo chiamato noi. Forse... avete bisogno di parlare con più calma."

Più calma a quanto pare vuol dire in camera di Yoongi, sul letto ben fatto per non toccare nessun altra cosa che avrebbe potuto farlo arrabbiare. Persino Jonghyun conosce quella mania e possessività del ragazzo per le proprie cose. C'è una distanza inusuale fra i due, ma si mantengono comunque abbastanza vicini che, pensa Namjoon, di poterlo toccare anche solo allungando una mano.

"Sei arrabbiato."

Namjoon si stringe nelle spalle guardando la stanza di fronte a sé senza realmente vederla, le braccia incrociate al petto. "Sì."

"Mi dispiace."

"Beh lo hai già detto. Non cambierà le cose, Hyun." 

"Ascolta." Il ragazzo si sistema meglio seduto stavolta, girandosi verso l'altro. Non è la migliore delle situazioni, è quasi Natale e lui è in una casa non sua chiamato dagli amici del suo ex ragazzo che a quanto pare si è impuntato per odiarlo con la stessa enfasi che di solito aveva visto il giovane determinato in altre situazioni. Non avrebbe mai pensato questa gli si sarebbe rivoltata contro. "È una cosa davvero grande. Non sapevo come gestirla."

"No invece, lo sapevi benissimo." Scatta il moro, scostandosi da lui come per allontanarsi ulteriormente ed evitare un tentativo di Jonghyun di toccarlo. "Hai dato delle priorità alla tua vita e io in queste non rientravo. Ti ho fatto un favore, lasciandoti."

"Non è così." Hanno ragione quando dicono che si assomigliano perché Jonghyun ha lo stesso tono di quando Namjoon cerca di calmare i suoi amici. 

"Sì invece. Mi hai lasciato ora? A Marzo? Che cosa può cambiare?" 

"Ci sono tre mesi!" Allora scatta l'altro, innervosito che quel ragazzo, il suo ragazzo di solito così sveglio stesse negando l'evidenza.

"E cosa speri di ottenere in questi tre mesi? Te ne andrai comunque in Europa e mi lascerai qua." Namjoon è in piedi e la sua voce sta tremando ma è percepibile solo perché c'è un pesante silenzio fra loro. 

"Quindi non..." preso in contropiede, Jonghyun lo guarda dal basso ma spoglio di ogni difensiva. Fa sciogliere il cuore a Namjoon. "Non vale più la pena stare con me?"

Sì che ne vale la pena.

"Ma starò male dopo." Tira su con il naso, odiando solo in parte mostrarsi così vulnerabile. "Mi illuderò per tutti questi mesi..." 

"Namu," E Jonghyun si alza, a sua volta, sorpreso di riuscire a prendere le sue mani senza proteste. "Non credere che per me sia semplice. Che lo sia stato. Che io... voglia questo."

"Tu vuoi partire." é una debole accusa senza neanche una base che possa ferirli.

"Ma non voglio lasciarti mica." Le dita del più basso sciolgono la presa, scalano le sue braccia e camminano le sue spalle, lungo la curva del collo per prendere il suo viso. Namjoon si scioglie sotto quella presa. "Lo sai che io ti amo."

Ha gli occhi rossi e piccole calde lacrime lungo le guance, così silenziose che probabilmente non le sente neanche. Si agita in quella presa ma non abbastanza da farlo andar via, Jonghyun lo conosce abbastanza da sapere che deve stringerlo solo per un po' e non sarebbe più scappato. 

"Andrà a finire male." Si lamenta, perché sa benissimo che Jonghyun partirà e anche se non l'ha capito è ancora convinto che avrebbe potuto superare la cosa facilmente ora, preferendo questo che sognarci ancora un lieto fine. Bisogna reprimere la mancanza che soffre. 

Jonghyun non è della stessa idea. Jonghyun è dell'idea che prima o poi tornerà.

Per questo bacia Namjoon. E sa che ormai l'ha portato dalla sua parte, perché le loro labbra si stanno muovendo insieme al ritmo delle lacrime che cadono.

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"Vischiooo!" Urla di nuovo Taehyung, stavolta mentre Jimin e Yoongi sono tornati insieme dalla cucina con un paio di bottiglie di soju. Il più grande rotea gli occhi, sapendo già come sarebbe andata a finire. Jimin infatti non tarda a usare il braccio libero per allungarsi e tentare di baciare la guancia dell'amico, ma finendo per urtare il suo collo con una dolce risata.

"Levati!" ma non c'è cattiveria mentre lo spinge via, Jimin che sporgendosi lo sfotte ancora. 

Namjoon e Jonghyun sono usciti dalla camera mezz'ora fa, e ora mancano pochi minuti alla mezzanotte. Sembrano esserci tutte doppiette, appena ritrovate (chissà perché vedere Namjoon e Namjoon 2.0 stare dolcemente poggiati l'uno all'altro rasserena tutti), scontate e spietatamente perse nella bocca altrui e altre fissate male da più di una persona. Per questo quando tornano a sedersi, Jimin prende posto accanto all'amico, decidendo che si poteva aggiungere a lui e Jungkook per una relazione poliamorosa. Cioè.

Non che lui e Jungkook fossero una coppia. Non per davvero ecco.

Cioè si erano anche baciati sul serio ma stavano ancora fingendo.

Lui stava fingendo i propri sentimenti.

O forse ci stavano cascando.

Come le fanfiction online di Taehyung.

Jimin si gira verso il suo amico più giovane, il mento sulla spalla di Yoongi ma con la testa da tutt'altra parte. 

Jungkook è bello. Anche ora che il suo trucco è sbiadito e che la felpa gli cade enorme quelle spalle, anche con i capelli scompigliati che ha, anche come si imbroncia o come le sue labbra si muovono mentre parla con Jonghyun.

Jungkook è più bello di chiunque altro in quella stanza. Quella è la sua opinione, la sua priorità. E mentre se ne rende conto, un po' impallidisce. Come lo avrebbe fronteggiato quando il suo cuore fa cose ad ogni suo gesto?

Scocca la mezzanotte e lui è ancora lontano dal suo corpo, come distante dalla fisicità con cui tutti si stringono e si augurano un buon Natale.

Fa gli auguri ai suoi amici, certo. Ma i suoi occhi prendono vita solo quando è Jungkook ad avvicinarsi e baciare proprio l'angolo delle sue labbra. 

"Buon Natale, Jimin-ssi." 

Non solo le fiammelle fuori dal balcone fanno scintille, quella sera.

Blue and Gray •a BTS Christmas storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora