Scambio di segreti

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Quando il telefono vibrò rumorosamente all'orario stabilito Crowley buttò il braccio sul comodino per spegnerlo come fosse stata una lacerante sirena antincendio. Sospirò stropicciandosi gli occhi.

L'avrò svegliato?

Si girò per guardare l'altra metà del letto, ma vederla completamente intonsa lo fece scattare seduto come se si fosse trovato uno scorpione sul cuscino. Buttò all'aria le coperte e si alzò scoordinato come ogni mattina, attraversò la stanza e spalancò la porta socchiusa.

Dov'è scappato, quel...

Prima ancora che potesse finire di prospettare lo scenario in cui Ferid era scappato nottetempo per tornarsene nel West End si bloccò incespicando nel soggiorno. Ferid era seduto sul divano, con le gambe accavallate, un libro aperto sul ginocchio e la gatta acciambellata accanto: sembrava assorto nella lettura, ma avvicinarsi gli mostrò che nonostante la postura dritta aveva gli occhi chiusi.

Mi ha fatto prendere un colpo. Un altro scherzo del genere e finisce che mi prende un accidente sul serio.

Massaggiandosi il petto in un riflesso automatico Crowley si avvicinò al divano, si chinò e gli tolse pian piano il libro dalle mani. Lui non se ne accorse, quindi ne dedusse che stava proprio dormendo. Lo scosse leggermente posandogli la mano sul ginocchio.

«Ferid.» gli sussurrò. «Ferid, perché stai dormendo qui?»

«Mh...?»

Ferid spalancò gli occhi e lo guardò con l'aria confusa di chi non riconosce la persona che gli sta parlando.

«Non sto dormendo... sto leggendo, io...»

Ferid lanciò uno sguardo assonnato alle proprie mani, che non avevano più alcun libro da reggere. Sospirò piano e chiuse gli occhi di nuovo.

«Perché non sei... Ferid? Ehi, Ferid, che sei, narcolettico?»

Lo scosse un po' più vigorosamente dalla spalla, ma Ferid aprì gli occhi solo per un attimo.

«Non riesco a dormire...»

«Mi sembra che ci riesci benissimo... perché non sei venuto a letto, scusa?»

Ferid alzò la testa di scatto e lo guardò. Si strofinò gli occhi.

«Oh, detective... hai detto qualcosa?»

«Ti ho chiesto perché non sei venuto a letto a dormire.» ripeté Crowley pazientemente. «Invece di dormire qui seduto come una statua di sale.»

«Oh... non riesco a... a...» e si interruppe per un vistoso sbadiglio. «A dormire con qualcun altro...»

Sempre più problematico, eh?

«D'accordo... adesso però io devo prepararmi per andare al lavoro... puoi andare a dormire un po' nel letto e... Ferid.»

Lo resse dalla spalla per evitare che si accasciasse di lato, addormentato. Riaprì di nuovo gli occhi, ma ormai era chiaro che non era lucido a sufficienza da sentire che cosa gli stava dicendo. Sospirò esasperato, ma poi passò un braccio sotto le sue ginocchia, l'altro dietro la sua schiena e lo sollevò di peso.

«Sarò onesto con te: non mi è mai successo di prendere in braccio tre volte una persona adulta, e non avevo mai preso in braccio un uomo prima di te. La tua sta diventando una brutta abitudine.» gli disse mentre lo portava in camera. «Se volevo portare a letto delle persone in braccio facevo dei figli.»

«Dei figli... uh?»

«Ah, allora mi ascolti.»

Arrivò al letto e vi adagiò Ferid, che sembrava molto distante dall'essere lucido abbastanza da sapere che cosa diceva o cosa stava succedendo: era certo che al suo risveglio non avrebbe ricordato niente di quella conversazione. Gli rimboccò la coperta.

Il Vampiro di West End {OwariNoSeraph AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora