43. disturbati

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-POV ALLY-

La stanza veniva illuminata dalla poca luce del sole che entrava dalla finestra, la testa mi girava ancora, sentivo freddo...la mia pelle iniziò a riempirsi di brividi, avevo bisogno di calore, di più coperte perché questo lenzuolo non mi riscalda per niente. Aprendo gli occhi e mettendo a fuoco ciò che ho attorno, la prima cosa che vidi è Kevin. Stava dormendo accanto a me e mi dava le spalle, era a torso nudo, solito nel suo caso.
Cercai di girarmi dall'altra parte, e tirando con me quasi tutta la coperta in cerca di calore. Non trovandolo però, mi prese un altro giramento di testa, sembra che la stanza intorno a me stia girando di continuo, inziai a vedere di nuovo quei puntini neri, sto per svenire...sto per perdere di nuovo i sensi...vorrei aprire bocca e svegliare Kevin ma la mia bocca non riesce a far uscire un suono. Mi sto spaventando, mi terrorizza solo il pensiero di svenire di nuovo, e peggio ancora se nessuno se ne accorge.
L'unico modo che avevo era cercare di svegliarlo con il movimento del corpo, inziai a tornare indietro finché la mia schiena toccò la sua, ad un certo punto il suo calore mi riscaldò, i brividi che avevo poco fa sparirono subito dopo il contatto con la sua pelle...
I puntini neri che vedevo iniziarono a sparire.
Lo senti girarsi dalla mia parte, con delicatezza avvolse un suo braccio sulla mia vita accolonandomi a lui. In questo momento mi sento bene, piano piano tornai ad addormentarmi tra il suo abbraccio.

***

Qualcosa stava vibrando, forse un cellulare, non diedi molta importanza dopo che ho capito che era quello di Kevin, sono riuscita a sentire solo quello che diceva

<pronto>
<si, si è qui con me>
<stiamo dormendo adesso>
<si, ora scusami ma vorrei tornare a dormire, preferiremmo non essere disturbati se non ti dispiace>
Sentì il suo movimento del braccio che posava il cellulare sulla scrivania.
Inziai a chiudere di nuovo gli occhi per tornare a dormire e Kevin non si spostò dalla posizione che era e questo era a mio favore siccome mi riscalda.
Mi chiedo con hi stava parlando.
Inzio a ricomporre le frasi che aveva detto...si è qui con me....preferiremmo non essere disturbati...aspetta un attimo! Con chi stava parlando?!
Mi volto di scatto da lui

"Kevin"
Dissi con un filo di voce
"Con chi parlavi?"

"Con Mett credo"
Rispose senza voltarsi dalla mia parte
No non poteva essere Mett...merda! Merda merda merda....dovevamo andare al negozio oggi...oh mio dio! E ora che faccio?!

Stavo andando in panico, adesso capirà di sicuro qualcos'altro, ne sono sicura. E poi questo stronzo come si permette a rispondere al MIO cellulare?!
Mi alzai di scatto dal letto

"Ma...tu...perché...perché gli hai risposto se ha chiamato sul MIO cellulare?!"
Non riuscivo bene a trovare la parola.
Kevin si girò dalla mia parte ma restando sdraiato.
In questo momento non provavo più freddo, sembra che sto meglio forse...i brividi non li sento più come prima e nemmeno il mal di testa, o forse perché la rabbia mi sta riscaldando, infatti sento le mie guance andare a fuoco.
Dopo alcuni secondi si decise ad alzarsi dal letto, iniziò a cercare qualcosa nella tasca e la tirò fuori appena trovata. Era una pillola e mi avvicinò

"Tieni, bevila è per la febbre"
Prese anche una bottiglia d'acqua che era sistemata sulla scrivania e me la avvicinò

"Rispondi prima alla mia domanda"

"Se prima prendi la medicina, io ti rispondo a tutte le domande che vuoi"

"E come faccio a sapere se è davvero una medicina per la febbre"
Replicai.
Lui andò verso la sua scrivania e prese una bottiglietta con all'interno delle pillole, mi avvicinò il recipiente.

"Allora tieni queste"
Erano le stesse di quella che aveva in mano ma sapendo che non mi sarei fidata mi diede dirattemante il pacchetto.
Sbuffando lo presi e ne presi una che poi portai giù con l'acqua.

"Ora mi dai uan risposta!"
Era arrabbiata, furiosa. Stringevo i pugni per evitare si schiaffeggiare quel viso perfetto dove le sue labbra fornarono un ghigno.
Non mi diede risposta, uscì dalla stanza e mi lasciò lì impalata...non lo seguì, sapevo che non avrei avuto ne una risposta né una soluzione per la grande cazzata che ha appena fatto.
Andai verso la scrivania dove aveva appoggiato il mio cellulare...non lo trovai, inziai a cercare sul letto, sotto ai cuscini per terra, nell'armadio...nulla non ce.

"Cerchi per caso questo"
Mi girai e lo vidi con in mano il mio cellulare

"Ridammelo ora!"
Gli ordinai ormai con la pazienza terminata.
Questo ragazzo ha superato ormai il limite

"E se non volessi?"

"Allora che ne dici di un calcio tra i tuoi gioiellini?"
Lo minaccia.
Iniziò a ridere.
"Dammelo"
La sua risata aumentò probabilmente capendo in modo pervertito.
Girai gli occhi al cielo

"Va bene"
Me lo passo tra le mani.
Lo guardai stranita, ma non mi importava molto, l'importante che ho di nuovo il mio amore tra le mani.
Lo accesi, sullo sfondo cera un messaggio

Da: Mett
'Dobbiamo parlare'

Non aspettai altri secondi, apri il cellulare e andai nella mia rubrica per chiamare Mett e quando stavo per schiacciare il tastino verde per le chiamate il mio cellulare si spense

"No, no ti prego"
Supplicai il cellulare ad alta voce.
Riuscivo ad intravedere la soddisfazione nel viso di Kevin.
Non lo calcolai, precipitai nella mia stanza e misi subito il mio cellulare in carica. E per mia fortuna ho un cellulare che si accende dopo un eternità quando si spegne.

Io lo ammazzo questo figlio di buona madre!

Usci dalla mia stanza per entrare nella sua ma non lo trovai, andai verso il bagno ma la porta era aperta ed era vuoto.
Scesi giù le scale e lo trovai in cucina che mangiava un pacchetto di biscotti.

"Tu"
Gli puntai il dito
"Tu brutto pezzo di merda! Come ti sei permesso?!"

"Okay, posso essere sincero...non pensavo fosse il tuo, infatti non ricordavo nemmeno che lo avesse il mio numero"
Disse con un tono serio

"STRONZO!"
Gli urlai.
Lui sembra non fregarsene

"Sto dicendo la verità, pensavo fosse il mio, invece lo lasciato qui"
Indicò il suo cellulare sul tavolo.
Una lampadina si illuminò nella mia mente. È ora della vendetta caro mio.

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