“È una pessima idea!” La voce squillante di Addison risuonava nella stanza.
“Credi che cercare il libro sia una pessima idea?!” Rispose a tono Rose.
“Non voglio che tu soffra ancora.”
“Non ho nulla da perdere.”
“Smettila!” Addison si mise le mani nei capelli e gridò disperatamente.
Il silenzio invase la stanza e scacciò le urla disgraziate anche se le due amiche continuarono a singhiozzare silenziosamente.
“Devo farlo. Anche se accadrà qualcosa di brutto.”
“Ma tu…”
“Loro hanno rischiato per me, cosa ho fatto per loro? È il momento che sia io a mettermi in pericolo per me stessa.”
Addison capì che non c'era modo di far cambiare idea a Rose. Era giunto il tempo di chiudere questa vicenda, bisognava farla finita.
L'una fissò con gli occhi lo sguardo dell'altra per qualche istante come se volessero comprendere meglio le emozioni reciproche.
“Devo andare" Annunciò fermamente Rose mentre si asciugava le lacrime con i lembi della felpa.“Nonna dove sono le chiavi della casa di papà?” Continuò lei mentre scendeva le scale.
“Dove vai?” Domandò l’anziana con voce dolce di chi già è a conoscenza della risposta.
“Dove sono le chiavi?” Insistè la ragazza.
“La casa di Bartolomeo sarà piena di guardie che la perquisiscono, non è sicuro andare." Il suono di queste parole era ricco di affetto.
“Dove sono le chiavi?” La voce di Rose iniziava a tremare.
L’anziana aveva assunto un tenero sguardo di compassione ed empatia.
“Le ho messe lì dentro. " Rispose facendo un cenno con la testa.
Rose si avvicinò al mobile dove era posizionato in bella vista un antico vaso in ceramica vuoto. Lei ci inserì la mano ed estrasse la chiavi; se le mise in tasca e dopo aver preso il cappotto sull’appendiabiti sbatté la porta uscendo.
Addison vide dalla finestra la sua migliore amica salire sulla bici e sfrecciare via, dopo che non era riuscita a trattenerla con lei, dopo che aveva fallito nel proteggerla.Rose sapeva perfettamente perché la nonna aveva nascosto le chiavi, infatti Bartolomeo gliene aveva consegnata una copia per permettere alla ragazza di entrare in casa sua e trovare la lettera, non per altro. Non era teoricamente previsto che nessuno tornasse in quella casa dopo il giorno dell’esecuzione, ma come dice sempre Rose: le cose non vanno mai come dovrebbero.
Il viaggio fu più lungo del solito e anche più faticoso per via del mezzo di trasporto differente. All’arrivo la bici fu poggiata all'esterno vicino l'entrata. La ragazza aveva le mani tremolanti e con difficoltà riuscì ad aprire la porta. Entrare in quella casa le provocò un tuffo al cuore, i ricordi riaffioravano in modo straziante. Il salotto era in completo disordine (come del resto le altre stanze) e Rose si sentì profondamente ferita per il poco rispetto che il Sistema aveva di suo padre, così decise di mettere in ordine. Mentre si aggirava per la casa con l'intento di sistemare, la ragazza sopportava il lacerante dolore che la lama della perdita provocava mentre lacerava il cuore della giovane con insistenti pensieri su Bartolomeo.
Improvvisamente il telefono squillò sospendendo la lotta che Rose stava facendo con sé stessa.
“Pronto, ci sei?” Chiese la voce dall'altra parte: era Addison.
“Perché mi hai chiamato?” Domando Rose infastidita anche se quella telefonata, distraendola, le aveva concesso di riprendere fiato dai ricordi.
“Volevo assicurarmi che stessi bene.”
“Sto bene.”
“Sono a casa mia, se vuoi mando Jane a riprenderti.”
“Non ne ho bisogno, grazie” Rose era fredda e distaccata.
“Chiamami se hai bisogno di qualcosa o semplicemente di qualcuno.”
“È tutto okay.” Rose terminò la chiamata e tornò ai suoi problemi.Nonostante la casa dopo qualche minuto di faccende apparì subito più ordinata Rose non riusciva a trovare il libro, era distrutta fisicamente ed emotivamente. Si diresse verso il bagno per sciacquarsi il viso, ma dal rubinetto non usciva nulla. Controllò anche il lavabo in cucina ma niente: non c'era acqua. Questo le risultò strano in quanto la l’elettricità funzionava, perciò decise di tornare in bagno e di tirare lo sciacquone per capire se il guasto riguardasse solo i lavelli. Purtroppo però nemmeno da lì non uscì una goccia di acqua. Non doveva essere tutto casuale. Rose decise di aprire la cassetta di scarico per controllare se ci fosse acqua e quindi se il problema si trovasse solo nelle tubature. Niente, completamente asciutta, asciutta ma non vuota. Il libro delle profezie era stato intelligentemente inserito in una busta trasparente per evitare eventuali perdite di acqua dai tubi e poi era stato riposto nella cassetta di scarico, geniale.
Alla visione del manoscritto Rose impallidì. Bartolomeo probabilmente staccò l'acqua prima che lo portassero via, quando le guardie suonarono alla sua porta e poi lo sequestrarono. Lui lo sapeva. Lui sapeva che sarebbero venuti a prenderlo e quindi nascose il libro prima. Ma come era a conoscenza di tutto? Come poteva anche solo immaginarlo? Rose non lo scoprì mai.
La plastica attorno il libro era umidiccia e la ragazza la tolse subito, poi sfogliò il libro per verificare che fosse intatto. Tutto questo era assurdo. Rose respirò profondamente focalizzando la sua attenzione sul suono del respiro, e non su quelli che aveva appena scoperto: si sentiva complice e colpevole insieme, sollevata perché aveva il libro ed impaurita per lo stesso motivo. Non c’era tempo da perdere. La ragazza sistemò la cassetta di scarico e cercò una busta nuova dove riporre il libro, poi uscì dall’abitazione, richiuse la porta, posizionò il manuale delle profezie nel cesto della bici che aveva davanti al manubrio e si voltò verso la casa, prima di prendere un altro bel respiro e di pedalare via.
Rose rientrò a casa senza fare rumore, lasciò le chiavi all'entrata e lentamente salì in camera sua. Mise il libro a terra e si fiondò sul letto. Era stremata da tutto, voleva solo avere un ristoro da qualsiasi cosa la circondasse, una pausa dal mondo. Aveva trovato il libro e ora? Non le serviva a nulla senza un sensitivo, e poi era davvero quello che voleva?
Il Sistema cercava già il libro, che era un magnete per guai e punizioni.
Rose rifletté a lungo su cose fare, poi le venne un'idea folle: scese silenziosamente in cucina e prese due bottiglie d’acqua e qualcosa da mangiare, dopo tornò in camera e mise le scorte di cibo in una grossa sacca insieme a qualche indumento, infine scrisse un biglietto per due persone.Ciao nonna, ciao Addison,
ultimamente sto scrivendo sempre più lettere rivolte a due persone ma nello stesso messaggio e questo non credo sia positivo. Starò via per un po’. Devo pensare a me. Mi dispiace lasciarvi, mi dispiace perdere l'anno a scuola, mi dispiace andare via ma non ho tempo. Se ho voglia di fare qualcosa devo farla perché non posso più rimandare nulla. Sono stanca di vedere le persone morire e non riuscirei a tornare tornare alla normalità, a far finta di nulla: non mi sentirò mai più ragazza di una volta. Anche se siete tutto ciò che mi resta voglio passare un po’ di tempo con i miei pensieri. Rimarrò in città ancora per pochi giorni e poi andrò via, non so come ma uscirò da questo buco di organizzazione, sfuggirò al Sistema. Vi lascio il libro delle profezie tanto nessuno sospetterebbe di voi (comunque nascondetelo in un posto sicuro e soprattutto lontano).Vi voglio bene anche se non l'ho mai dimostrato come avrei voluto.
Rose
Tutto d'un tratto entrò la nonna nella cameretta e Rose infilò velocemente la lettera sotto il cuscino, appena in tempo.
“Quando sei tornata?” Chiesa l'anziana.
“Da poco… ma devo scappare perché sono in ritardo” Rispose lei, e si alzò velocemente ignorando il manuale delle profezie che aveva lasciato a terra.
Poi prese la nonna per mano quasi per trascinarla altrove ed uscendo dalla cameretta si caricò la sacca con vestiti e cibo sulla spalla.
“Che cos’è?” Domandò ancora la nonna.
“Cose per una serata con amici" Le disse Rose esitando un secondo mentre chiudeva la porta della stanza.
“Non fare tardi"
“Ciao nonna."
Rose le diede un bacio sulla guancia e scese le scale di fretta per prendere le chiavi della casa di Bartolomeo, di nuovo. Dopo aspettò che la nonna la raggiungesse per farle un cenno di saluto con la mano prima di uscire.L'aria esterna era frizzante e pungente, la ragazza scrisse anche a Luke, ma un SMS:
"Hey, scusa se non ti ho chiamato dopo l’appuntamento ma ho passato dei giorni difficili. Ti va se ci vediamo sulla collina, dove Addison ha organizzato il mio compleanno, tra poco? Devo parlarti e darti delle spiegazioni. Ah comunque sono Rose:)"
A lei piaceva veramente lui, ma il giorno dell'appuntamento era così sovrappensiero che non si godette l'uscita. Non si aspettava che Luke comprendesse la situazione, però aveva bisogno di un'altra opportunità, aveva bisogno di costruirsi una nuova vita lontano da ciò che l'aveva fatta soffrire in modo atroce.
Il ragazzo era online e ripose subito:
"Si. Sarò lì in pochi minuti, spero sia importante."
Rose montò in sella e velocemente pedalando in modo frenetico si lasciò alle spalle il vialetto di casa, per la seconda volta in un giorno.
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Vite differenti con la stessa fine
General FictionRose è una ragazza che ha sofferto molto, dopo una perdita importante è cambiata notevolmente. La città in cui abita è controllata dal Sistema: un'organizzazione che decide come ed in quale anno della loro vita i cittadini dovranno morire. Tutti...