𝑩𝒊𝒄𝒚𝒄𝒍𝒆 𝑹𝒂𝒄𝒆

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-Avanti il prossimo.
Brian si accasciò esausto sullo sgabello, rischiando di cadere rovinosamente a terra. Era il sesto che sentivano, quel giorno, ed anche il sesto che rifiutavano: c'era sempre qualcosa che non andava, che fosse nel suo comportamento o nel modo in cui suonava. -Ma santi numi, è possibile che a Liverpool non ci sia uno, e dico un solo bassista decente?
Esclamò il ragazzo, che cominciava a perdere la pazienza. Freddie ingurgitò un'altra tazza di caffè e Roger allontanò il suo sgabello da quello di Brian: il suo amico sembrava decisamente inquieto, e non voleva trovarsi nei paraggi quando sarebbe esploso. 

Un ragazzo entrò timidamente nella saletta che usavano per le prove, e Brian si alzò di scatto dallo sgabello, gridando addosso al povero malcapitato: -SÌ, LO SO, DOVETE CHIUDERE L'UNIVERSITÀ QUINDI CE NE DOBBIAMO ANDARE, MA NON POTETE ASPETTARE QUINDICI CAVOLO DI MINUTI??? È LA TERZA VOLTA NEL GIRO DI… QUANTO? CINQUE MINUTI CHE VENITE A STRESSARCI, ED È LA TERZA VOLTA CHE VI DICIAMO CHE ABBIAMO IL PERMESSO DI RESTARE UN QUARTO D'ORA OLTRE L'ORARIO DI CHIUSURA, no Roger non interrompermi, AVETE SBATTUTO LA TESTA DA PICCOLI CHE SIETE COSÌ DURI DI COMPRENDONIO? 
-Brian…- Roger gli indicò il basso che il ragazzo portava a tracolla.
-Oh. Ok, scusa.- Brian si sedette, con aria piuttosto imbarazzata. Il ragazzo era rimasto impietrito nell'ingresso ed era impallidito.

Freddie gli fece la pallida imitazione di un sorriso incoraggiante:
-Ehm, ciao. Scusa per questa accoglienza, ma Brian è un po' nervoso, oggi. Immagino che tu sia qui per i provini, vero? 
Il ragazzo annuì: sembrava non riuscisse a parlare.
-Bene, dovresti essere… John Richard Deacon, giusto? 
Il ragazzo annuì di nuovo.
-Fantastico. Mostraci cosa sai fare.
-Ehm, ok.

Il ragazzo, sempre con aria perplessa, salì sul piccolo palco e cominciò a suonare. Era molto bravo: produceva un suono molto pulito e sembrava molto sicuro di sé, completamente diverso rispetto al ragazzo timido e impacciato di poco prima.

Quando smise di suonare tornò sé stesso. Fece un sorrisetto un po' incerto e rimase fermo, aspettando il giudizio di Freddie, Brian e Roger.
Erano rimasti tutti e tre a bocca aperta, e dopo essersi scambiati qualche occhiata convennero che quel ragazzo con i capelli strani faceva proprio al caso loro.
Fu Freddie a parlare: -Grazie, John. Non vorrei illuderti ma tu sembri proprio adatto a quello che cerchiamo. Se sei ancora sicuro di voler entrare a far parte di questa band, faremo una prova a casa di due nostre amiche domani. Ecco…- scribacchiò l'indirizzo su un pezzo di carta e lo diede a John, -se ti presenti, vediamo cosa riusciamo a fare con te.
Il ragazzo annuì e se ne andò silenzioso com'era venuto.

-A CASA NOSTRA? MA CHE CAVOLO TI È SALTATO IN MENTE???
-Scusa Lu, è che tra tutti noi siete quelle che hanno la casa più grande… e c'è anche un riverbero migliore, sai...
-MA CHE RAZZA DI DISCORSO È? TI SENTI QUANDO PARLI? 
Freddie aveva appena detto a Lucy che lo spazio adibito alle prove della band era l'appartamento che divideva con Mati. Lei non l'aveva presa benissimo.
-ASPETTA CHE MATI LO VENGA A SAPERE… MORIRETE TUTTI DI MORTE LENTA E DOLOROSA! ECCO QUELLO CHE FARETE SE VOLETE RESTARE IN VITA, ADESSO ANDRETE DAL VOSTRO NUOVO AMICO E GLI DIRETE CHE LE PROVE SI FANNO DA UN'ALTRA PARTE!
-Ma…
-NIENTE "MA"! SMAMMA DAL MIO APPARTAMENTO ORA!

Freddie se ne andò sospirando, e si recò a casa di Roger e Brian per comunicare loro che avrebbero dovuto cambiare luogo per fare le prove.

Brian si accasciò sulla sedia per la seconda volta in una giornata: -Perché? Perché il mondo ci odia in questo modo? 
-Beh, sai com'è, stavamo per occupare abusivamente casa loro senza averglielo detto…
-Roger, non sei di aiuto! Ho capito, andrò io a parlare con Lucy. Non può resistere alla mia intelligenza, alla mia calma algida e al mio fascino.
Roger sbuffò: -Non sapevo che Lucy avesse una passione per i barboncini.
Brian lo ignorò e si diresse a casa della sua amica.

𝒇𝒐𝒓 𝒆𝒗𝒆𝒓𝒚 𝒔𝒕𝒂𝒓 𝒊𝒏 𝒉𝒆𝒂𝒗𝒆𝒏Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora