𝑳𝒐𝒗𝒆 𝑶𝒇 𝑴𝒚 𝑳𝒊𝒇𝒆

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Stare con John era una delle cose che Laura preferiva al mondo, insieme a cantare con i suoi amici e lo yogurt greco.
John era tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare: sempre gentile, dolce, intelligente… aveva tutte le caratteristiche che lei amava nelle persone. Mentre era seduta con la testa sulla sua spalla e con lui che le accarezzava i capelli, si rese conto di quanto fosse fortunata ad avere una persona che amava così tanto, e a quanto sarebbe stata triste se John si fosse allontanato da lei.

"Se è così che si sente Lucy in questo momento," pensò, "la questione è ancora più grave di quanto pensassi."
Già, Lucy, ma dov'era finita? Si guardò intorno cercando l'amica con gli occhi, e per poco non cacciò un urlo: -OH PERDIANA!
John si alzò di scatto: -È tutto a posto? Stai bene? È successo qualcosa?
-No, John, sto benissimo, ma guarda là!
-Oh. OH. Aspetta un secondo...
-Ehi ragazzi, vedete anche voi quello che vedo io o ho le traveggole?
-No Fred, lo vediamo tutti. Ma quelli sono proprio…? Nel senso, non è la mia miopia che colpisce ancora, vero?
-No Mati, sono proprio loro. Ma che stanno facendo?
-La vera domanda qui, Rog, è che diavolo è successo mentre non c'eravamo. Fred, tesoro, hai visto qualcosa?
-No, lei si è allontanata perché..
-Ciao ragazzi!

Lucy si avvicinò al gruppetto, con un'espressione felice e rilassata che non le avevano visto in volto per molto tempo. Mano nella mano con lei c'era Brian.
I due si fermarono davanti agli amici:
-Ragazzi, è tutto a posto?
Freddie fu il primo a parlare: -Sì… a posto… quindi… insomma, quindi adesso voi due…
Lucy arrossì e Brian ridacchiò: -Sì. Adesso noi due… qualsiasi cosa tu volessi dire.
-Oh.

Dopo un silenzio che durò qualche minuto, Laura si alzò e abbracciò Lucy e Brian.
Poi si unì John e poi tutti gli altri.
-Sono così felice ragazzi.
-Anche io Laura,- disse Lucy, ricambiando l'abbraccio, -anche io sono felice. 

5 maggio 1970

Una delle cose che Lucy preferiva dello stare con Brian era quando dormivano insieme e la mattina lei si svegliava per prima. Guardarlo dormire le infondeva una grande pace, e spesso faticava a credere che il ragazzo che aveva vicino l'amava e aveva scelto lei.
Svegliarsi e ritrovarsi Brian vicino la rassicurava che era tutto vero, non stava sognando.

Quella mattina, però, aveva sonno, quindi non aveva particolarmente voglia di aprire gli occhi e controllare se Brian fosse lì, le bastò allungare una mano.
Sentì la sua parte di letto vuota.
Si alzò di scatto: -Brian?
Nessuno rispose.
-Bri? Ci sei?

Si infilò una vestaglia e un paio di ciabatte e andò a cercare il ragazzo per la casa, ma trovò solo Roger e Mati che facevano colazione.
Roger e Mati? Cosa ci facevano lì?
-Ragazzi, cosa sta succedendo?
Mati guardò l'amica con sguardo interrogativo: -In che senso? Questa è anche casa mia o sbaglio?
-Ma… ma tu e Roger non dovevate andare a casa sua e di Bri? Cosa ci fate qui? E dov'è Brian? 
-Ok donna, calmiamoci subito.- Roger le si avvicinò e le mise le mani sulle spalle, -Io e la mia signora qui presente abbiamo deciso di venire qui perché pensavamo che tu e Bri foste andati a casa nostra. Evidentemente ci siamo sbagliati ma comunque qui ci sono due letti da una piazza e mezzo quindi direi che il problema non si pone. E per quanto riguarda Bri…
-Lucy,- cominciò Mati, -non ti ricordi che giorno è oggi?
-Uh? No, che giorno è?
-È il cinque di maggio.
-Bene, bella data, mi piace il numero cinque, ma ancora non capisco: è il compleanno di qualcuno? 
I due ragazzi si guardarono sconsolati: per quanto volessero bene a Lucy, a volte sembrava che dentro la sua testolina di capelli lisci ci fosse solo un rumore statico, tipo quello che fa la TV quando non funziona.

-Lucy, ragazza mia, ti ricordi che giorno era il mese scorso?
-Rog, non capisco, è un indovinello o qualcosa di simile? Era il cinque di aprile, ovviamente.
-E cos'è successo il cinque aprile?
Lucy ci pensò su, e stava per perdere la pazienza quando ebbe un'illuminazione: -È il giorno in cui io e Bri ci siamo messi insieme, vero?
-Ce l'hai fatta alla fine. Brian è uscito per… beh, non posso dirlo, ma ti piacerà.
-Oh mio Dio, quindi oggi è un mese che stiamo insieme! E io non me ne sono ricordata e non ho preparato nulla! Sono la fidanzata peggiore del mondo.
-Chi è la fidanzata peggiore del mondo?
Brian entrò in casa sorridendo.
-Bri!
Lucy si avvicinò a lui e lo baciò, poi si rese conto della sua gaffe di poco prima: -Mi sono completamente dimenticata di oggi, scusami, sono un disastro.
-Non dirlo neanche per scherzo!- Esclamò il ragazzo accarezzandole i capelli, -Effettivamente è un po' da ragazzini delle superiori festeggiare il primo mese… ma visto il tempo che ci abbiamo messo per metterci insieme credo che per noi si possa fare un'eccezione.
Lucy rise: -Beh, spero che tu non ti offenda perché io non ti ho preparato niente.
-Non mi serve nulla finché ho te, baby.
-Questa dove l'hai letta?
-Mi sa che ho sentito Roger dirla. Lui era serio, però.
-HEY!- Esclamò Roger alzando le mani: -Illazioni!
-In realtà è vero, ma non vuole dirlo.
-Mati, sarai la mia rovina.
Brian ridacchiò: -Smettete di litigare voi due. E tu, Lu, vai a vestirti, ti porto a pranzo fuori.
-Davvero? Dove?
-È una sorpresa.

A Lucy piacevano le sorprese, da sempre. Una cosa che non le piaceva, però, erano le vespe. E ce n'era una in macchina insieme a lei ed il suo ragazzo.

-Bri. Non vorrei allarmarti.
-Cosa c'è, Lu? Stai bene?
-Benissimo. Ma c'è una vespa che si è posata sui miei pantaloni. Penso di stare per urlare.
-Oh mio Dio. Non sei allergica, vero?
-No, ma… AAAH! Ok ha cominciato a volare. Bri, ti prego, toglimela di dosso!
Brian guardò allarmato verso la ragazza, ed improvvisamente cominciò a ridere.
Lucy, al contrario, sembrava piuttosto indignata: -Odio quando voi uomini fate così! Sì, ho paura degli insetti, qualche problema? Rischio di essere punta da una vespa e tu ridi!
-No Lu, scusa. Non stavo ridendo di te, non mi permetterei mai. Però quella non è una vespa.
-Non mi interessa se è una vespa, un'ape o…
-Non è neanche un'ape. È una sirfide, praticamente una mosca. È innocua. Somiglia ad una vespa per allontanare i predatori. È pieno in questa stagione. 
Disse il ragazzo sorridendo in quel modo gentile che faceva attorcigliare lo stomaco di Lucy.

Lei arrossì, imbarazzata ma decisamente rincuorata: -Oh. Capisco. Non ne ho mai viste a Liverpool.
-Questo perché non ce ne sono. Sono soprattutto in campagna. 
-Ah, quindi stiamo andando verso la campagna?
-Deduzione estremamente acuta.
-Brian, la nostra giornata non è ancora cominciata e già butta malissimo. 
Lui si limitò a ridacchiare e a prendere la mano di Lucy. Lei gliela strinse.

-Non ci posso credere.
Lucy si guardò intorno spalancando gli occhi: Brian l'aveva portata nel luogo del loro primo appuntamento, se così si poteva chiamare. Una radura costellata di fiori selvatici con una vista meravigliosa.
-Bri, io… non so veramente cosa dire.
Lucy aveva gli occhi lucidi. In altre circostanze avrebbe maledetto la sua lacrima facile, ma quando era con Brian non le importava.
Lo abbracciò e affondò il viso sulla sua camicia, e lui cominciò ad accarezzarle i capelli: -Grazie.
-No Lu, grazie a te. Perché da quando ci sei tu… questo posto ha assunto un altro significato per me. Non so se capisci quello che voglio dire.

Certo che capiva.
Capiva, perché l'ala di biologia, l'anonima ala di biologia che non le avrebbe fatto nessun effetto qualche tempo prima, era diventata il luogo che lei più cercava di evitare nel periodo in cui Brian e Bonnie stavano insieme.

Capiva, perché ogni volta che guardava le stelle e si interrogava sui segreti dell'universo le veniva in mente sempre ed inevitabilmente il viso di Brian.

Capiva, perché ogni volta che passavano in radio "I've just seen a face" lei diventava inspiegabilmente più felice o più malinconica a seconda dei casi, e quando poi tutto il giorno si ritrovava a canticchiare la canzone non poteva non immaginarsi la chitarra di Brian che l'accompagnava.

Capiva, perché tutte le cose che una volta le sarebbero sembrate insignificanti e di poca importanza (dei biscotti bruciacchiati, delle chitarre appese in vetrina nei negozi di musica, un libro sul galateo…) avevano acquistato un significato del tutto nuovo per lei. E anche se a volte era estenuante -pensare costantemente a Brian e vederlo anche nelle cose più piccole- lei non avrebbe potuto desiderare niente di meglio.

I due ragazzi non cominciarono subito il picnic, prima si sedettero in silenzio, l'uno accanto all'altra, a bearsi della meravigliosa vista che avevano davanti: la natura era sempre quella, il sole che illuminava le cime degli alberi e il calore tiepido che scaldava loro la pelle non erano diversi dall'ultima volta che si erano trovati lì. Erano loro ad essere cambiati.

-Brian?
-Sì?
-Ti amo.
Lui non rispose, ma la guardò, e Lucy sapeva che quello sguardo valeva più di mille parole. Poi però il ragazzo sembrò ripensarci, perché le sfiorò delicatamente la mano e disse: -Ti amo anch'io.

Lucy Rivers aveva ventun anni, era alta un metro e settantacinque, e non era più sola.

𝒇𝒐𝒓 𝒆𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒔𝒕𝒂𝒓 𝒊𝒏 𝒉𝒆𝒂𝒗𝒆𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora