𝑳𝒐𝒏𝒈 𝒂𝒘𝒂𝒚

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15 giugno 1969

Lucy si infilò il vestito e si guardò allo specchio: l'abito era color crema con le spalline sottili.

La ragazza uscì dal camerino poco convinta: -Freddie? 
Freddie si voltò e la squadrò da capo a piedi: -No, direi di no. Cioè, tu sei molto carina, ma questo non è esattamente il tuo colore.

Lucy si sedette sconsolata su uno sgabello: -Freddie, non c'è bisogno di comprare vestiti nuovi. Voglio dire, non andiamo da nessuna parte in particolare. Facciamo un picnic, non devo vestirmi elegante.
-Ah perché, tu questo lo consideri elegante?
-Non comprerò questo, il crema mi fa sembrare gialla.
Freddie rise, e le passò un braccio intorno alle spalle: -Forse hai ragione, non c'è bisogno di comprare nulla. Sicuramente sia Mary che Mati ti direbbero così, ma ci sono solo io.

Lucy stava girando tutti i negozi di abbigliamento di Liverpool per cercare qualcosa da mettersi per l'appuntamento che aveva con Brian.

In realtà era Freddie ad avere insistito, e nessuno era riuscito a frenarlo dato che Mati e Mary dovevano studiare per un esame importante e Laura  e John erano impegnati con la scelta delle università. 

-Hey, che ne dici di questa? La puoi abbinare con i tuoi pantaloni a zampa.
Freddie le porse una camicetta rosa scuro a maniche corte. 
La ragazza sorrise: -Sì, penso che possa andare bene.

Così i due uscirono dal negozio non carichi di sporte come aveva previsto Freddie, ma soltanto con un sacchetto di carta molto leggero. 

-Hey, hai fame? È quasi ora di pranzo.
Lucy guardò l'orologio: in effetti era ormai mezzogiorno passato e il suo stomaco brontolava. In più la giornata era soleggiata ed il clima piuttosto mite, cosa molto rara in Inghilterra.
-Sì, potremmo andare in un posto in cui ci si può sedere fuori… il tempo è bellissimo, e dato che a casa dovrei stare in religioso silenzio perché Mati sta studiando…
Freddie rise: -Ha un bel caratterino, eh?
-Puoi dirlo forte… hey, andiamo in quel posto, sembra carino.
I due si sedettero in un tavolino all'aperto sotto una tettoia e ordinarono due sandwich.

-Quindi…
Lucy alzò gli occhi dal suo panino.
-Quindi cosa?
-Ti piace Brian?
La ragazza sputò l'acqua che stava bevendo e cominciò a tossire: le domande a bruciapelo di Freddie la coglievano sempre di sorpresa.
-Cioè… in che senso?
-Non mi sembra una domanda complicata… ti piace Brian?
Lucy sospirò: -Non lo so. Non ne sono sicura. 
-Ok, vediamo. Cosa provi quando sei con lui?
-Uhm…- Lucy ci pensò un po', -mi sembra di fluttuare, come se fossi nel mare e la corrente potesse trascinarmi via da un momento all'altro, ma nello stesso tempo so che finché lui sarà lì avrò un'ancora a cui aggrapparmi… mi sento come se fossi dentro ad un raggio di sole. Per non parlare dello stomaco, che sembra popolato da miliardi di farfalle…
Freddie la guardò stupito: -Wow, davvero?
-No, idiota.
-Ah.
-Non so se mi piace. Non ho mai veramente fatto caso a come mi sento quando sono con lui. Spero che questa uscita mi schiarisca le idee.
Freddie la guardò scuotendo la testa: -Sei una delle persone meno romantiche che conosco, davvero. E poi, smetti di chiamarla "uscita". È un appuntamento!
-Non essere sciocco… è soltanto un'uscita. Magari diventerà un appuntamento, ma per adesso non è niente di serio, davvero.
-Se lo dici tu…
-Lo dico io. Adesso finisci di mangiare quel sandwich.

Lucy si guardò allo specchio e fece un respiro profondo. La camicetta le stava bene ed era molto comoda e i pantaloni ormai erano come una seconda pelle per lei, in più aveva deciso di mettersi un anello e qualche bracciale.
Decidere come truccarsi era stata la cosa più difficile, ma alla fine aveva optato per il suo solito trucco leggero, dato che quando era nervosa le tremavano le mani e non voleva combinare dei disastri. 

-Io esco!
Dal piccolo soggiorno giunse la voce di Mati: -Poi fammi sapere come va… ovviamente se sarò ancora viva quando tornerai.
-Sono sicura di sì, abbi fede. In frigo dovrebbe esserci del risotto, comunque.
-Ecco, tu esci con il tuo bello e io studio per l'esame mentre mangio avanzi di risotto. In più Roger ha l'influenza, quindi non posso neanche invitarlo a farmi compagnia.

𝒇𝒐𝒓 𝒆𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒔𝒕𝒂𝒓 𝒊𝒏 𝒉𝒆𝒂𝒗𝒆𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora