Pt. 21 SI RICOMINCIA

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Lunedì, 7:56
Deku pov.
Dicono che la felicità sia breve, però in questo momento, abbracciato al mio fidanzato mentre il sole gli accarezzava i capelli, non ci voglio credere.
Per fortuna sono una persona mattutina e potevo vederlo così calmo, era stupendo.
Spostai lo sguardo verso il muro bianco della mia stanza e alzai le braccia al cielo.
Avevo raccontato quello che mi era successo quando avevo promesso di tenerlo sempre per me. Soltanto guardandolo negli occhi avevo capito che erano solo cicatrici, mi serviva quella frase, non un
"So che fanno male" o "passerà".
Dio.
Non era neppure schifato, disgustato, lui mi è stato accanto, era arrabbiato per un motivo completamente diverso, non avevo mai incontrato nessuno del genere.
Lo abbracciai da dietro.
"Mmm" disse guardandomi strizzando gli occhi, nessuno a parte me lo dirà mai, ma è troppo carino la mattina.
"Ti ho svegliato?" Dissi con la voce più
Impastata dal sonno di quanto mi aspettassi.
Lui mi abbracciò da dietro facendomi sentire, come sempre, non sarei mai riuscito a descriverlo.
"Nono" disse quando non era vero.
Sorrisi sul cuscino.
"Che ore sono?" Disse baciandomi la spalla destra, era così assonnato che aveva perso il suo solito carateraccio.
"Le 7:58" dissi non pensandoci guardando la sveglia in parte a me.
Le sette e cinquantotto.
No aspetta.
"EH?" Urlò lui alzandosi all'improvviso correndo in bagno e saltando per uscire da camera mia.
C'erano i vetri della bottiglia di ieri sera.
A quel punto realizzai.
"MANCANO SOLO 2 MINUTI?" urlai alzandomi pure io
"BUONGIORNO EH" disse con una nota di divertimento.
Corsi per tutto l'appartamento ricordandomi che i vestiti erano nell'armadio e tornai indietro.
Poi andai in bagno mentre lui si vestiva con i vestiti del giorno prima.
"CAZZO" urlò sentendo da quí il suo piede sbattere contro un mobile in salotto.
Diede un calcio al mobile spaccandolo e tirando giù tutti i santi.
"NON DISTRUGGERMI L'APPARTAMENTO" urlai sentendo strani rumori dal bagno mentre sputavo l'acqua e mettevo a posto lo spazzolino.
Ci cambiammo, lui andò in bagno e io, visto che mi ero vestito subito, ne approfittai per farmi un caffè.
Ma lui aveva già finito.
"MUOVITI DEKU"
"UN SECONDO" dissi prendendo le scarpe e correndo da lui pestando per sbaglio un vetro visto che avevo le scarpe nell'armadio.
"Aaaaaaaa cazzooo" piangnucolai.
Mica avevo tempo per questo.
Lo raggiunsi alla porta e senza nemmeno chiuderla, lo fece lui, corremmo entrambi verso la nostra classe.
Io con le scarpe in mano e due o tre matite in bocca.
Ero qui non da tanto tempo ma se c'era una cosa che a Shota Aizawa non piaceva, era il ritardo.
Incontrammo Dabi per i corridoi.
La corsa sembrava a rallentatore e vidi la sua faccia con una specie di ghigno sopra nel vedermi.
Le sue cicatrici erano sempre più evidenti
"CIAOO" salutai come se fossimo amici mentre Kacchan mi guardava sbigottito.
"Scherzavo, non ti capirò mai" sussurrò più a sè stesso che a me.
Entrammo in classe alle 8:06.
Senza scarpe, coi capelli spettinati, kacchan con la camicia slacciata.
Non tralasciai gli sguardi dele mie compagne e verso di lui, volevo... niente.
Il professore alzò un sopracciglio
"Qualunque cosa qualcuno di voi extra stia pensando.... È vera" disse dopo una pausa.
Io lo guardai.
Ero sicuro che dicesse di non pensare quello che stavano pensando.
Lui ha detto tutto.
A tutti.
Ha reso tutto ufficiale, stiamo insieme.
"Provate a toccarlo, sfiorarlo o fare qualcosa che mi dia anche un minimo di fastidio, e vi spezzo con le mie mani" disse guardando i nostri compagni uno a uno mentre arrossivo fino alla punta delle orecchie.
"I-io" cercai di dire, a tutti.
Ma mi interruppe
"Capito extra?" Disse con un tono da farti venire i brividi, ad alta voce.
"S-si... si certo" dissero la maggior parte di tutti i nostri compagni, quanto deve essere rispettato e quanto deve aver vinto per mettere una paura del genere ? Una paura che non vedevo.
Presi un respiro per la corsa e mi venne il fiatone a stare fermo.
Ancora una volta ricordai le sue mani su di me.
Gentili, premurose, piene di attenzioni.
"Bene. Credo sia stato chiaro signor Bakogou, si può andare a sedere insieme al signor Midoriya ora?" Disse Aizawa, non era arrabbiato per tutte le frasi che aveva detto, non aveva nessuna espressione.
"Ah giusto siete in riardo. Punizione" disse con un ghigno facendo girare Kacchan con le saette al posto degli occhi.
Io sbuffai e mi sedetti al mio solito posto in parte ad Uraraka mentre mi mettevo la scapa sinistra.
In quella destra avevo pestato un vetro, non avevo voglia di fare inutili scenate per nulla, ma me la sarei messa dopo.
"Izuku.." disse lei.
"Oh si?"
"C-che cosa è successo ? Tu con B-Bakogou?" Disse terrorizzata mentre tremava un po'
"Allora?" Dissi Io alzando un sopracciglio.
"Ma... non sei terrorizzato solo all'idea? Ti sta obbligando a fare qualcosa che tu no-"
"Devi stare zitta Ochaco" dissi spazientito facendole mozzare il respiro a mezz'aria.
Non sanno niente di lui.
Non lo conoscono nemmeno e si permettono solo di giudicarlo per il suo carattere fuori.
Kacchan è così perché la vita colpisce duro per tutti, e ognuno si difende a modo proprio"
"S-scusami.. io non intendevo niente del genero però-"
"Se non sai nulla allora puoi anche girarti per favore"
Io amo tutte le sfumature del suo carattere.
"S-si" disse lei girandosi a disagio.
Non volevo essere cattivo, però.. come può solo pensare una cosa del genere ? Kacchan con me è gentile e premuroso quindi se non conoscono niente di lui, perché l'unica cosa che fanno è giudicare senza sapere ?.
Mi fa arrabbiare, non è giusto.
Lui mi stava guardando, non lo sapevo perché mi ero girato, ma sentivo qualcosa sul collo, era lui.
Passammo le prime tre ore in un silenzio totale, il professore sembrava, per la prima volta da quando sono qui, felice di fare lezione senza nessuna voce di qualcuno.
Facemmo le prime due ore in pace poi tirò fuori il sacco a pelo, uscì dalla classe.
"Io sono qui fuori, se qualcuno parla così ad alta voce per svegliarmi, pulirà la classe tutti i giorni fino alla fine delle sua carriera scolastica. Addio" disse sdraiandosi in corridoio.
Ormai non mi stupí nemmeno più di tanto.

Kirishima si alzò, ma fu l'unico a farlo, tutti avevano facce sconfortate quasi terrorizzate da cosa potevamo fare insieme.
"Aaa che peccato ! Izuko era davvero carino" si sentivano questi schiamazzi.
"Ma Bakogou secondo me è meglio" disse in altra
"Nooo cosa dici" un altra ancora.
Kacchan alzò gli occhi al cielo irritato.
Lo abbassò verso di loro e si zittirono.
Era assurdo.
"Bè congratulazioni" disse ridendo il rosso mentre sorrisi, Kacchan non disse niente se non un cenno sicuro con la testa.
"Giravano dele voci nei corridoi su voi due con non potete immaginare nemmeno" disse ridendo.
"Tipo?" Chiesi curioso.
"Bah uno scontro diretto col presidente e dei ricatti a qualcuno, le solite storie" disse guardandomi, più intensamente questa volta.
"Non ditemi che..."
"Ma no" mentì subito.
Non c'era nessun bisogno che qualcuno lo sapesse.
"Stiamo stati al locale tutta la sera e poi siamo andati in camera, assurdo di quante ne inventano" disse sorridendo.
Sono sempre stato un maestro a mentire, su di me, su quello che mi accadeva.
Sempre.
"Ho pensato la stessa cosa ma poi ho guardato il tuo piede... non è che successo davvero qualcosa ?" Disse sospettoso.
Non ha proprio capito niente.
Ma a quel punto anche Kacchan, che sembrava quasi addormentato, alzó la testa.
"Davvero Deku? L'hai veramente pestata?" Disse scuotendo la testa.
"Sai com'è ero abbastanza di fretta" gli risposi subito.
"Eh-?" Disse Kirishima
"Ma nemmeno camminare senza pestare una bottiglia riesci?" Disse alzandosi dalla sedia e alzandomi di peso mentre molti sguardi si spostavano su di noi.
"Mollamiiii" piangnucolai cercando di scendere, ma lui era troppo forte.
".. a dopo ..." disse Kirishima, non so il perché, ma lo vidi sorridere teneramente verso Bakogou. Non da ingelosirsi, ma come se fosse fiero.
Ma in quel momento mi concentrai più su Kacchan.
"Mi molli ora?" Gli dissi appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Naaah" disse lui ghignando.
Intanto il vetro nel piede cadde sul pavimento provando l'unico rumore nella stanza.
"Ahio" dissi soltanto.

Ma in quel momento...
Kacchan si bloccó di scatto facendomi andare avanti di qualche centimetro da lui.
"Ehi Kacchan cos-"
"Zitto"
Mi girai anche io sospettoso.
Non ancora... eravamo insieme e felici.. era durato troppo questa nostra felicità?
"Buongiorno" disse lui.
Il presidente.
Tomura Shigaraki, senza maschera.
Io non l'avevo mai visto senza o forse non ero abbastanza lucido per ricordarmelo.
E io che mi lamentavo delle mie cicatrici.
Lui è orribile.
Era cieco? Sembrava malaticcio.

Passó in parte a noi sorridendo senza dire nulla

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Passó in parte a noi sorridendo senza dire nulla.
Kacchan non seppe mai che mi mise un bigliettino dentro la tasca sinistra.
Ho avuto paura.
Tantissima paura.

Angolo autrice
Figuriamoci se in questa storia CI SIA UN CAPITOLO SENZA COSE ASSURDE MESSE A CASO.
Massí io non capisco perché magari le persone quando fanno le proprie storie si fanno pure gli schemi..
Io invento tutto capitolo per capitolo quando scrivo e mi viene la luce dell'ispirazione HAHAH.
MA FACCIAMO FINTA SIANO CAPITOLI STUDIATI E ORGANIZZATI

Life is the art of dying Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora