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Soomin

I giorni passavano e io più andavo avanti e più sentivo l'ansia che cresceva. Il fatto che qualcuno mi avesse vista fare...per la prima volta avevo un'ansia assurda e non sapevo come uscirne. Solitamente ero sempre stata capace di cavarmela in ogni situazione, non avevo mai avuto quel tipo di problemi e sapevo che per ogni cosa avrei avuto i miei fratelli accanto, insieme a San e Jongho.

Ma in quel caso non potevo parlarne nemmeno a loro. Era la prima volta che nascondevo un segreto di questa portata a quei quattro, infatti non avevo mai avuto problemi per aprirmi con loro, ma in quel campo mi sentivo in imbarazzo, quasi sporca. L'avevo fatta davvero grossa.

«Mi puoi accompagnare a casa?»chiesi a Jongho quando uscimmo dal portone dell'università. Volevo dirglielo, volevo parlarne almeno con lui o altrimenti non ne sarei uscita viva a causa dell'ansia.

«Certo.»mi rispose voltando la testa verso di me e sorridendomi amichevolmente, per poi mettermi un braccio attorno alle spalle mentre il mio andava a circondargli la schiena. Visti da fuori probabilmente qualcuno avrebbe potuto benissimo dire che eravamo una coppia ma in realtà era semplicemente che non avevamo problemi a dimostrarci affetto.

«Oggi pomeriggio cosa farai?»mi chiese quando fummo davanti la sua macchina, o meglio, davanti la macchina di San. Jongho aveva preferito pagarsi gli studi piuttosto che una macchina, al contrario del cugino, perciò gliela chiedeva in prestito ogni mattina per andare all'università o altrimenti sarebbe stato costretto a prendere l'autobus.

Io invece abitavo abbastanza vicino al campus, perciò avevo la possibilità di andarci a piedi, ma quel giorno era diverso. Mi sentivo sporca e allo stesso tempo vulnerabile, come se dopo quello che avevo fatto potessi attirare malintenzionati, come se loro potessero saperlo.

«Non lo so in realtà. Credo che studierò qualcosa per la prossima settimana.»gli risposi semplicemente mentre mi mettevo al suo lato, sedendomi sul sedile passeggero con lui che preparava il tutto alla partenza dell'auto.

«Vuoi che venga da te?»mi chiese mentre si voltava per fare retromarcia e poi guardare in avanti prima di prendere la strada ed uscire dal parcheggio.

Se fosse venuto a casa sarebbe stato più facile raccontarglielo, più facile parlargliene. Gli avrei mostrato cosa avevo fatto solo qualche giorno prima e probabilmente lui mi avrebbe capita. Avevo solo venti anni in fondo e da quel che credevo anche lui faceva quel genere di cose. Era un ragazzo, in realtà ne ero quasi certa.

Ma ovviamente tra il pensarlo e il dirlo c'era una gran differenza e, soprattutto, una gran mancanza di coraggio.

«No, tranquillo. Voglio avvantaggiarmi qualcosa.»ribattei ancora una volta stringendo un pezzo di stoffa della mia felpa tra le dita mentre guardavo fuori dal finestrino per non mostrargli il nervosismo che si celava dietro quella risposta.

«Va bene.»disse allora mentre continuava a guidare, per poi aprire un altro argomento riguardante ciò che avevamo fatto quel giorno nelle nostre classi. Avevamo scelto due corsi differenti e, nonostante avessimo altri amici appartenenti alle nostre classi, continuavamo a parlarne fra di noi, anche se l'altro mon capiva mai a cosa si stesse riferendo quello che parlava.

«Hey, ma alla fine l'hai finito di vedere quel film?»ed ecco la domanda da cento milioni di dollari. Pensavo se ne fosse dimenticato, ed invece eccolo qui, a chiedermi proprio qualcosa riguardo quella sera. E più pensavo a quel giorno e più volevo evitare l'argomento. Come sarei riuscita a parlargliene?

«Non l'ho più visto, mi sono dedicata ad un altro genere di film.»
«Se intendi il film porno si l'ho finito e l'ho anche apprezzato.»
«No ero intenta a masturbarmi davanti la mia videocamera.»

Horizon[K.Y.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora