Silenzio. Addison teneva lo sguardo fisso su Rose, impietrita, che sentendo bene rimase certamente terrorizzata. Fu l'amica a trascinarla attraverso la porta facendola sedere sul divano, come per bloccarla lì e cercare di evitare che la bomba ad orologeria in cui si era mutata Rose potesse esplodere.
"La sua casa è molto bella" Farfugliò Addison.
"Vado a fare un tè" Affermò Bartolomeo nella speranza che almeno uno tra i suoi ospiti potesse sentirsi meno a disagio.
Le due amiche rimasero sole per pochi minuti, ma sembrarono ore.Il soggiorno era molto spazioso e ben organizzato: c'erano due divani messi uno dopo l'altro che avevano morbidi cuscini di velluto sopra; sulla parete principale si trovava un camino imperiale (acceso in quel momento); grandi finestre illuminavano il salotto, che al centro era arredato con un tappeto sui colori scuri. Se il resto della casa avesse avuto il medesimo stile del soggiorno, sarebbe risultata molto cupa ma elegante. Proprio come il proprietario.
"Dovresti dire qualcosa, infondo è tuo padre" Disse Addison rompendo il silenzio.
"Non c'è mai stato per me, la mamma mi aveva detto che era in viaggio e che non sarebbe mai tornato" Rispose Rose ancora intontita dalla botta di verità che le era precipitata testa.
"Avresti voluto che fosse così?"
"Forse."
"Io credo che sia un'opportunità. Puoi fargli tutte le domande e magari può dirci come scoprire...Sai cosa intendo."
"Non so se voglio parlarci."
"Rose ascolta, forse le cose sono diverse da come sembrano: noi non possiamo saperlo."
"Mi stai dicendo che lui è quello buono e quella cattiva è mia madre?" Rose fulminò l'amica con lo sguardo.
"Ti sto solo dicendo che ormai siamo qui e dovresti dargli una possibilità."
"Sono spaventata e ho paura che lui si possa inventare tutto quello che dirà. Come sapremo la verità? Non possiamo fidarci perché non lo conosciamo."
"È tuo padre e sapeva che saresti venuta perché lo sperava."
"Puoi scrivere a tua sorella di venirci a prendere? Il tempo che lei impiegherà per uscire e raggiungerci lo useremo per parlare con lui. Se le cose dovessero prendere una brutta piega, almeno, Jane sarà qui vicino."
"Va bene." Le sorrise lievemente Addison.Bartolomeo entrò in scena con un bel servizio di tazze e cucchiaini, posizionato intorno alla teiera su un vassoio di ceramica e si introdusse nella conversazione come se la stesse ascoltando dall'altra stanza e fosse tornato nel momento giusto per non creare ulteriore imbarazzo.
"Tutto bene?" Chiese lui.
"Si." Affermò Rose con un po' di incertezza: "Volevo chiederle... Cioè volevo chiederti se potessi rispondere a qualche domanda, ecco io..." Continuò lei.
"Si, certo dimmi pure" Rispose pacatamente Bartolomeo.
"Perché sei andato via? Perché hai lasciato da sole me e la mamma? Perché non hai mai fatto parte della mia vita?" Le parole strariparono dalla bocca di Rose.
"Non sono andato via. Quando, Anne, tua madre scoprí di aspettare un bambino eravamo tutti davvero entusiasti. Voleva che mi trasferissi da lei, ma non sapeva realmente chi fossi e cosa facessi. Per molto tempo mentii e quando tu nascesti, dissi tutta la verità" Si prese una pausa, sorseggiò del tè e poi riprese il discorso dicendo: "Facevo parte del consiglio di amministrazione del Sistema. Tua madre era contro la nostra organizzazione perché, essa, ti concesse solo 17 anni di vita."
"Lo sapevo, ma..." Lo interruppe Rose.
"Aspetta, fammi finire ti prego." Calò il silenzio e lui continuò: "Anne mi cacciò di casa e mi fece promettere che non vi avrei dovuto cercare, mai. Credeva che fosse colpa mia, pensava che io avessi scelto il tuo destino. Ma io non decidevo queste cose." Un'altra pausa. "Io ti volevo davvero bene" Continuò: "Ma amavo tua madre e rispettai ciò che mi impose. Ho sempre sperato che avrebbe cambiato idea, che sarebbe tornata, e un giorno si presentò alla mia porta. Ho sempre vissuto qui perché non mi sono mai trasferito, questa era la casa dei miei genitori. Mi disse che le serviva il mio aiuto. Io l'amavo davvero, ma il bene immenso che volevo a mia figlia era diverso, non lo avevo mai provato prima e così feci finta di aiutarla. Quando eri piccola io non potevo vederti, ma volevo fare comunque qualcosa per te e così cercai di modificare la tua ^carta di morte^. Come ti ho detto non era di mia competenza decidere il futuro delle persone, ma per te sarei andato anche contro le regole." Il volto di Bartolomeo si fece cupo: non era pronto a quella conversazione anche se aveva sperato per anni di poterla ripetere a Rose in quanto da tanto tempo pregava di rivederla. Così prese un bel respiro e facendosi coraggio continuò: "Purtroppo il Sistema mi scoprì nell'esatto momento in cui capii come darti qualche anno in più. Non mi uccisero perché ero un membro rilevante del consiglio, però dovevano punirmi e soprattutto dovevano impedire che io riprovassi a modificare le carte. Così mi radiarono. Quando tua madre si presentò alla mia porta vidi un'occasione che non poteva sfuggirmi. Dovevo fare a modo mio e parlai con il Sistema per riconquistare la fiducia dei membri più importanti, dicendo di essere a conoscenza di intenzioni particolari di un oppositore, e poi feci il nome di tua madre. Non presi questa scelta, di tradirla, a cuor leggero ma era necessaria. Avevo bisogno di essere riammesso al mio incarico."
Rose si portò le mani al volto come segno di triste stupore misto a delusione e rabbia che Bartolomeo notò ma dovette ignorare per continuare il discorso: "Conosco bene le persone che lavorano per il Sistema e, infatti, con il mio gesto e con la richiesta di perdono e riammissione, sono tornato membro del consiglio. Inizialmente ero molto più sorvegliato di qualsiasi altro cittadino, ma almeno i miei colleghi credevano che fossi di nuovo tornato dalla loro parte."
Le lacrime di Rose bagnavano le sue guance. Non sapeva cosa dire.
Era troppo, tutto insieme. Il tè che non aveva ancora assaggiato era, ormai, diventato freddo.
Addison, impassibile, cercava di risultare rilassata sorseggiando dalla tazza la bevanda calda, ma in verità avrebbe voluto tanto sapere cosa passasse nella testa della sua amica in quel momento esatto.
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Vite differenti con la stessa fine
General FictionRose è una ragazza che ha sofferto molto, dopo una perdita importante è cambiata notevolmente. La città in cui abita è controllata dal Sistema: un'organizzazione che decide come ed in quale anno della loro vita i cittadini dovranno morire. Tutti...