Sono ancora elettrizzato dalla giornata trascorsa in montagna con Sabine e il ritorno in auto è stato leggero e anch'esso divertente. Abbiamo ascoltato le canzoni trasmesse dalla digital radio anziché il classico elenco di una playlist, e sentirla canticchiare mi ha trasmesso una gioia immensa. Abbiamo vissuto momenti così naturali che mi hanno confermato che sto per fare la cosa giusta: è lei che vorrei avere al mio fianco e non posso più rimandare il confronto con Gaia.
Di tanto in tanto mi tornava in mente, perché l'allusione che ha fatto questa mattina sui fustacchioni della palestra ha instillato in me alcuni dubbi, e questo mi distraeva.
Ho appena lasciato Sabine sotto casa e sono solo le sei di sera, quindi decido di passare davanti alla palestra per vedere se Gaia è ancora all'interno della struttura oppure è già rincasata.
Appena varcato l'ingresso allo spiazzo del parcheggio noto la sua macchina e scorgo due persone in piedi a parlare. Sto per dirigermi in una piazzola libera vicino alla sua auto quando un dubbio mi assale: è Gaia la ragazza?
Mi volto verso le due figure per togliermi qualsiasi sospetto e li osservo meglio: è Gaia, ne sono certo, e mi rendo conto che davanti a lei c'è Michele.
Ma come? Inizio a pensare e trovare una spiegazione del perché lui è davanti a lei, con una mano sulla sua guancia.
Sono incredulo e la rabbia cresce dentro di me. Mi sento preso in giro.
Fermo la macchina con un colpo secco al freno e senza preoccuparmi di quello che c'è intorno; mi fiondo fuori dall'abitacolo perché mi manca il fiato, ma voglio delle risposte anche se mi mancano le parole.
Vedo lei adagiarsi sulla mano di lui appena la sfiora e sento la terra franarmi sotto i piedi, le gambe molli, ma nonostante questo riesco comunque a muovermi.
Come anni addietro il mio cuore riceve una pugnalata, e non credo di poter sopportare ancora questa situazione.
«GAIA!» la chiamo con foga nella speranza di fermare quello che potrebbe accadere tra loro.
Si girano entrambi sorpresi: lui con lo sguardo sconcertato e negli occhi di Gaia, invece, riesco a leggere paura e senso di colpa. La conosco e sono sicuro che questo sguardo è la conferma di ciò che speravo non potesse mai capitare.
«Che diamine sta succedendo qui?» Chiedo con gli occhi socchiusi in due fessure per la rabbia.
«Gabriele, non è come pensi. Io...» La voce di Gaia è flebile, palesemente in preda al panico.
«Tu cosa? Ho visto fin troppo e voi due mi state nascondendo qualcosa. Non è così? Gaia non posso credere che tu mi stia facendo questo!» Non riesco ad abbassare i miei toni.
Lei non risponde e trema dall'agitazione. Rimango meravigliato quando Michele interviene in sua difesa e senza esser stato interpellato.
«Gabriele credo che tu stia esagerando. Quello che hai visto è solo colpa mia e non sua. Quindi se ti devi sfogare con qualcuno fallo con me, ma non te la prendere con Gaia. Lei ha ben chiare le sue responsabilità e ci tiene a te.»
«Puoi anche evitare di prendere le sue difese Michele. È matura per poterlo fare da sola, non pensi?»
Si guardano negli occhi e questa loro complicità mi lascia basito, frastornato.
Mi giro su me stesso per tornare alla macchina e questo suscita una reazione in Gaia che mi chiama, quasi implorandomi.
«Se vuoi parlarne ne parliamo a casa, non davanti al tuo amichetto.» Dico indicando Michele con occhi minacciosi e rimanendo fermo, ma la mia ira è visibile.
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Una folle felicità
ChickLitGaia è una ragazza trentenne ambiziosa e molto determinata nell'ambito professionale. Ha un ottimo lavoro, una famiglia che la ama, una casa appena acquistata con Gabriele, il suo compagno decennale, e si sta avvicinando al giorno del suo matrimonio...