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Mi alzai alla luce che filtrava attraverso la finestra, la stanza sembrava congelata. Un braccio era intorno alla mia vita, Harry russava leggermente, ancora addormentato. Mossi con attenzione il suo braccio da me, alzandomi e camminando verso un piccolo bagno che si trovava nella parte avanti della stanza. C’era uno spazzolino impacchettato sul lavandino, e lo aprii velocemente per lavarmi i denti. Il gusto  del vomito ancora nella mia bocca dalla notte prima.

Mentre lavavo i denti mi guardai allo specchio, un versione esausta di me veniva riflessa. I miei capelli marroni erano sparati da tutte le parti, le guance ancora macchiate da tutto il pianto di ieri.

Sono una tale idiota.

Invece di ripensare alla notte prima e piangere ancora, mi svestii e andai sotto la piccola doccia. Risi mentre tirai giù la tenda della doccia in camoscio prima di aprire l’acqua. Ogni cosa in quel posto sembrava esser decorato per un pellerossa.

Dopo un po’ di minuti nella doccia, l’acqua cominciò a diventare estremamente calda, il modo in cui la preferivo. C’erano piccole bottigliette di shampoo e balsamo, usandole tutte. Sperai che Harry non si dovesse far la doccia.

Una volta che i miei capelli furono lavati decentemente e il mio corpo pulito, uscii dalla doccia e mi asciugai velocemente. Irritata, mi misi gli stessi vestiti di ieri, stanca di loro. Guardando il gabinetto, trovai una spazzola non usata e pettinai i nodi nei miei capelli finché non ricaddero in onde. Invece di lasciarla lì, la misi in una crocchia ordinata, come mia madre mi aveva insegnato da piccola.

Uscendo dalla camera, trovai Harry in piedi avanti alla finestra, stava di lato quindi solo metà del suo volto era visibile. La luce filtrava attraverso il vetro che faceva sembrare i suoi occhi ancora più verdi.

Era bellissimo.

“Come ti senti?” Chiese senza nemmeno girarsi.

“Molto meglio.” Ed era vero, dopo la doccia mi sentivo sempre in qualche modo rinata. Annuì come se fosse contento.

“Andiamo a prendere qualcosa da mangiare dato che abbiamo già perso una lezione.” Disse, prendendo le sue chiavi prima di creare un veloce contatto con i miei occhi. Sospirò prima di distogliere lo sguardo, aprendo la porta per uscire dalla camera e camminare fuori verso l’ingresso. Sembrava sempre lasciarmi indietro quando era arrabbiato e lo odiavo.

Raggiungendolo, uscimmo verso la sua Range Rover, nessuna parola scambiata tra di noi mentre stavamo seduti nel veicolo.

“Dove stiamo andando?” Chiesi, provando a farmi parlare da Harry.

“IHOP, se per te va bene.”

“Fino a quando non bruciano il cibo come fai te.”

“Dovevo fare la pipì, non è stata colpa mia!” Harry disse con un sorrisetto. Entrambi ridemmo, ma poi tutto ritornò silenzioso. Harry si spostò a disagio nel suo posto, stringendo le sue nocche intorno al volante. “Lo odio.” Disse in modo calmo.

“Anch’io.”

“Non credo posso farlo ancora per molto.” Disse con un tono frustrato. Il mio cuore si fermò, stava parlando di stare ancora insieme?

“Cosa?”

Prese un respiro profondo. “Essere arrabbiato con te.”

“Allora non farlo.”

“E’ più facile dirlo che farlo. Disse, parcheggiando la macchina. Non avevo nemmeno notato che eravamo arrivati in un parcheggio, troppo concentrata  su di lui. Harry uscì dalla macchina e lo feci anche io, aspettò poco prima di aprire la porta di IHOP per me, cosa che non faceva da giorni. Lo ringraziai prima di entrare, l’odore del cibo delizioso invase i miei sensi.

camouflage ◆ h.s. [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora