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Il sorriso di Harry apparse di fronte a me, le sue labbra alzate nel modo più sinistro. Sta indossando tutto nero, mischiandosi nei dintorni. “Non potrei mai amarti.” Disse insieme ad una risata, una che mandò brividi lungo la mia spina dorsale.

“Di cosa stai parlando?” Chiesi debolmente. Il mio corpo si sentiva impietrito, come paralizzato da una forza invisibile.

Poi la notai, una pistola piazzata nella sua mano destra mentre continuava a sorridermi.

Tutto quello era così sbagliato, non avrebbe dovuto essere così. La risata continuava a riempire la mia testa, come se venisse da tutte le parti intorno a me. Caddi sulle mie ginocchia, il suono cominciava a diventare troppo sopraffacente.

Urlai di dolore quando qualcosa mi colpì sulla testa, solo per realizzare che era l’estremità della pistola di Harry. Sogghignò mentre stavo distesa a terra, sangue usciva dalla parte della mia testa appena colpita. Cominciai a singhiozzare mentre mi dava calci sul fianco, un grande botto risuonò attraverso le mie orecchie.

Mentre cominciò ad abbassarsi, notai che i suoi occhi erano più scuri del solito, persino vicini al nero. Non era Harry, non poteva essere. Non era l’uomo che mi baciava senza un perché o che rideva ogni qual volta che le mie guance arrossivano non intenzionalmente. Non è lui.

Lasciò uscire un suono deluso. “Avrei dovuto costringerti a scoparmi quando ho avuto la possibilità.”

“Ti prego, non farlo.” Pregai, lacrime bagnarono le mie guance mentre cadevo.

“Addio.” Harry alzò la pistola, puntandola verso di me prima di premere il grilletto.

-

Mi alzai con i capelli che erano incollati alla mia fronte, umidi dal sudore. Era solo un sogno. Più che altro un incubo, ma sempre un sogno.

La mia sveglia stava suonando sul comodino, raggiungendola, la spensi e scesi dal letto. Quel giorno non sarebbe potuto cominciare in un modo peggiore. Pensai mentre mi facevo la doccia, ma decisi di non darci peso. Non c’era molto tempo per prepararsi dato che sembrava che avessi dormito per un po’ di minuti in più dal suono della sveglia. Casey era in cucina, mangiando lentamente della farina d’avena mentre smanettava con il suo telefono. “Ti sei svegliata più tardi del solito.”  Osservò, alzando lo sguardo per un attimo.

“Lo so, grazie per averlo notato.” Dissi sarcasticamente, aspettando la sua reazione.

“Questo atteggiamento  che sto ottenendo da te non è positivo, ora mangia la tua farina d’avena.” Ordinò, e per una volta sembrava come mia madre.

“Sei sempre un buon genitore per me.” Dissi mentre prendevo la ciotola che aveva già preparato per me.

“E’ il minimo che potessi fare.” Sorrise prima di camminare fuori dalla cucina nella direzione della sua stanza, sperando di riuscire a prepararsi in tempo dato che stava ancora nel suo pigiama con la Union Jack. L’outfit era ridicolo su di lei.

Finii la ciotola, sciacquandola prima di tornare in camera mia. Velocemente misi un paio di jeans e una felpa viola. Quel giorno non ero dell’umore per vestirmi bene, non c’era verso.

Dopo aver fatto ogni cosa che mi serviva per esser pronta, Casey ed io lasciammo l’appartamento. Arrivammo al campus circa cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni, il record di ritardo per noi. Camminai sveltamente verso l’aula magna, non volendo arrivare quando Baldwin fosse già dentro, se si fosse presentato.

Appena entrata, notai Harry con i suoi piedi sul banco, sembrando molto rilassato. Era come se i miei occhi fossero addestrati per vederlo ogni volta che eravamo nella stessa stanza, qualcosa a cui non ero abituata.

Mi sorrise mentre camminavo tra le corsie, tirando fuori la sedia vicino alla sua abbastanza per farmi sedere.

“Saltiamo la lezione, potremmo pomiciare nella mia macchina.” Ghignò. “Molto.”

Risi. “E perderci la solita lezione di Baldwin di dieci minuti? Mai.”

Fece il broncio. “Andiamo, piccola. Niall può mandarmi un messaggio con i compiti e tutto.”

“Andiamo prima che entri.” Dissi. Harry si alzò velocemente, tirandomi su con lui. Corremmo entrambi giù dalle scale, arrivando nel grande ingresso senza vedere Baldwin. Harry prese la mia mano, intrecciando le sue dita con le mie.

Sorpassammo qualche ragazzo che camminava a passo di lumaca mentre Harry mi spingeva tra diversi corridoi prima di raggiungere la biblioteca. “Pensavo volessi andare in macchina?” Chiesi, ma in tutti e due i modi, mi sarebbe andato bene. Avevo solo bisogno di sentire le sue labbra sulle mie.

Girò la sua testa leggermente. “L’adrenalina di pomiciare in una biblioteca non ha paragoni.” Disse forte abbastanza per far sentire solo me, parlando in un tono silenzioso mentre camminavamo tra la raccolta di larghe porte di legno.

Corsie su corsie di libri erano posizione intorno a noi, ma Harry andava dritto alla sezione delle informazioni, proprio come sapevo avrebbe fatto.

Ricordai la prima volta che mi portò lì, come fu emozionante. Proprio il pensiero in sé.

Harry mi appoggiò contro lo scaffale, spostando le sue mani sui miei fianchi. “Ti ricordi quando ci siamo parlati per la prima volta e ti ho detto che avevi le mani morbide?” Chiese mentre rideva, le guance si colorarono di una leggera sfumatura di rosa con imbarazzo.

“Vuoi davvero ritirare fuori questo argomento?”

“No, non voglio farti sentire come se fossi qui solo per pomiciare.”

“Ma è vero.” Precisai, ed entrambi ridemmo, la sua suonava molto più bella della mia.

“Va bene, stiamo zitti e baciamoci, okay?” Disse con un sorrisetto sciocco prima di abbassarsi e pressare dolcemente le sue labbra sulle mie in un modo così passionale che le mie gambe per poco non cedettero. Solo il contatto delle nostre pelli mi faceva sentire viva, cosa che solo con lui poteva accadere. Harry spostò le mani sui miei fianchi, stringendoci. Si allontanò un minuto per prendere fiato.

Non stette molto tempo a premere piccoli baci giù per la mia mascella prima di arrivare finalmente alla mia bocca. Le nostre bocche si muovevano in sincronia, cosa di cui avevamo fatto l’abitudine nei due mesi precedenti.

Harry si allontanò di nuovo, le nostre fronti si toccavano ancora. “Dio, sei così bella.” Bisbigliò. Colsi l’opportunità per baciarlo gentilmente, una notevole differenza con quello di qualche momento prima. “Andiamo nella mia macchina.” Harry disse, guidandomi tra le corsie prima di fermarsi bruscamente tanto da  farmi sbattere sulla sua schiena con la mia faccia.

“Cos’è?” Chiesi, mettendo una mano sul mio naso che cominciò a pulsare.

“Gli uomini di Nikolai, sono qui per qualche ragione.” Disse nervosamente. Sbirciai intorno a lui, trovando la bibliotecaria che indicava a due uomini robusti la nostra direzione. Harry si girò, un’emozione che non vidi mai prima di allora nei suoi occhi. Paura.

“Magari non sono qui per te?” Suggerii, sicuramente non solo Harry lavorava per Nikolai.

“Sono qui senza dubbio per me.” Disse in modo calmo, come se pensasse a qualcosa.

La sua testa si alzò bruscamente quando i loro passi furono abbastanza vicini a noi. “Devi nasconderti, in questo preciso istante.”

A/N: No, non sono morta lol. Se per caso non avete visto il post che ho pubblicato sul mio profilo, beh, sono riuscita a riprendermi l’influenza dopo UN SOLO MESE, che cosa bella. Grazie a Dio, è durata qualche giorno e non ho avuto la febbre, yay.

Comunque ho visto che i voti stanno calando e all’inizio non ci ho fatto caso, ho pensato tipo ‘vabby, magari solo questo capitolo’ invece sono tutti, ceh a partire da tipo il 27, quindi ho deciso di mettere gli obbiettivi perché me ce rode abbastanza..

65 voti e 5 commenti per il prossimo capitolo…

-soph.

camouflage ◆ h.s. [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora