Rose mise la lettera in un contenitore di vetro più piccolo di una bottiglia e più grande di un ampolla. Fece un bel nodo con il nastro rosso che aveva già usato per le lettere precedenti e sotterró tutto nell'angolo del giardino dove c'era la tomba di sua madre. In città esisteva un cimitero comune ma il Sistema non permetteva di portare i defunti ad alcune famiglie:
"LEGGE 678= Chiunque si sia opposto al Sistema o abbia violato le Sacre Leggi durante la sua vita, non avrà il permesso di riposare in eterno accanto ai cittadini più rispettosi e riverenti. Il Sistema non è responsabile della tutela delle salme degli insolenti."
Le leggi sono sempre dure, ma lì lo erano ancora di più.
Rose solitamente piantava una rosa ogni volta che mandava una lettera alla madre. La piantava vicino alla tomba perché sua madre amava le rose tanto da chiamare sua figlia come una di esse.
"Rose ti squilla il telefono, corri!" Urlò nonna Amy: una signora anziana, distinta e molto alla mano. Era la persona più vecchia della città, una delle più fortunate per questo motivo, e la migliore cuoca probabilmente del mondo.
"Si, eccomi" Rispose Rose.
"Pronto Rose, sono Addison. Intanto tanti auguri amica mia, sto arrivando sono all'incrocio della piazza vicino al negozio di strumenti. Sarò da te in 5 minuti" Disse la voce dall'altra parte.
"Addison ciao, grazie. Io preferirei starmene a casa oggi... scusa" Affermò Rose di botto.
"Avanti Rose è il tuo compleanno! Sono quasi sotto casa tua vedi di non farmi aspettare" Rispose Addison e chiuse la chiamata.Rose non amava stare sola, anzi d'estate durante il tramonto, quando l'aria era calda ma a sprazzi frizzantina e penetrava nelle ossa quella sensazione di benessere che solo durante le vacanze estive puoi provare, si organizzavano grandi uscite tra i ragazzi della città e Rose era sempre una partecipante attiva. Quelle stesse persone che venivano considerate amiche non si dimostrarono tali nel momento in cui lei perse sè stessa dopo la morte di sua madre. Prima di quel terribile evento però le cose non sembravano andare troppo male: la vita è diversa quando sai di non dover morire presto.
"Rose!" Esclamò Addison appena entrata in giardino: "ho qualcosa da mostrarti, ma devi seguirmi. Non accetto un no come risposta" continuò. E incitò Rose a prendere una bici e a salirci, poi partì con la sua, gridando in mezzo al vialetto a gran voce: "Seguimi o ti perderai la strada!"
Insieme arrivarono in un capanno in periferia.
Addison era tanto elettrizzata quanto Rose sembrava preoccupata: doveva essere quella la "sorpresa".
"So che non sembra accogliente, ma appena entreremo mi ringrazierai di essere qui" Si giustificò Addison come se potesse percepire le sensazioni della sua amica.
"Non è che non mi piace..." Affermò subito Rose.
"Si lo so, messaggio afferrato" rispose Addison.
Entrambe risero. Non succedeva da molto anche se erano amiche vere, non come le altre ragazze con tante "amiche" . Si fidavano l'una dell'altra, non sapevano se era perché realmente erano legate a tal punto di essere quasi sorelle, o solo perché avevano l'una, l'altra, e nessun altro. A volte due persone sole sono vicine perché si fanno compagnia tra di loro.
"Chiudi gli occhi Rose"
"Ma così non vedrò la sorpresa"
"Smettila" La zittì amichevolmente Addison ridendo. E poi sorrisero entrambe, di nuovo.Il capanno era semi buio, c'era qualche candela che permetteva di non inciampare ma non si vedeva molto. Al centro della stanza era sistemato un tavolino con una tovaglia di plastica, sotto piatti e vassoi di pizzette,panini e crostate (opera della nonna che sicuramente era complice di tutto ciò); al centro del tavolo era poggiata una torcia molto grande che faceva luce intorno. Dietro il "buffet" un ragazzo timido guardava le ragazze. Probabilmente era stato piazzato lì perché era l'unico conoscente in comune tra le due, né troppo amico né uno sconosciuto totale.
Addison incitò Rose ad aprire gli occhi.
"Sorpresa!" Dissero, con poca energia, gli organizzatori della festicciola all'invitata.
"Lui chi è?" Chiese Rose facendo finta di non aver mai visto il ragazzo davanti a lei.
"Ma come...me ne parlavi sempre perché hai una cotta per lui dalle medie" Rispose sottovoce Addison visibilmente spiazzata e intimorita di aver accalappiato il ragazzo sbagliato.
"Ehm... No! Cosa dici" Controbattè Rose urlando e arrossendo.
Passò qualche secondo in cui nessuno parlò.
"Io dovrei andare a casa ora..." Rispose il ragazzo, ormai imbarazzato quasi più di Rose, e uscì."Ho fatto tutto questo per te! Pensi che sia stato facile chiedere a quello di venire qui? Sono sembrata una psicopatica. E tu, tu hai rovinato ciò. Sono io il problema? Prima non vuoi uscire, poi non ti piace cosa ho organizzato e come se non bastasse critichi l'unico invitato che è voluto venire, anzi che ho costretto a venire! Perché? Perché ti comporti così? " Addison sputò con tutta la voce che aveva in corpo queste parole che probabilmente avrebbe dovuto rilasciare prima, più lentamente. E invece si sono accumulate e lei è esplosa.
"Vuoi sapere perché mi comporto così? Sto morendo" Esordì Rose con calma e tranquillità, come se sapesse che aveva ragione lei perché c'era una buona motivazione per essere così, così se stessa.
"Tu stai morendo?"
"Non so come ma accadrà"
"Tua madre non...?"
"No Addison, mia madre non mi ha detto come sarei morta e ora come sai non lo saprò più finché non morirò "
"Sai ...quando?"
"Quest'anno"
"Mi... mi dispiace, io non... io non lo sapevo"
"Non sai mai nulla di me"
"E tu cosa sai di me?!"
"Infatti, nulla"
E così dicendo Rose uscì fuori.
Non piangeva, non perché non volesse, ma perché non ci riusciva mai."Dove credi di andare?" Chiese Addison correndole dietro, non con aria di sfida, ma semplicemente come chi è preoccupata per un amica.
"Vado a morire oggi"
"Avanti smettila, ti prego" La implorò Addison.
"Non hai nessun altro oltre a me"
"Nemmeno tu Rose, nemmeno tu"
"Hai ragione, ma non per questo devo accontentarmi" Rispose schiettamente Rose.
"Cosa ti ho fatto? È colpa mia se non sapevo quello che ti stava accadendo?"
"No non è colpa tua, ma nemmeno mia"
"Noi siamo amiche vero?" Chiese Addison mentre Rose era già salita in bici.
"Se tu te ne andassi oggi per sempre, mi mancheresti"
"Vorrei darti i miei anni, non voglio vivere fino ai 70 se tu non sarai con me"
"Ti sto solo abituando alla mia assenza. Ce la farai" Rispose Rose abbozzando un sorriso. E pedalò veloce fino a casa, lasciando la sua non-amica da sola a mangiare gli snack di una festa che morirà prima di lei.Cara Addison,
ho sbagliato lo so. Tutto è complicato per me e non riesco ad affrontarlo da sola, eppure allontano l'unica persona che cerca di capire la tempesta che ho dentro. È vero non sappiamo molto l'una dell'altra, però sono certa che ti ricordi quando scrivevo lettere alle persone. Potevano essere messaggi di scuse per i miei cari o semplicemente frasette motivazionali attaccate con lo scotch per i muri della città. Scrivo ancora, come puoi vedere. Solo così riesco ad esprimermi al meglio e questo mi spaventa: essere diversa da gli altri perché non riesco a comunicare liberamente. Forse è un bene che io mi apra al mondo parzialmente, lasciando una parte della mia anima pura, lontana da chi vuole ferirmi e da chi cerca di rendermi fragile; o forse sono solo una codarda che, per non dire le cose in faccia, si appunta parole gentili compiacendo chi le riceve. Non lo so. Avrai ben capito che in questo periodo non so molto di me, di chi mi circonda e di cosa mi sta succedendo. Sono tanto spaventata: è una situazione nuova e mi sento come se stessi per perdere la mia identità. Non auguro a nessuno di trovarsi nei miei panni.
Parlando di cose serie... forse dopo la scenata di oggi ho deciso di parlare con Luke, ma tranquilla non è nulla di concreto e non gli dirò cosa provo per lui. Probabilmente mi rifiuterebbe se mai fosse a conoscenza dei miei sentimenti, anche se... la vita è una, giusto? Magari posso farci amicizia e vedere come va. Sicuramente, se lo farò, gli scriverò una lettera, perché almeno in questo sono bravina, dai.La tua amica (forse) Rose
La lettera fu lasciata nella cassetta postale della casa di Addison. Due giorni dopo arrivò la risposta che Rose aspettava con ansia.
Ciao amica mia,
non è solo colpa tua e io voglio rimediare aiutandoti. Ho deciso di risponderti usando il tuo stesso mezzo: carta e penna. Potevo scrivere un SMS ma voglio avvicinarmi a te sempre di più per poterti capire.
L'idea di mandare una lettera a Luke è fantastica (scusa per la figuraccia che ti ho fatto fare) se vuoi la scriviamo insieme, anche se non potrò aiutarti molto perché sei una scrittrice formidabile, me lo ricordavo.
Volevo dirti che ho fatto qualche ricerca sul Sistema... quando ci vediamo te ne parlo. Ti aspetto sabato pomeriggio alle 16:00 davanti al Ministero. Forse posso darti un aiuto concreto Rose, forse le tue domande riceveranno risposte.
A presto,Addison
STAI LEGGENDO
Vite differenti con la stessa fine
General FictionRose è una ragazza che ha sofferto molto, dopo una perdita importante è cambiata notevolmente. La città in cui abita è controllata dal Sistema: un'organizzazione che decide come ed in quale anno della loro vita i cittadini dovranno morire. Tutti...