One shots Zorobin

1.Call out my name

Mi sono ispirata alla canzone di the weeknd, quindi vi consiglio di ascoltarlo con la musica ;)

We found each other
I helped you out of a broken place
You gave me comfort
But falling for you was my mistake 🎶

Le si era avvicinato, in qualche modo quella canzone gli aveva ricordato di lei, di come l'aveva conosciuta, di come si erano trovati. Non attese oltre: allungò una mano verso la sua, afferrandola senza neanche troppa discrezione, cogliendo la donna di sorpresa.
Lei, che poteva definirsi un'esperta nel camuffare le proprie emozioni, finse di non accorgersi del battito accelerato che l'aveva colta alla sprovvista ora che le loro mani si erano intrecciate, lontano da sguardi indiscreti.

Un paio di passi più avanti, quando potè dirsi sufficientemente lontana dagli altri però separò le loro mani, lasciando interdetto il verde che l'aveva seguita prima con lo sguardo e poi col resto del corpo.
Si era allontanata dagli altri e da quella festa, che aveva iniziato a trasmetterle strane sensazioni, con passo deciso ma lento; a Zoro era sembrato di aver avuto una visione per un momento. Robin sorrise ammaliatrice. Sentiva l'impulso di allontanarsi dagli altri e da quel luogo la cui la musica le portava alla mente mille ricordi e altrettanti desideri.

Prima si era guardata attorno attenta: Luffy era impegnato a mangiare, Brook a suonare, Usopp a dire bugie e fare spettacolo, Chopper ad ascoltare l'amico (come la renna innocente che è) , Franky e Nami invece stavano bevendo e parlando di qualcosa riguardante la Sunny, mentre Sanji beh... Stava facendo Sanji.
"Melloline!" Lo sentì urlare, accompagnando quella voce con la sua solita danza, mentre un gruppo di ragazze strillava a sua volta entusiasta.

Dedusse che nessuno avrebbe fatto caso alla loro assenza per qualche ora e l'idea non le dispiacque, sopratutto quando percepì finalmente la presenza del verde alle sue spalle.
"Che fine ha fatto la discrezione Kenshi-San?" si voltò verso di lui, il viso apparentemente duro, l'impressione che fosse arrabbiata rafforzata da quel tono di rimprovero che aveva assunto la sua voce. Il verde si avvicinò, affatto intimorito da quella sua linea dura, fiducioso del potere che aveva su di lei.
"Questa canzone, mi fa venire in mente molte cose..." Le sussurrò ad un orecchio, afferrandole i fianchi e portandola contro il proprio corpo. La donna che aveva tentato di mantenere una linea dura in realtà non poteva smettere di pensare alla voglia che aveva di baciarlo. "Kenshi-San, credevo che l'altra sera avessi detto che-" approfittando della loro esigua distanza l'attirò contro le proprie labbra, togliendole il respiro ancora una volta.

Per mesi si era illusa di avere il controllo di quella situazione, credeva davvero di volersi solo divertire un po' con quello spadaccino che, era innegabile, la attraeva molto. Quando poi qualcosa le aveva suggerito di essere corrisposta, non aveva esitato a farsi avanti: iniziò con semplici provocazioni che all'inizio non sembrarono sortire alcun effetto su quell'uomo fatto apparentemente di pietra poi, senza neanche potersene rendere conto, si era ritrovata sotto di lui, ansimando il suo nome.
E se, in un primo momento, aveva apprezzato l'impetuosità e la spontaneità del loro rapporto queste caratteristiche l'avevano portata a commettere il suo più grande errore: era passata molto velocemente dal provare una forte attrazione nei suoi confronti al sognarlo la notte, al desiderarlo vicino al di fuori del mero desiderio sessuale, al di fuori del divertimento, era un qualcosa in più, qualcosa di diverso.
Quando un giorno una voce nella testa le aveva effettivamente suggerito una spiegazione di quei suoi insoliti pensieri e desideri il panico l'aveva assalita e per alcuni giorni lo aveva evitato come la peste.
Tutto inutile.
La tentazione ebbe la meglio su di lei che infine decise di farsi bastare quei momenti che condividevano.

Si allontanò appena da lui, bisognosa di ossigeno e magari un pizzico di lucidità.
Perché ci stava ripensando proprio in quel momento?