Una notte nel North End

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Yuu aprì la porta con una leggera spallata e rimase comunque incastrato per colpa della voluminosa busta di plastica che stava portando; dovette spalancarla completamente con il piede per liberare il suo prezioso carico e per poco non urtò un uomo sul marciapiede.

«Mi scusi!»

L'uomo si limitò a lanciargli un'occhiataccia e tornò al suo cellulare. Yuu invece scrollò le spalle e si diresse alla macchina di Crowley parcheggiata di fronte al negozio. Mika gli inflisse il solito glaciale sguardo di disapprovazione, ma ormai vi era troppo abituato perché potesse ancora metterlo in soggezione.

«Ci hai messo un secolo, Yuu-chan!»

«Tu avevi già deciso, ma io no! Volevo scegliere bene!»

«Se si accorge che manca la macchina e ci denuncia darò la colpa a te.»

«Lo fai sempre.» sospirò Yuu, e ficcò la busta sul sedile posteriore.

«Per forza, lui ti perdona tutto. Non ha detto "ba" neanche quando gli hai rovinato la maglietta degli Spartans.»

«Perché ero molto dispiaciuto!» protestò lui salendo al posto del passeggero. «Lui le sente queste cose!»

«Svegliati, Yuu-chan, l'avesse fatto chiunque altro si sarebbe preso un cazzotto sul naso.» commentò Mikaela, mettendosi al posto di guida. «A te non dice mai niente perché sei il suo protetto

«Noi siamo i suoi protetti, Mika!»

Mikaela non replicò mentre usciva dall'esiguo spazio tra l'auto di fronte e quella dietro e come sempre aspettò di aver completato la manovra prima di riprendere la conversazione.

«No, tonto, sei tu. Sei tu il suo protetto. Credo che gli ricordi com'era lui da ragazzino, quando era un po' meno serio.»

«Serio dove? Crowley non è serio, è uno spasso!»

«Certo che è serio, non vuole mica dire che non sia capace di ridere... però quando lavori nella squadra omicidi un po' di innocenza la perdi per forza... vedi cose che le persone comuni non vedranno mai o quasi, e le vedi ogni giorno.» osservò Mika, preso a monitorare la strada e le altre auto con prudenza quasi maniacale. «Quando vieni toccato da tanto male qualcosa in te cambia, è inevitabile e irreversibile.»

Yuu lo fissò con quei suoi intensi occhi verdi, anche se sapeva che non si sarebbe distratto dalla strada per ricambiarlo.

«Questo vale anche per me. Lo sai, Mika.» gli disse con voce più bassa e più lentamente. «Lo sai che cos'ha fatto mio padre.»

«Certo che lo so, ma... è stato un po' diverso per te. Eri così piccolo che il tuo carattere non era ancora formato, anche i tuoi ricordi sono confusi, e probabilmente in parte costruiti dopo aver sentito altre persone raccontartelo...»

«Adoro quando fai lo psicologo, ma non tanto se lo fai con me.»

«Sto solo dicendo che non ha cambiato il tuo carattere perché eri troppo piccolo per renderti davvero conto di cosa stava succedendo.»

«Mio padre mi ha venduto, come pretendi che non lo sapessi?!»

«Non lo sapevi, Yuu-chan... tu hai visto che avevi un padre, poi da un giorno all'altro c'erano altri che si occupavano di te. Che ti avesse venduto per un debito l'hai saputo soltanto dopo.»

Yuu emise un sospiro lento.

«C'è un motivo per cui hai deciso di negare la mia infanzia traumatica?»

«Non... non la sto negando, voglio solo dire che è... diverso.» disse Mika con una nota di senso di colpa nella voce. «Sono felice che sia così, perché non vorrei che tu avessi ricordi come quelli che ho io... e vorrei che tu non diventassi un poliziotto, per preservarti dai pericoli e dalle ombre che questo lavoro si porta dietro... ma so che hai già deciso...»

Il Vampiro di West End {OwariNoSeraph AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora