Il segreto dei Cosworth

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La mattina dopo il cielo era plumbeo e l'aria fredda, ma non pioveva quando i fedeli più mattinieri iniziarono a entrare alla Saint Thomas per messa di Ognissanti.

Ferid ripiegò l'etichetta che sporgeva dal collo all'interno del maglione che Crowley si era messo, uno dei suoi pochissimi "vestiti da festa", e picchiettò con fare incoraggiante sulle sue spalle.

«Ti senti pronto?»

«Credo che vomiterò.»

«Ma figurati, non sei affatto teso, lo so.» disse lui, e diede una strizzatina a quelle spalle larghe. «Ti irrigidisci quando sei nervoso, e non lo sei per niente... e poi ti sei preparato bene~»

Crowley si passò la mano nei capelli, a disagio, ma Ferid aveva trovato tutt'altro che ridicole le sue sessioni di esercizi canori che erano invece molto professionali: lo aveva visto fare gli esercizi di respirazione tutti in giorni, ripassare i canti per ore con le cuffie nelle orecchie e qualche volta l'aveva sentito cantare attraverso il muro mentre giocava a scacchi nell'appartamento accanto con Mikaela.

«Mah, speriamo.»

«Oh, non fare il musone, non è mica il Cincinnati May Festival... basta e avanza per la messa della tua parrocchia.»

Lanciò un'occhiata intorno per assicurarsi che nessuno li stesse guardando e diede un bacio leggero sulle labbra di Crowley.

«E poi tu canti meravigliosamente~»

«Ecco, ora che l'hai detto mi sono montato la testa e steccherò tutto quanto.»

Crowley sorrise e gli diede un altro bacio sulla bocca, poi un altro ancora: dovette coprirgli la bocca con la punta delle dita per impedirgli di arrivare al terzo.

«Il coro si sta riunendo, devi andare.»

«Ci vediamo fuori quando finisce la messa.»

«E dove vuoi che scappi? Le chiavi le hai tu~»

Crowley sorrise e passò la mano dietro la sua schiena; pensò che volesse stringerlo o palparlo approfittando della penombra del corridoio laterale, ma poi sentì che gli metteva qualcosa nella tasca.

«Ora le hai tu... ma non scappare lo stesso.»

«Ooh, questi atti di fiducia mi commuovono~»

«Dovresti esserne onorato, non ho mai dato le chiavi della mia macchina a uno dei miei partner.»

Cynthia, la direttrice del coro, lo richiamò all'ordine e lui si ricongiunse al resto del coro per iniziare il riscaldamento della voce, ma Ferid non lasciò il corridoio e si appoggiò alla colonna per guardarlo da lontano.

Sentiva una profonda sensazione di serenità, nonostante le circostanze avverse della sua vita attuale, si sentiva allegro, entusiasta... felice, come non si era sentito mai neanche nei periodi tranquilli che era riuscito ad avere.

Non poteva sbandierare quella relazione, non poteva farla vedere chiaramente a tutti tantomeno in chiesa. Non era diverso dal vivere ancora nella casa buia dei suoi genitori, eppure provava un inspiegabile appagamento nel tenere celato quel segreto agli occhi di tutti, o quasi.

Ma quanto durerà? Avrò ancora questa sensazione, quando non vivremo più insieme... quando ci saranno giorni interi in cui non potrò più vedere il suo viso come prima cosa al risveglio?

Si aggrappò alla colonna di marmo come se quella potesse sostenere il peso di quei pensieri e lasciò uscire un sospiro affranto.

Lui tira fuori il meglio da me... se solo io potessi fare lo stesso...

Il Vampiro di West End {OwariNoSeraph AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora