Capitolo 3

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Mercoledì 17 marzo 2010

Ciro
Mi sveglio nel mio letto pensando a quello che è successo ieri, cercando di capire c sfaccimm poteva essere successo, scendo per fare colazione, do un bacio in fronte a mia mamma Paola e saluto Nina la nostra governante, e poi mi rivolgo a papà

<< Ma c sfaccimm è successo stanotte?>>
<<Ma c vai ricenn Cirù? Mi risponde lui>>
<<Ah non lo sai? Stanotte si sono scontrati per una piazza di spaccio>>

Non mi risponde, lo liquido con un: "faccio colazione e ci penso io", lui annuisce. Sono contento che mi faccia fare, mi piace gestire le altre famiglie mi fa sentire potente, finisco la colazione e mi faccio dare un passaggio da lui.
Ad attendermi insieme alle due famiglie non c'è nessuno dei "miei", gli altri mi aspettano al ritrovo, tanto è una cosa che avrei sbrigato in pochi minuti.
I due iniziano a litigare, per chi si doveva contendere la zona di spaccio, dopo varie tarantelle riesco a trovare un punto d'incontro, quando all'improvviso sentiamo delle sirene, maledetti infami, jammucen urlo, inizio a correre tra le vie di Napoli.

Bianca
Mi sveglio, come al solito in ritardo oggi mi tocca il doppio turno a causa di un compleanno molto importante a detta del mio capo, per fortuna Chiara è di riposo così mi lascia la macchina, ieri sera abbiamo fatto tardi, dopo aver lasciato Ciro ho raggiunto lei ovviamente non le ho detto niente di quello che era successo prima.
Sento la porta della sua camera che si apre, e la vedo con una faccia assonnata mentre mi prende in giro perché sicuramente farò ritardo.
Scendo di casa ore 10,30 tempo di arrivo 15 minuti circa , ce la posso fare pensai tra me e me. Metto in moto e parto, essendo in orario non correvo e per fortuna, altrimenti avrei di sicuro investito questo idiota che si è buttato sul mio parabrezza facendomi inchiodare, l'idiota alza la testa lo guardo negli occhi quasi mi venne da ridere, era Ciro.

Ciro
Iniziai a correre, ma una guardia mi inseguiva non mi aveva riconosciuto perché non urlava il mio nome ma solo di fermarmi, ero più veloce di lui ma non sarei riuscito a correre ancora per molto, sbuco da una via attraverso senza guardare e sento una macchina inchiodare e darmi del deficiente, sbatto sul suo parabrezza alzo lo sguardo per vedere chi cazzo si era permesso di insularmi, e quando intravedo il viso di Bianca noto che lei stava già sorridendo, quanto cazzo era bella quando sorrideva, com'era possibile che si trovava sempre nel posto giusto al momento giusto. Corro dal lato passeggero e mi infilo in macchina.

<<Buongiorno, disse sorridendo>>
<<Buongiorno, risposi divertita dove la porto?>>
<<Parti, disse >>
si limitò a dirmi le indicazioni basi, senza una meta precisa.
<< Ciro, manca ancora molto? Devo andare a lavoro, oggi mi aspetta una giornataccia doppio turno gli dissi >>
<<No, rispose lui ecco lasciami qua>>
Aprì la portiera e mi disse:
<< Grazie, ci vediamo stasera>>

Bianca
Accompagnai Ciro in questo posto che ovviamente da sola non sarei capace di raggiungere nemmeno volendo, non gli chiesi dove fossimo diretti, sicuramente meno sapevo e meglio era, arriviamo, esce dall'auto e per prima volta lo sento dire: "grazie", credevo non consocesse il significato di questa parola. Dopo aver incassato altre battute da parte del rossiccio, decido di andare via.

Ciro
Mi faccio accompagnare da Bianca al ritrovo dove mi aspettano Edo e gli altri, quando sarò lì finalmente potrò tirare su un sospiro di sollievo,scendo dalla macchina, la ringrazio questa volta mi ha davvero aiutato, sento Totò che gli dice qualcosa tipo "pccrè, e quando me lo dai un passaggio pure a me?" Lo fulmino con lo sguardo, Edo se ne accorge, lui mi consoce meglio di chiunque altro, alza il sopracciglio divertito e senza giri di parole mi chiede
<<Ma chi è Cirù?>>
<<Nessuno, dissi >>
<<È quella di ieri sera vero? Sorrise>>
<<Non risposi, piuttosto dissi sei pronto per stasera? >>
<<E certo, rispose lui sorridendomi>>

Oggi è il suo compleanno e stasera lo festeggeremo nel ristorante dove lavora Bianca, si ammetto di essermi informato su dove lavora, e ho anche scoperto che miei consocono i proprietari, e che mio padre ci va spesso quando deve fare coincidere pranzo e affari.

Bianca
Vado via mentre penso alle parole di Ciro "ci vediamo stasera", stasera...
Bianca! Mi richiama la mia coscienza, sveglia o rischi un incidente.
Arrivo al ristorante, incrocio lo sguardo severo del titolare per il mio ritardo, ma per fortuna mi vuole bene e quindi ha chiuso un occhio, avvicinandosi a me mi dice "miraccomando stasera ho bisogno di te al 100%, abbiamo un compleanno importante" quel tavolo lo affido a te. Va bene dissi. Ignara di chi mi sarei trovata.

Ciro
Arrivamo al ristorante, un cameriere ci accompagna al nostro tavolo, era rotondo, più che un compleanno sembrava una tavolata per un matrimonio, ma vabbè solo il meglio per Edoardo, ci sediamo e inizio a guardarmi in torno e finalmente i miei occhi si posano su Bianca, aveva un jeans nero, una camicia bianca e i capelli raccolti da una coda di cavallo alta, era perfetta. La cena si svolse senza problemi, fino al brindisi quando per sbaglio una cameriera fece cadere sul vassoio il mio bicchiere di spumante, rovesciandolo quasi tutto, Bianca intervenne subito scusandosi con me, ovviamente non me ne fregava niente del bicchiere anche perché me ne fu dato subito un altro, ma proprio in quel momento vidi la mano del suo capo sul braccio di Bianca mentre la stringeva forte e le parlava con un tono che con lei nessuno poteva permettersi di usare.

<<Ciù ciù, dissi tutt appost?>>

Bianca
Il secondo turno era iniziato ormai da un'oretta circa, vidi Luca che accompagnava i ragazzi al tavolo, un brivido mi salì lungo la schiena quando vidi Ciro, era bellissimo, aveva i jeans strappati e una camicia nera, subito mi vennero in mente le sue parole "ci vediamo stasera", ora era tutto chiaro, la cena si svolse bene, tra un piatto è l'altro, lui non mi perdeva mai di vista, mi lanciava certe occhiate che non ricambiai perché questa cosa mi faceva sentire un po' a disagio.
Ultimo sforzo e poi se ne andranno pensai tra me e me, mentre Valeria versava l ultimo bicchiere di spumante a Ciro, le scivolò sul vassoio, il mio capo si precipitò al tavolo, cercai di mantenere la calma sapevo quanto poco gradevole diventasse quando sbagliavamo davanti ai clienti, Luca potrò subito lo spumante a Ciro che non si lamentò nemmeno per un secondo, mi girai e vidi il mio capo di fronte a me.

<<Ti avevo detto che li dovevi servire tu disse>>
Sentì la sua forte presa sul mio braccio che all'improvviso lasciò, quando udì la voce di Ciro.

<<Ciù ciù, dissi tutt appost?>>

Arrossì, per come mi aveva chiamata.

<<Si, dissi>>
<<Ah, vi conoscete? E non lo sapevo io, disse subito il mio capo indietreggiando>>

Era chiaro che la sua famiglia aveva una certa influenza.
<< A uaglion viene con me dieci minuti, disse Ciro>>
Il mio capo annuì, prese il suo bicchiere, il bicchiere dal vassoio di Valeria, e dopo averlo dato in mano a me, con l'altra mi prese per mano e mi trascinò fuori nel dehor, dove appoggiati al muretto si intravedeva il mare di Napoli.

Mare Fuori - Il ritorno del Boss ~Ciro Ricci~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora