Nonostante fosse sera e anche inverno, un leggero caldo atipico accompagnava il tramonto di quel giorno complicato. Rose arrivò nel luogo dell’incontro prima di Luke, così decise di sedersi sul prato ad aspettarlo. Non ci volle molto prima che i due si riunirono ma durante quel breve lasso di tempo la giovane ragazza costretta a fuggire per trovare una scossa di vita colmò i suoi pensieri di domande, di incertezze: “Se tutto fosse un errore? Se la cosa giusta da fare consistesse solo nell'accogliere il proprio destino?”. I continui ripensamenti e l’inesistente terrore di compiere la cosa sbagliata tormentavano Rose.
“Ciao!” Il saluto di Luke fu come un salvagente improvviso dopo una catastrofe.
“Hey." Rispose Rose discostandosi dai suoi pensieri.
“Scusa, è da molto che sei qui?”
“No, sono arrivata subito dopo aver letto il messaggio perché avevo bisogno di pensare.”
“Questo è un bel posto per pensare.”
“Ci vieni spesso?”
“In realtà è la seconda volta. La prima è stata il giorno del tuo compleanno.”Rose non disse nulla. Luke capì di non doversi aspettare una risposta siccome, evidentemente, aveva toccato un argomento delicato. Perciò continuò lui il discorso, andando dritto al punto: “Immaginavo fosse qualcosa di urgente dal messaggio. Di cosa volevi parlarmi?”
Rose voleva davvero che il ragazzo di cui era innamorata da anni sapesse tutta la verità, avrebbe tanto voluto raccontargli tutto ma non riusciva a parlare di ciò che le stava accadendo perché avrebbe dovuto raccontare il passato e raccontarlo significava riviverlo. Così si limitò a dirgli: “Io di certo non sarei stata la ragazza popolare ma sicuramente sarei andata in una prestigiosa università senza essere una troppo studiosa; avrei avuto un bel gruppetto di amiche un po’ sfigate come me, ma comunque ci saremmo volute bene; avrei avuto un ragazzo fantastico, uno di quelli che preferisce uscire con la propria fidanzata che andare a vedere una partita di baseball con gli amici; avrei trascorso tutte le festività con i miei genitori e mia nonna; avrei anche adottato un cane ma di nascosto perché la mamma ne è allergica; sarei andata a tante feste ed avrei preso la patente; avrei vissuto se mi avessero dato l’opportunità di farlo, non avrei mai sprecato una chance simile.”
“Tu puoi essere ciò che vuoi, sei padrona della tua vita." Affermò lui confuso.
Rose si girò verso Luke e mostrando un delicato sorriso divertito rispose: “Il tempo è la moneta di voi ricchi e io sono terribilmente povera."
“Non dire così, sei fantastica e…” Luke sembrava non aver capito cosa Rose cercasse di comunicargli.
“Non posso!” Alzò la voce lei, e dopo aver guardato il ragazzo di cui era pazza seduto lì vicino, il ragazzo che amava davvero, posò l’attenzione in basso verso il prato, e come se si vergognasse di cosa stesse per dire, come se avesse paura di riprovare quella sensazione di fragilità proseguì il discorso: “I miei genitori sono morti e anche io farò la loro stessa fine prima del compimento dei miei diciotto anni, e la cosa peggiore è che non so come accadrà. Voglio stare per un po’ via, nella casa dove ha vissuto mio padre prima di andarsene per sempre e ho bisogno di te al mio fianco. Ho bisogno di te perché tutti quelli a cui sono legata mi ricordano il mio passato, tu invece mi fai pensare solo al futuro, ed è quello di cui ora necessito.”
“Ascolta io non…”
Rose lo interruppe di nuovo: “Chiamami egoista, pazza, ingrata, ma sono terribilmente stanca di…”
Stavolta fu Luke ad impedire che lei dicesse qualcos’altro. Il bacio tra i due sembrò uno di quelli registrati nei film: fu sincero, inaspettato e speciale anche perché era il primo di Rose. Dopo un momento così nessuno sa mai cosa dire, ma probabilmente Luke aveva già detto tutto, baciandola. Era come un: “Sì ho capito che stai soffrendo e io voglio stare con te!", sembrò il gesto che acconsentì alla folle proposta di fuggire per sempre da quella città, fu una risposta d'amore. Le prime frasi che i due si scambiarono con molto imbarazzo furono: “È un sì?” Detto da lei, e “Certo” Esordito da lui.
Rose non immaginava che lui avrebbe accettato subito: si conoscevano da poco, nonostante lei lo avesse osservato tra i corridoio scolastici milioni di volte. Il ragazzo che tanto bramava e credeva di non poter mai conquistare aveva appena acconsentito alla folle idea di una ragazza vista una sola volta. O forse anche lui la vedeva spesso in quei corridoi, così bella e semplice; magari non solo la guardava ma la notava, credendo che quella ragazza anche solo all'apparenza fosse davvero speciale, a tratti timida e silenziosa proprio come lui.Tutto ciò che accadde dopo successe davvero in fretta: Rose riportò la bici a casa e tornò sulla collina, dove Luke l’aspettava con la macchina del fratello.
“Sai guidare?”
“Sulla carta no, ma me la cavo."
“Tu sei davvero sicuro?”
“Di saper guidare? Ma certo ti stavo prendendo in giro" Rise lui divertito.
“Non mi riferivo alla patente, ma al fatto di seguirmi.” Rose alzò lo sguardo lentamente verso di lui.
“Anche io avevo bisogno di qualcuno che non mi facesse pensare al passato, e poi sei arrivata tu ed ho capito che tu saresti stata quel qualcuno.”
Rose arrossì: non era abituata a tanta sincerità gratuita.
“Sei sicuro che non faremo un’incidente?” Cambiò discorso lei pur di sentirsi meno in imbarazzo e più in sicurezza.
“Sali, dai.” Le sorrise lui mettendo in moto.
La soggezione tra i due diminuì pian piano ed il viaggio risultò anche piacevole: Rose si sentiva finalmente libera di allontanarsi dagli eventi traumatici che la legavano a casa sua, anche se stava andando nell’abitazione di suo padre provò comunque sollievo per il semplice fatto che non era sola: combattere il passato senza nessuno è più difficile e Luke era come una ventata d'aria fresca per lei. Tutta questa apparente serenità fu interrotta dalla chiamata di Addison che cercava di contattare l'amica da ore.
“Puoi rispondere, perché solo il guidatore non può guardare il cellulare mentre viaggia.” Disse lui scherzando e mantenendo lo sguardo sulla strada.
Rose scrutò fuori dal finestrino il paesaggio che sembrava sfrecciare in direzione opposta a loro e non disse nulla.
“Chi ti sta chiamando fa parte del tuo passato?” Domandò lui con una delicatezza protettiva nei confronti di lei, che annuì.
Il telefono continuò a squillare per altri secondi e poi Addison si arrese momentaneamente.
Luke parcheggiò la macchina ed aiutò Rose a portare le provviste.
“Quindi questo è tutto il cibo che abbiamo?” Chiese lui mentre tirava fuori una bottiglia d’acqua.
“In frigo e nella dispensa dovrebbe esserci dell'altro. Aiutami ad attivare il contatore dell’acqua.”
“Dove sta?”
“Forse fuori."
“Vado a vedere." Disse lui, ed uscì.
Tornare in quella casa era il prezzo da pagare per acquisire un po’ di libertà, ma Rose si sentiva così schiacciata dai pensieri che l'unica cosa da fare era sperare che con il tempo il dolore si sarebbe affievolito.
“Prova ad aprire il rubinetto!” Urlò Luke dall'esterno.
Lei si avvicinò al lavello in cucina e con sua grande sorpresa vide che finalmente una cosa era andata come aveva sperato: l’acqua era tornata. Finalmente Rose poteva concedersi una doccia calda rigenerante, ma era così stanca che si fiondò sul divano.
“Possiamo finalmente lavarci?” Chiese Luke tornando di corsa dentro casa.
“Possiamo lavarci." Rise lei, senza troppa evidente gioia.
“E non sei felice?”
“Sì.”
“Va tutto bene?” Domandò lui preoccupato mentre si sedeva accanto a lei.
“Vorrei che questo momento durasse per sempre.” Rispose lei guardando con prematura malinconia il ragazzo che le piaceva. Poi continuò a dire: “È stato il mio primo bacio e non so come sia andata...”
“Vuoi una parola per descriverlo? Beh è stato magico." Disse lui enfatizzando sull'ultima parola, con una dolcezza immensa.
Lei sorrise e lo abbracciò. Fu una reazione improvvisa ma molto spontanea.
“Vorrei tanto aver vissuto tutto quello che le ragazze della mia età hanno già fatto milioni di volte.” Confessò Rose timidamente ma sicura di ciò che intendeva.
“Per esempio?” La stuzzicò Luke.
“Ci sono cose che molti ragazzi fanno spesso e…”
Luke sorrise divertito ma un po’ imbarazzato.
“Lascia stare.” Disse lei tornando sui suoi passi mentre distoglieva lo sguardo altrove.
Lui prese delicatamente il suo volto e guardandola si morse il labbro. Rose scoppiò a ridere come non mai ed arrossì.
“Mi sto calando nella parte.” Si giustificò Luke e poi cominciò a baciarla delicatamente mentre si avvicinava a lei. Poi si allontanò un attimo per chiederle se fosse sicura di cosa stesse per accadere, e se lo volesse sul serio e Rose gli rispose: “Non credo avrò mai tempo e voglia di conoscere qualcun altro con cui…”
Lui la zittì con un dito per poi avvicinare le sue labbra e baciarla ancora. Quello fu decisamente il giorno più brutto ma con la notte più bella che Rose avesse mai vissuto.
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Vite differenti con la stessa fine
General FictionRose è una ragazza che ha sofferto molto, dopo una perdita importante è cambiata notevolmente. La città in cui abita è controllata dal Sistema: un'organizzazione che decide come ed in quale anno della loro vita i cittadini dovranno morire. Tutti...