Capitolo 4

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Bianca
Quando Ciro mi prese per mano, volevo scomparire per l imbarazzo, ci appoggiammo a un muretto dove si poteva vedere il mare.
<<Allorà si può sapé e' aro' si, ca' ci fai qui?Disse>>
L'ultima cosa che volevo era che qualcuno scoprisse il mio passato e capisse quanto fosse incasinata la mia vita.
<<Ciro, devo tornare dentro dissi>>
la domanda non era di mio gradimento, lo guardai nei suoi occhi neri e profondi, senza far trasparire alcuna emozione e soprattutto senza rispondere, lui non si arrense e cambiò domanda.
<<Ciù ciù, ti piace il mare di Napoli?>>
Disse, ignorando quello che avevo detto.
<<Si ma non conosco molti posti, dissi>>
<<C stong ij, te portò quann bbuo' >>
Sorrisi imbarazzata.
<<Devo tornare dentro, dissi>>
<< Lasciàm o' toje nummero e' telefono nu' e' chisti iuorni te chiamm e te portò o' mar, disse>>
Gli lasciai il numero e tornai subito dentro, il mio capo mi fece subito cenno di andare da lui e così feci.

Ciro
I pochi minuti con Bianca non mi erano bastati per scoprire qualcosa in più su di lei, è misteriosa, non mi risponde mai quando le faccio domande sul suo passato e questa cosa mi intriga.
Rientro dentro è subito Edoardo, non perde occasione di farmi una battuta.
<< Crè Cirù, t piac sta femmn? Ma è chella ca' aie seguitò?disse lui divertito>>
Non è che l avessi proprio seguita diciamo che il giorno dopo averla incontrata di sera, mentre smerciavo la roba che Edo non era riuscito a piazzare, l ho intravista e mi sono assicurato che arrivasse a lavoro sana e salva , è così che ho scoperto dove lavora e dove ho organizzato il compleanno a Edo.
Anche Teresa, che ormai fa' coppia fissa con il suo "poeta" seduta accanto lui rise e mi disse:
<<Ma chella uaglion e accussì important p te?>>
Non risposi, io volevo fare finta di niente, volevo davvero che non m' importasse, ma lei mi assomigliava e se era così, come mi sentivo io, voleva solo dire che dentro di lei c'era un gran casino, una cosa è certa sussurrai tra me e me.
"Sta femmn m farà ascí pazz.

La serata per fortuna si concluse bene, e quando finalmente tutti andarono via  dopo aver pulito tutto tornai a casa anche io.

21 marzo 2010
Bianca
Era una domenica pomeriggio del giorno di primavera, e io mi stavo avviando a lavoro, non avevo ancora ricevuto nessuna chiamata da parte di Ciro, fingevo che non mi importasse ma in realtà, sotto sotto un po' ci speravo. La serata si era svolta nel migliore dei modi, avevamo finito prima del solito, io e Valeria stavamo spazzando per terra quando udì Luca urlare in modo scherzoso "siamo chiusi!!" Appena la porta fece rumore perché qualcuno l aveva aperta.
Mi girai e vidi quello che nessuno vorrebbe mai vedere, quattro ragazzi incappucciati che ti puntano un arma addosso, mentre si prendono tutto l incasso della settimana.
Luca cercò di opporsi, ma venne buttato a terra da due di loro e picchiato, un altro svuotava la cassa e puntava la pistola in testa alla moglie del titolare, e il capo banda, presumo, si avvicinò a me, e mi disse qualcosa in napoletano che non capì.
<<Non ho capito, dissi>>
<< Ah no, disse lui>>
Mi prese per i capelli facendomi tirare la testa in su', e in un italiano perfetto mi disse:
<<Devi dire al fidanzato tuo, che a me e alla famiglia mia, nessuno può toglierci la piazza di spaccio, nemmeno un Ricci hai capito?>>
<<Ricci? Dissi, che centro io con i Ricci?>>
<< Non mentire pccrè, ti hanno vista con Ciro, più di una volta, rivoglio ciò che era mio, o io ogni settimana verrò a riscuotere, allora riferirai il mio messaggio?>>
Abbassai la testa, la situazione non era delle migliori, Luca era per terra e perdeva sangue dal labbro, Maria la moglie del proprietario piangeva disparata, pregandoli di uscire visto che avevano tutti i soldi
<<Si, dissi>>
Dopo quella risposta, ricevetti uno schiaffo da quest' ultimo che mi lasciò un segno non indifferente, uscirono di corsa.
Rimanemmo per terra scossi per alcuni minuti, non so quanti, finché quella maledetta porta non si aprì di di nuovo, ma questa volta ad entrare fu Ciro.

Ciro
Sono stati giorni di inferno, ero riuscito a sistemare quella questione tra le due famiglie nonostante l' arrivo dei carabinieri, ma qualcosa non quadrava, c erano stati parecchi furti e la gente non riusciva più a pagare il pizzo alla famiglia a cui avevo ceduto il quartiere, avevo perciò detto a tutti di tenere orecchie e occhi aperti, dovevo capire se erano collegati o no, soprattutto perché ieri ci era arrivato un nuovo carico e dovevamo procedere per piazzarla. Finalmente avevo una serata "libera", ovviamente con quello che faccio non ho giorni di riposo, quindi vivo un po' alla giornata, pensai di chiamare Bianca ma decisi poi di presentarmi di persona a lavoro.
Entrai tranquillo, visto che era ancora presto sicuramente non avrà finito di lavorare, aprì la porta e subito senti la signora Maria piangere, "basta, nun avimm cchiu' renari" urlava, il mio sguardo si posò su Bianca, o meglio sulla sua guardia rossa.
<<ca' sfaccimm è succèss, dissi>>
Avventandomi su Bianca, toccandole con le nocche la guancia rossa, facendogli una leggera carezza
<<ciù ciù, guardàm dissi, ancora perché nessuno mi rispondeva >>
<<Cí disse lei, questo era l ennesimo messaggio per te, non so chi, mugulai rivuole il suo quartiere>>

Bianca
L espressione di Ciro cambiò in un secondo, sgranò gli occhi, quasi gli uscivano di fuori, prese il telefono e chiamò qualcuno.
<<Noi c vrimm riman, mi disse>>
<<Ciro dove vai? Gli dissi>>
<<nun te preoccupare, nun fa strunzat, gli disse il mio titolare>>
<<Ci pensò io, rimman vi ripòrt tuttò, disse>>
Qualcuno rispose al telefono, le uniche parole che sentì mentre usciva furono:
"Aspittm a casa mo veng, raduna gli altri, amma fa' capi' chi comànd"

•spazio autrice•
Come reagirà Ciro? Chiuderà un occhio o andrà giù pesante?!

Mare Fuori - Il ritorno del Boss ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora