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I passi sembravano estremamente facili paragonati all’aprire la porta del mio appartamento. Presi molti respiri profondi, contando fino a dieci troppe volte prima di girare la maniglia, e fare un passo attraverso la soglia.

“Ecco il mio zuccherino!” Mia madre disse mentre si alzava dal divano, camminando velocemente attraverso la stanza, e trascinandomi in un grande abbraccio. Una volta che si allontanò, mio padre ci raggiunse, sistemandosi i suoi occhiali sul ponte del suo naso prima di trascinarmi in uno di questi tradizionali abbracci.

“Hey, dolcezza.” Disse stancamente mentre si allontanava.

“Ciao mamma e papà, posso chiedervi perché siete qui, nel mio appartamento?” Chiesi.

Mio padre aprì la sua bocca per parlare, ma ovviamente mamma fu più veloce. “Beh, ci mancavi così tanto! Ogni giorno è sempre più difficile del giorno prima.” Disse prima di prendere la mia faccia e baciare la mia guancia.
“Beh avreste potuto chiamare.” Dissi onestamente.

“Chiamare non era abbastanza sufficiente per tua madre, ha dovuto trascinarmi fin qui.” Mio padre si lamentò, gli sorrisi divertita.

Abbiamo sempre amato farle salire i nervi.

“Arthur!” Mamma gli diede una gomitata, facendoci ridere.

“Dov’è Casey?” Chiesi, guardando oltre le loro spalle per cercare la familiare testa bionda della mia coinquilina.

“E’ andata a letto tempo fa per studiare un po’. Sembrava davvero molto educata. Sono contenta che abbiamo scelto lei come tua coinquilina.” Mio padre disse.

“Sì, è davvero carina.” Dissi prima di condurli di nuovo verso il divano dove tutti noi ci sedemmo.

“Allora, com’era la biblioteca?” Mamma chiese mentre si sedette al suo posto. “Sei terribilmente carina solo per esser andata lì.” Aggiunse in un tono di domanda.

2Puoi biasimare Casey per questo, lei mi usa sempre per provare nuovi makeup.” Dissi, mettendo su una bugia al momento. Fortunatamente, la mia voce non si incrinò molto.

“Beh, suppongo che sia buono che andiate d’accordo.” Disse annuendo con la testa.

“E’ piuttosto tardi, tesoro.” Mio padre disse, suggerendo che stavano andando. Lo ringraziai mentalmente mille volte.

“Beh abbiamo una stanza d’hotel vicino e torneremo domani dopo i tuoi corsi. Stavo pensando che potremmo portarti a cena!” Mio madre disse mentre ci alzavamo e camminavamo verso la porta.

“Sì, suona grandioso.” Dissi con un sorriso. Entrambi mi diedero un secondo giro di abbracci, prima di uscire fuori.

Rapidamente chiusi la porta dietro a loro, appoggiandoci la schiena facendo un sospiro di sollievo.

-

Corsi verso la classe, facendo salire i miei occhiali per fermarli dal farli cadere dalla mia faccia.

“Bene, bene, bene, guarda chi stava facendo tardi.” Harry mi prese in giro mentre mi sedetti nel mio posto.

“La mia sveglia non ha suonato, ho fatto tutto di fretta.”

“Vedo.” Disse, guardando i miei pantaloni larghi e la mia felpa.

I miei occhi andarono a finire sulle sue labbra, ricordando il nostro quasi bacio dell’altra sera. Lo deve aver notato dato che si alzarono nel suo solito sorrisetto.

“Come stanno i tuoi genitori?” Chiese dopo che tirai fuori tutto il materiale che probabilmente non avrei usato dato che non l’ho mai fatto in questa classe.

“Stanno bene, gli mancavo troppo credo. E’ tipo irritante che sono sbucati dal nulla però.”

“Almeno te hai genitori a cui manchi.” Harry sputò, un’emozione nascosta sotto la sua voce. I suoi occhi diventarono neri, serrando i pugni sotto al tavolo.

“Scusa, n-non volevo farti star male.” I suoi occhi cambiarono in un secondo, tornando al loro delicato colore verde.

“Va bene.” Disse, la mascella serrata. Potei dire che ci stava ancora male, quindi decisi di restare in silenzio invece di continuare a chiedere scusa.

Il professore Baldwin entrò, annunciando  come sempre le mille parole come compito prima di dimettere la classe. Raccolsi le mie cose, alzandomi dal posto e seguendo gli altri studenti fuori.
Quando arrivai fuori un forte sospiro si scontrò contro il mio avambraccio, facendomi girare.

“Mi dispiace.” Harry sospirò, la sua faccia diventò rossa dal seguirmi.

“Per?”

“Per averti risposto così rudemente, è-è stato sbagliato. Ai miei genitori non importa molto di me, va bene? E’ solo, darei qualsiasi cosa per vedere i miei genitori farmi una sorpresa.” Disse, gli occhi mostravano vulnerabilità.

“Ti perdono.” Dissi appena finì di parlare.

“Così facilmente?” Chiese con un sorrisetto.

“Beh sei tipo il mio unico amico qui.” Dissi, chiaramente mentendo dato che dopo la scorsa notte lo consideravo più di un amico.

“Oh, quindi siamo amici. Sono appena stato frindzonato da te, vero?” Disse con un gemito, facendo il broncio per aggiungere più effetto.

“Se intendi una zona in cui ci sono tutti i miei amici, sì.” Dissi, sapendo che lo avrei infastidito.

“Dio, mi stai facendo diventare pazzo.” Harry disse alzando un angolo della bocca. Onestamente, lui è l’unico che mi sta facendo diventare pazza al momento.

“Letteralmente?”

“Letteralmente.”

-

“Benvenuti. Posso darvi qualcosa da bere?” La nostra cameriera chiese, ognuno di noi ordinammo le nostre bibite.

“Come sono i tuoi voti?” Mamma chiese appena fummo lasciati soli.

“E’ solo la seconda settimana, mamma.” Dissi, infastidita.

“Allora? Non è una scusa, giovane donna.” Gemetti internamente al suo costante occhio sulla mia educazione, ma poi mi ricordai le parole di Harry.

“Ho tutte A. Come sta Frankie?” Chiesi, volendo cambiare argomento.

Frankie era il nostro cane da quanto mi ricordo. Dovrebbe avere tredici o quattordici anni almeno. E’ un adorabile beagle con il pelo grigio.

“Continua a calciare.” Mio padre disse, guadagnandosi uno sguardo severo da sua moglie.

“Sta bene, sono sicura che manchi tanto anche a lui.” Mamma disse con un sorriso forzato.

“Sono piuttosto sicura che non si ricorda nemmeno chi sia.” Dissi ridendo. La nostra cameriera tornò, portandoci i nostri ordini.

I miei genitori stavano parlando di un nuovo vicino quando notai un ragazzo familiare con i ricci scuri nel retro del ristorante. E’ Harry, ma i suoi ricci sono stati alzati con il gel invece di esser messi da un lato. Indossava un cappotto verde scuro, e sembrava furioso. Dall’altra parte del suo tavolo c’era un uomo che non potei vedere. Sembrava concentrato sulla conversazione, liquidando la cameriera quando andò per prendere i loro ordini.

“Leah, stai ascoltando tuo padre?” La voce di mia madre causò lo spostamento dei miei occhi dai due uomini.

“Scusa, sto ascoltando mamma.”

Per il resto della cena i miei occhi andarono costantemente ai due uomini che stavano conversando, e mi chiesi quale era il segreto di Harry, e perché sembrava così dannatamente furioso.

camouflage ◆ h.s. [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora