Capitolo 22

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"Ci sono persone che hanno denaro e persone che sono ricche."
(Coco Chanel)

Avevo appena terminato il mio turno di lavoro quando V. mi venne a prendere fuori la libreria.
Era Venerdì pomeriggio ed io come non mai tremavo per via dell'agitazione, Kate arrivó per sostituirmi spalancando gli occhi scuri nel vedere l'auto in cui ero diretta e ancor più le se drizzarono i capelli viola quando notó chi fosse alla guida.
Per tutto il giorno non avevo fatto altro che pensare a quel momento, spaventata dal fatto che il sol pensiero potesse mettermi così a disagio.
V. tenette gli occhiali da sole per quasi tutto il tragitto, era pensieroso e taciturno ed il che era al quanto strano per uno come lui, sembrava stesse sfogando tutto il suo risentimento sul pedale dell'acceleratore della Porsche.
< sei nervosa ? > mi chiese infastidito dal mio piede che batteva senza sosta sul tappetino.
< non lo sarei se mi dicessi dove siamo diretti >
Continuò a guardare la strada < stasera parteciperemo ad un party esclusivo sullo yacht di un tale, attraccato qui vicino >
< uno yacht ? > esclamai esterrefatta < di un tale ? >
Porca vacca!
Alzó le spalle < nulla di che, il mio è decisamente più grande e più bello >
Deglutì inorridita, io ero fortunata ad essere in possesso di un cellulare e loro facevano a gara su chi avesse lo yacht più grande, da pazzi!
Tutto ciò però non fece altro che accelerare il ticchettio del mio piede senza che me ne rendessi conto.
V. si allungó per fermarmi la gamba con una mano. < smettila >
Sbuffai poggiandomi al finestrino e aspettando che continuasse, respingendo il forte impulso di muovere all'impazzata il piede.
< in ogni caso, questo tizio ha terminato gli studi e sta per partire per la Nuova Zelanda. Suo padre è un azionista per nostro conto e così gli onoro con la mia presenza visto che l'hanno richiesta con tanta indulgenza >
< sai almeno come si chiama ? >
Arricciò le labbra.
< no > affermò sincero e per nulla interessato a scoprirlo.

Guardai dal finestrino non appena rallentò, finalmente.
Ci eravamo fermati davanti una villetta il cui cancello si aprì mostrando la grande fontana centrale che rappresentava un angelo con un vaso tra le mani dal quale fuoriusciva l'acqua.
< siamo arrivati > disse senza preoccuparsi di farsi sentire.
Deglutì < che ci facciamo qui ? >
Scese dall'auto afferrando il suo cellulare attaccato al cruscotto, ignorando la mia domanda.
La porta d'ingresso della maestosa villa si aprì facendo comparire una figura snella con una folta chioma corvina.
Rimasi attonita, le gambe parevano rifiutarsi di proseguire verso la bella Dayane.
< tu rimarrai qui > esclamò voltandosi nella mia direzione con fare minaccioso.
Annuii sforzandomi di fare un passo verso di lui e poi verso la giovane padrona di casa.
< e tu dove vai ? > chiesi paonazza tirandoli la manica del lungo capotto verde petrolio.
< vado a prepararmi > guardò la mia mano su di lui e così la ritrassi all'istante.
< ed io ? > chiesi puntandomi un dito contro.
< secondo te perché siamo qui ? >
Giusto Kendall, che diamine di domande fai! Pensavi forse che avresti partecipato ad una festa su uno yot con un pantalone acquistato durante i saldi invernali due anni prima? Certo che no!
< magari potrei mettere l'abito del ballo della scuola >
Si coprì la fronte con una mano più irritato di quanto già non fosse.
< un ballo fatto in una palestra dove veniva servito punch ? >
< ahh.. be >
< ecco appunto > disse afferrandomi per un polso.
Camminai velocemente cercando di tenere il passo mentre saliva le scalinate d'ingresso raggiungendo la ragazza avvolta in un outfit così semplice ma allo stesso tempo così fantastico.
< ci sono problemi ? > chiese la ragazza accennando un sorriso prima a me e poi a lui.
V. si tolse finalmente gli occhiali lasciando la presa sul mio povero polso.
< questa qui è Kendall, so che sarà difficile ma vedi un po' tu che puoi fare >
Alzai lo sguardo su di lui corruciando la fronte e colpendolo alla caviglia con un piede, contenta di aver indossato le Dr. Martens Sinclair.
Usava quel tono con chiunque allora, era uno stronzo senza margine di errore !
La ragazza sembró notare l'espressione di dolore sul volto di V. cercando di trattenere una risata.
< penso ci siamo già viste , è un piacere conoscerti finalmente > mi disse allungando verso di me la sua mano affusolata.
Le sorrisi imbarazzata.
< si è lei la pazza > continuò V. mettendomi più in imbarazzo di quanto già non fossi.
Gli lanciai un'occhiataccia.
< mi dispiace, sicuramente non avrò fatto una buona impressione > le dissi stringendole la mano ammagliata dal suo sorriso.
Ma che figura, dovevo esserle sembrata una fuori di testa che assaliva la gente per strada !
< non riusciresti a farla neanche se rimanessi in silenzio >
E rieccolo !
Era assolutamente insopportabile, morivo dalla voglia di infilarli un pugno dritto su quella sua boccuccia che non faceva altro che parlare, parlare senza sosta.
Dayane rise < in realtà sono rimasta molto colpita oltre che divertita dalla tua determinazione >
La sua affermazione fece cambiare totalmente la mia espressione.
Lui alzó gli occhi al cielo indignato da tale scenario, afferró una sigaretta e la portó alle labbra.
Dayane mi fece cenno di entrare spostandosi di lato. < tu non entri ? > chiese poi all'amico.
V. scosse la testa mentre faceva uscire il fumo dalle labbra < ho un paio di cose da fare >
Lei annuii facendomi l'occhiolino < sarà un pomeriggio tra donne >
V. scese in fretta le scale andando verso la sua auto < sarò qui per le otto >.

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