Capitolo 9 _ Gaia

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Sono le cinque di mattina quando mia mamma mi sveglia con un dolce bacio sulla fronte. Apro gli occhi e la guardo. La mia mamma... allungo le braccia per farle capire che voglia stringerla stretta a me e lei mi accontenta. Appena mi si avvicina le prendo un braccio e la trascino nel letto con me.

«Buongiorno sposina! È una bellissima giornata, anche calda, per essere aprile. Pronta per iniziare questa avventura?» Mi chiede affettuosa.

«Buongiorno... sì, sono pronta! Ho dormito così bene qui questa notte!» Ed è vero. Da qualche mese a questa parte lo stress prematrimoniale non mi ha concesso notti così beate, come quella appena passata, e con questo pensiero la stringo ancora più forte a me.

«Cosa ci fate ancora a letto voi due? Opp Opp che c'è un mucchio di cose ancora da fare prima che casa si riempia.» È mio padre a smuoverci, quando si affaccia alla porta della mia vecchia cameretta.

Io e mamma brontoliamo un po', ma sappiamo che ha ragione e quindi ci alziamo.

Abbraccio il mio vecchio e insieme andiamo a bere una tazza di caffè-latte per iniziare questa giornata, che sarà lunga ed impegnativa. Nel frattempo rispondo al messaggio di buongiorno che mi ha inviato Gabriele pochi minuti fa.

Le ore seguenti passano ad una velocità inimmaginabile tra parrucchiera, truccatrice, sarta e fotografo. Tutte persone gentili e solari che mi hanno accompagnata in questi mesi e sono felice che si stanno impegnando per farmi passare questi momenti con estrema leggerezza.

La parte più difficile per me è con Piero, il nostro fotografo e amico da anni, in quanto non sono a mio agio a mettermi in posa, ma anche lui cerca di fare del suo meglio. Almeno fino a quando sentiamo mia madre che alza la voce in preda al panico: «Luca, dove sono le fedi? Luca, dove sei?»

Sento mio padre camminare veloce dalla cucina alla camera per raggiungerla. Inizio ad agitarmi. Le fedi le abbiamo preparate ieri sera, quindi non è possibile che non si trovino. Li sentiamo per un po' parlare a voce alta, ma senza comprendere pienamente il loro dialogo.

Poco dopo mio padre entra in sala, e con un grande sorriso mi rasserena dicendomi che mamma guardava nel posto sbagliato e si è spaventata. La paura passa, anche se inizio a domandarmi se nel caso fosse il destino a lanciare qualche segnale.

Nell'agitazione sento pian piano l'arrivo degli ospiti e cerco di spiegarmi come mai Rachele non sia ancora arrivata. È proprio in quel momento che la sento lanciare un urletto compiaciuto e mi giro verso il suono, vedendola nel suo abito rosa confetto vicino a Roberto.

«Tesoro, sei bellissima! Sono così fiera di te, mi commuovo solo a vederti!» Dice, iniziando a singhiozzare.

«Ehi, calmati che sei truccata di tutto punto!» Le rispondo, abbracciandola e confortandola.

Saluto con un cenno Rob che ricambia e aggiunge «Ha ragione, sei proprio incantevole! Ma non avevo alcun dubbio.» Ha sempre le parole giuste.

Finiti tutti i preparativi, afferro il mio bouquet di tulipani bianchi e prendo a braccetto mio padre per recarci in giardino e salutare i nostri ospiti. Tra saluti, sorrisi e dolci parole saliamo sulla macchina addobbata, un vecchio maggiolino nero degli anni '50, per recarci verso la chiesa.

Durante il tragitto stringo forte la mano di papà e lui, senza troppe parole, mi rassicura stringendo la mia e accarezzandomi il dorso con il pollice, infondendo in me serenità e pace.

Una volta arrivati davanti alla chiesa, con molta dolcezza, mi abbraccia e mi accarezza la guancia, come è solito fare quando mi vede agitata e per dimostrarmi che mi è vicino. Continuando nella sua coccola aggiunge «Sei e sarai per sempre la mia bambina, e ricordati che io e la mamma saremo sempre con te, al tuo fianco.»

Con queste parole, che mi toccano il cuore, ci avviamo lungo la navata sulle note di Only Time di Enya per raggiungere il mio sposo, che vedo agitato, ma sorridente.

Sono emozionata e non riesco a guardarmi intorno. Sento addosso tutti i sorrisi dei nostri amici mentre continuo a camminare stringendo il braccio e la mano di papà.

Arrivati all'altare lui posa la mia mano nella mano di Gabriele e sorridendo gli dice «Prenditene cura e rendila felice.»

Non ho mai sentito dire così tante frasi piene d'amore dal mio vecchio, ma mi rendono felice. Comprendo solo ora che l'amore che prova un genitore nei confronti dei propri figli non è paragonabile a nulla. Gli sorrido e lo guardo allontanarsi per prendere posto sulla panca prima che inizi il rito.

«Gaia, vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti?»

«Sì, con la grazia di Dio, lo voglio. Gabriele, vuoi unire la tua vita alla mia, nel Signore che ci ha creati e redenti?»

«Sì, con la grazia di Dio, lo voglio.»

«Noi promettiamo di amarci fedelmente, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di sostenerci l'un l'altro tutti i giorni della nostra vita.»

Ci guardiamo negli occhi, pieni di nuove promesse e pronti per questa nuova vita e, con le mani strette, mi pone un delicato bacio sulla fronte.

Tra applausi e risate ci incamminiamo verso l'uscita, lasciando alle spalle tutto lo stress. Riso e petali di rose bianche piovono incessanti per qualche secondo sulle nostre teste.

«Ciao ragazzi! Congratulazioni!» Si avvicinano coppie di amici e familiari per abbracciarci e farci i loro auguri.

«Ehi Gabriele, Gaia, congratulazioni! Siete elegantissimi e bellissimi.» Ci vengono incontro Jessica e Mattia.

«Ciao Mat, grazie mille! Come state ragazzi? Sono felice che siate con noi oggi!» Risponde Gabriele, mentre io saluto altri ospiti. Colgo l'occasione per guardarmi intorno, per vedere se Michele ha cambiato idea e spero di vederlo tra la gente.

«Pulce, chi stai cercando?» Roberto mi sorprende, oltre a cogliermi in flagrante.

«Ehi! Nessuno in particolare. Sono così frastornata che ho paura di dimenticarmi di salutare o ringraziare qualcuno.» Rispondo con voce bassa, ma affettuosa, contenta che Rob sia venuto a salvarvi dai miei pensieri.

«Sei ancora così tanto agitata?»

«Sì, direi di sì!»

«Posso abbracciarti, cara amica?»

«Ma certo!» Mi avvicino a lui allargando le braccia e stringendolo poi forte, trovando conforto in una persona che mi vuole bene.

«Ehi, Sonia, se tua figlia non si tranquillizza occorrerà che qualcuno chiami un'ambulanza per rianimarmi! Mi sta letteralmente stritolando!» Sento Roberto coinvolgere mia madre nel nostro momento e tutte e tre scoppiamo a ridere.

«Eh, Rob, conosciamo la nostra ragazza. Non mostra mai le sue emozioni e i suoi sentimenti, e quando lo fa bisogna averne paura!» Risponde lei posandomi un braccio intorno alla vita. «Sono felice di vederti Rob, e sapere che le stai ancora vicino mi rende orgogliosa di voi ragazzi.» Io e Roberto ci guardiamo. Sappiamo il dolore che abbiamo recato ai nostri genitori quando abbiamo fatto la scelta di crescere su strade diverse.

Poco dopo io e Gabriele siamo invitati a salire sul nostro maggiolino d'epoca per avviarci al ristorante, e tutti si allontanano per raggiungere le proprie auto e seguirci.

Saliti in auto Gabriele esclama: «Wow... finalmente! Addio ansia!»

«Già, finalmente! Sei felice?» Gli chiedo con tranquillità.

«Certo, ma che domanda mi fai?»

«Oh mamma, era così per dire Gabriele. Perché per ogni cosa che ti chiedo devi vedere la parte negativa? Ho chiesto solo conferma che dopo tutto questo, dato che ti ho proposto io di sposarmi, sei felice di noi e di come è andata oggi... ma va bene comunque.» Mi avvicino a lui dandogli un veloce bacio sulle sue labbra sottili prima di posare la mia testa alla sua spalla.

Senza aggiungere altro, Gabriele mi prende per mano e in questa posizione arriviamo al ristorante.

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