34. nuova ferita

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-POV ALLY-

Mi abbracciò la vita facendomi sentire il più comoda possibile, e lo ero in realtà, anche se ero nervosa, provavo rabbia e tristezza nel vedere Mary, quella ragazza mi odia e io pure.

Il film era ormai a metà storia, sentivo i miei muscoli appesantirsi e la testa farmi male e le risate dei ragazzi provocate dal film non facevano altro che peggiorare il mio dolore.
Appoggiai piano la mia testa sul petto di Mett, era l'unica cosa che per me era possibile appoggiarsi su. Lui mi coccolò tra le sue braccia, avevo bisogno di questo, avevo bisogno di questo tipo di amore, ma più vedevo Mett e più mi sentivo in colpa per ciò che ho fatto con Kevin.
Non lo meritavo, un ragazzo come lui doveva avere più di ciò che sono io.

***

Mi sentì presa in su come una bambina, mi aggrappati al collo, mi ci volle un po per accorgermi che ero in braccio a Mett, stava salendo le scale.

"Che stai facendo?"
Dissi ancora con la testa appoggiata al suo petto e con poche forze di alzarla

"Scusami, non volevo svegliarti, ti porto nella tua stanza"
Richiusi gli occhi subito dopo aver sentito la risposta.
Dopo pochi secondi sentì la morbidezza del mio cuscino e il calore della coperta, subito dopo un leggero bacio sulla mia fronte e poi una piccola botta della porta che mi fece capire che se ne era andato.
La mia camera era buia riuscivo a vedere solo la luce dei numeri che segnava la sveglia, 00:15.
La mia bocca era asciutta, le mie labbra secche avevo bisogno di idratarmi, bere almeno un litro d'acqua, per poi ritornare a dormire.
Mi alzai dal mio letto, mi diedi una veloce sistemata davanti allo specchio, se ci sono ancora i ragazzi non vorrei che mi vedessero in queste condizioni.
Apri la porta ma non sentivo nulla, non cerano più le risate dei ragazzi o le loro discussioni su cosa insensate.
Arrivai davanti alle scale, il soggiorno era buio ma c'era una luce che proveniva dalla cucina.
Scesi giù, quando stavo per girare l'angolo sentì dei rumori, dei gemeti ...dei baci.

"Mi sei mancato"
Era...Mary
Mary c'era ancora.
Non volevo vedere, non volevo più sentire, ma volevo capire chi è che c'era con lei, anche se la risposta la sapevo ma speravo di essermi sbagliata.
Con la coda dell'occhio la vidi, era sulle gambe di Kevin senza maglietta e senza reggiseno...
Il mio respiro mi mancò per alcuni secondi, non potevo crederci...il mio cuore, il mio cuore mi faceva male, non sentivo rabbia in me ma sentivo solo...vuoto, un vuoto più profondo di quello che avevo.
La vista mi diventò offuscata per colpa delle lacrime, mi girai e con passi lenti e quasi non sentivo più le mie gambe mi incamminai verso le scale. Mi fermai lì nel primo gradino, volevo scoppiare in un pianto, volevo urlare, volevo spaccare qualcosa, volevo...volevo lui, ma allo stesso tempo lo odiavo con tutta me stessa, il mio cuore urlava il suo nome anche se dopo essersi ferito ma la mia mente cerca il più possibile di allontanarmi da lui e ora capisco perché.
Sentì una presa sul mio braccio che mi tirò su, poi un'altra mano che mi prese il viso, era Nate...

"Che succede Al?"

"Vuoi farlo qui?"
La voce di quell'oca si sentì di nuovo con dei versi e suoni di baci.
Nate capì quello che stava succedendo e capì anche ciò che stavo provando

"Vieni"
Mi fece scendere dal gradino in cui ero su, prese la sua giacca e sa la mise e poi mi porse la mia, mi misi le prime ciabatte che trovai.
Uscimmo da casa, non volevo stare lì, non volevo vederlo, non volevo sentirlo.
Iniziammo a camminare in una lunga strada che portava alla spiaggia, in silenzio, nessuno di noi disse parola.
Nate mi ha sempre capita, ha sempre capito il momento in cui vorrei parlare e raccontare tutto e il momento in cui volevo solo del silenzio. E lui mi appoggiava, mi voleva bene, mi aiutava...

"Ti va di parlarmene?"
Mi chiese abbracciandomi le spalle.

"Perché mi fa questo? Che cosa gli ho fatto?"
Non sono riuscita a trattenermi, scoppiai in lacrime, Nate mi abbracciò.

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