Capitolo 31

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"Molti curano la loro ricchezza, più che il diavolo le fiamme dell'inferno."
(Carlos Saweedra Weise)

Mi stiracchiai inspirando il profumo proveniente dal cuscino, indugiai prima di aprire lentamente gli occhi.
Quello lì non era un film romantico e lui era un cinico egocentrico che mi aveva lasciata dormiente su quel divano.
La cosa che però mi fece sorridere fu vedere al mio risveglio un cuscino ed una coperta che non ricordavo di avere quando mi ero addormentata con il gioco ancora in funzione ed il joystick tra le mani, joystick che era al suo posto.
Geremia non c'era quindi sapevo fosse stato lui.

Stavo per sollevarmi quando udii delle voci in cucina, riconobbi oltre alla voce di V quella di Noah.
<< da quando per ben due volte una stessa ragazza dorme da te ? >> chiese Noah con tono divertito.
<< lo faccio perché sono costetto >> rispose V.
<< tu non fai mai nulla sotto costrizione >> Noah esitò un attimo prima di continuare << non sarà che quella ragazza ti piace ? >>
<< ma smettila, come potrebbe interessarmi una così. Ti ricordo che ha quelle foto e che con quella vincita ha saldato quanto mi doveva e poi ti assicuro che ho tratto molto piu vantaggio io da questa falsa di quanto ne abbia potuto trarne lei >>
Strinsi un lembo della coperta tra le mani stringendo le gambe al petto mentre fingevo di star ancor dormendo nel timore che potessero affacciarsi trovandomi sveglia ad urigliare.
In realtà non avrebbero potuto dire nulla visto che parlavano di me, però in quel modo potevo ascoltare l'intera conversazione, conversazione che stranamente mi aveva turbata quando invece non mi sarebbe dovuta importare.
Il modo in cui V. aveva risposto alla domanda dell'amico era freddo e distaccato ed io ero una stupida per aver pensato che potesse esserci del buono in lui, del buono che di sicuro non poteva essere indirizzato ad una come, utilizzando le sue parole.
<< anche baciarla ti è servito per il tuo scopo ? >>
<< di certo non l'ho fatto perchè lo desiderassi >>
<< quindi sei riuscito a risolvere quella faccenda ? >> chiese Noah.
<< potrebbe svegliarsi >> lo interruppe V non rispondendo alla sua domanda.
Sentì invece i suoi passi.
<< cerca di non metterla nei guai, forse dovrebbe saperlo >> esclamò Noah serio.
<< non succederà, la cosa non la riguarda >>
Sospirai, cercando di reprimere le sensazioni che si stavano facendo largo dentro di me.
Me l'aveva detto mille volte che gli servivo per un preciso scopo, la cosa che mi sorprese fu però l'affermazione di Noah e la schietta risposta di V.
Non mi pentì di averli detto tutte quelle cose la sera prima, mi sentì solo un'ingenua per aver pensato che lui stesse facendo lo stesso perchè davvero gli importava.

Mi sollevai facendo credere loro che mi fossi appena svegliata.
<< qualcuno è sveglio >> disse Noah avvicinandosi al divano e sistemandomi una ciocca ribelle.
<< il caffè è in cucina >> esclamò invece V con il suo solito atteggiamento brutale << e sbrigati ho lezione >> continuò.
Noah accennó un sorriso scuotendo la testa.
<< hai la faccia di chi ha passato un'intera notte incollata alla tv >>
<< ed infatti è così >> ribattette il ragazzo che si accingeva a raggiungere la veranda.
<< e tu invece hai la faccia di chi mi ha lasciata dormire su un divano >> esclamai.
<< avresti preferito dormire con me ? >>
Non risposi.
Noah andò in cucina per prendermi una tazza di caffè.
Gli sorrisi, quel ragazzo era sempre così gentile nei miei confronti.
<< ti ringrazio, potevo anche.. >>
Mi fece cenno di fare silenzio.
<< tranquilla >> si scostò da me << io ora vado >>
Si girò verso l'amico.
<< e a te ti aspetto stasera alla festa >>
<< passo io >> rispose V lanciandomi un'occhiata.
Era già pronto mentre io sedevo ancora su quel divano con la tazza fumante di caffè tra le mani.
Dovevo sbrigarmi.

<< andate ad una festa stasera ? >> chiesi una volta che Noah fu andato via.
V. annuii non prestandomi attenzione.
Ci fu un attimo di silenzio prima che dicesse qualcosa senza però voltarsi, continuando a fare quello che stava facendo.
<< ho pensato a quello che mi hai detto e credo tu debba controllare la carta di credito, se per ben due anni non sono stati fatti movimenti potrebbe essere stata bloccata o perlomeno la banca avrebbe chiamato >>
<< non lo so, sei tu il rampollo di un gruppo finanziario >>
Alzó le spalle, non rispondendo.
In realtà non sapevo neanche quanti soldi ci fossero su quella carta o se realmente ci fosse qualcosa, ancora.
Il proprietario era pur sempre mio fratello e non gli sarebbe servita una carta colorata per poterne usufruire.

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