Capitolo 5

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Ciro
Uscì da lì e chiamai anche mio padre per avvisarlo di ciò che stavo per fare.
Telefonata tra Ciro e suo papà :

Ciro: Song in so cosa sta succedendo
Don Salvatore: ma c vai ricenn Cirù?
Ciro: i Di Salvo stanno creando problemi, stasera l'accir!
Don Salvatore: vabbuò, ma tu devi essere nu poc chiu furb
Ciro: sto strunz ma cagat o cazz,  nisciuno si mettè contrò e' me
Don Salvatore: Cirù chill omm e merd adda suffri
Ciro: mo vrc ij
Don Salvatore: brav comm te agg mbarat ij, senza lasciare traccia.
Ciro: vabbuò Nun t preoccupá
Fine chiamata

Arrivai da Edo che avevo chiamato mente uscivo dal ristorante, trovai lui, Pino, Pirucchio e mio fratello che aveva mandato papà già pronti in macchina ci dirigemmo verso il quartiere dei Di Salvo, dopo aver chiesto un po' in giro ci dirigemmo verso un capanno abbandonato, probabilmente era lì che quei topi di fogna si nascondevano.

Edoardo
Erano le 23.00 di sera passate, mi squilló il telefono era Ciro, risposi subito, c'era stata una rapina i Di Salvo, quelle merde, mi disse che dovevo radunare gli altri e così feci dopo poco ci raggiunse anche lui, dopo vari giri li trovammo in un capannone abbandonato, scendemmo dalla macchina puntai la pistola verso uno di loro e sparaí.
Quando eravamo chiusi in carcere promisi a Ciro che ci saremmo presi tutta Napoli, che sarei stato sempre al suo fianco, d'altronde ero il suo braccio destro.
Alzai la testa e vidi che anche Pino e Pirucchio avevano premuto il grilletto contro gli alitri due, mancava solo il più grande dei Di Salvo, ma a lui ci avrebbe pensato Ciro.

Ciro
Guardai il piu grande dei Di Salvo, e gli sparai un colpo alla gamba, lui cadde a terra e si inginocchiò.
<<nisciuno si mettè contrò e' Riccì>>
Queste furono le ultime parole che gli dissi prima di sparargli un colpo in testa.
Presi della benzina dal bagagliaio della nostra macchina, recuperai i soldi che avevano rubato e poi diedi fuoco a loro e alla loro macchina.
Feci un sorriso maligno, ero soddisfatto, eccitato, mi sentivo potente.

Domenica 28 marzo 2010
Bianca
Dopo quella sera il mio capo decise di chiudere per una settimana, lo chiamai per sapere se avessero bisogno di qualcosa, anche a volte era irrascibile volevo bene a lui e a sua moglie, mi disse che era tutto a posto che Ciro era passato a lasciarli tutti i soldi che ci avevano preso, io invece non l avevo più ne visto, ne sentito, era sparito.
I giorni seguenti accaddero delle cose strane, quando tornavo a casa la sera notavo sempre o un motorino o una macchina che faveva avanti e indietro, e con quello che mi era successo nei giorni precedenti un avevo un po' di paura, per fortuna rientrai sempre a casa senza problemi.

Giovedì 1 aprile 2010
Ciro
Questa settimana ho dovuto mantere un profilo basso, dopo quello che avevamo fatto al capanno, mentre tutte le famiglie sapevano che ero stato io, la polizia non sospettava niente e soddisfatto di ciò potevo andare avanti con i miei piani, avevo preso un accordo con una famiglia di Roma ed entro questo fine settimana avrei dovuto portargli un carico e stavo cercando di organizzarmi, quando all'improvviso suonò il campanello, Nina la domestica aprì, ed entrarono Edoardo e Teresa, chiesi a Edo se fosse tutto a posto e lui mi fece un cenno con la testa di si, durante questa settimana avevo chiesto a lui e agli altri di tenere d'occhio Bianca quando tornava a casa la sera dopo il lavoro, non volevo le succedesse nient'altro.
Vidi Teresa che trafficava all'interno del mio motorino ma non capì bene cosa stesse facendo, mi sorrise e mi disse solo "mi ringrazierai domani", li salutai e uscì di casa per andare a prendere Bianca, tutto ciò che volevo adesso era stare un po' con lei.

Bianca
Finisco di lavorare, esco dal ristorante e all'entrata mi trovo Ciro seduto sul suo motorino.
<<Ciù ciù, vienì cu me te portò in nu' postò speciàl>>
Non gli risposi, gli sorrisi soltanto e salì sul motorino, e lì mi resi conto di una cosa che non potevo più ignorare, lui mi piaceva.
Arrivammo in spiaggia, vidi che aprì il motorino e fece un piccolo sorriso, dopo tirò fuori un telo, lo aprì e lo stese sulla sabbia, ci sedemmo sopra il telo guardando entrambi il mare, dopo pochi secondi mi disse:
"Allorà? Me o' bbuo' ricere cosà ci fai qui a Napolì? Raccontàm a' storià toja.."

Ciro
Arrivai davanti al ristorante di Bianca, le chiesi di venire con me, non mi rispose sorrise soltanto prima di salire sul motorino, e partire. Tienè sempe nù sorrís quann me guardà, è troppo bella, pensai tra me e me, arrivammo finalmente al mare, aprì il motorino curioso di quello che Teresa ci aveva messo e sorrisi quando vidi un telo, lo stesi sulla sabbia ci sedemmo e le chiesi di raccontarmi la sua storia, lei non mi disse molto, solo che era stanca del nord, che aveva un'amica qui a Napoli e che si era trasferita, sapevo che c era dell'altro, ci doveva essere per forza, nei suoi occhi ci vedevo tanta malinconia e tristezza, mi ricordavano quelli di qualcuno, i miei.
Anche lei mi chiede di raccontargli la mia "storia", gli dissi tutto che avevo ucciso il mio migliore amico, anche se non volevo, anche se non volevo dopo quelle parole lei mi baciò.

Bianca
Non raccontai a Ciro tutta la verità, mi sentí ancora più in colpa quando invece lui lo fece, mi disse che aveva ucciso una persona anche se non voleva, nemmeno io volevo, "non voleva" quelle parole crearono una sorta di legame tra me e lui, senza pensarci lo baciai, un bacio che lui non tardò a ricambiare, mi stese sul telo si mise su di me, mi chiese l accesso con la lingua che non rifiutai, mi baciò il collo, provocandomi dei brividi, che lo fecero sorridere soddisfatto, si avvicinò al mio orecchio è mi sussurró " t  vogl", dopo pochi sencodi si staccò, mi guardò in faccia e mi disse: "jammucen".

Mare Fuori - Il ritorno del Boss ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora