"Essere l'uomo più ricco al cimitero non mi interessa. Andare a letto la notte sapendo che abbiamo fatto qualcosa di meraviglioso: questo è quello che mi interessa."
(Steve Jobs)Guardai il soffitto per quasi tutta la notte, sommersa dai miei pensieri.
Lo stesso avvenne per il giorno seguente e quello successivo.
Il cellulare continuava a risultare spento e pensai utilizzasse un'altra sim quando era nel suo paese.
Per qualche assurda ragione mi passó per le testa di andare a trovare Noah al suo locale, ma non lo feci.
Avevo anche il suo numero, potevo benissimo chiamarlo per evitare di andare fin lì a vuoto, ma non feci neanche quello.
L'idea mi attraversava la mente per quasi tutto il giorno.
Cercai di concentrarmi il più possibile sugli studi e diedi il mio secondo esame.
Passato.
Owen?
Cercavo di evitarlo.
Anche quello non seppi spiegarmelo.
Quella sera però c'era lo spettacolo di Emily e non avevo via di scampo.
Passó a prendermi dalla mia stanza.
Chiese a Stuart la sua auto così da non prendere un taxi, pensando che così si sarebbe potuta creare l'atmosfera giusta.
Non l'aveva detto, ma l'avevo comunque capito.
Aveva detto invece che dopo il Ringraziamento saremmo tornati con la sua auto, così avrebbe potuto utilizzarla non lasciandola in un garage.Lo guardai guidare, era concentrato e tranquillo.
Era bellissimo, come sempre.
Era un piacere stare con lui alla guida e stranamente ciò mi provocó una stretta allo stomaco.
Una volta lì mi afferrò la mano mentre entravamo e la tenne stretta alla sua per quasi tutto lo spettacolo, sommersi nel buio.
Simile gesto, così sdolcinato, ebbe uno strano effetto su di me.
Incolpai il mio carattere.
Lo spettacolo si era tenuto in un grande teatro che avevo sentito già nominare da Emily in precedenza.
All'entrata c'era una grande insegna luminosa che rappresentava la locandina dello spettacolo.
Il cigno nero.
Nel salone d'ingresso, tra tutta quella gente ben vestita ma non per forza appartenente a ceti alti, mi parve di scorgere una figura familiare.
Non ne fui certa però.Durante i vari balletti riuscì ad individuare Emily.
Era bravissima, ed era felice.
Prese parte a tre balletti, nel primo e nel secondo atto.
Indossava costumi fantastici e per quanto due ore di balletto il più delle volte mi annoiava, quella volta ebbe in me una reazione differente.
Rimasi sulle spine per tutto il tempo, cercando di trattenere anche il fastidio alla vescica.
Al termine però non potetti più aspettare, precipitandomi in bagno.
Owen aveva detto che mi avrebbe aspettata all'entrata.Diretta alla toilette sentì una voce pronunciare il mio nome.
<< Kendall >>
La riconobbi subito.
Era davvero lei poco prima.
<< Dayane >>
<< non sapevo amassi il balletto classico >> esordì lei non appena le andai vicina, cercando di non pensare al bisogno urgente di recarmi in bagno.
Per l'occasione avevo scelto un vestito a maniche lunghe nero, abbinato con gli orecchini e le scarpe che avevo acquistato per il compleanno di Paige.
Dayane era favolosa, e se poco prima credevo di stare benissimo, in quel momento mi sentì uno schifo.
<< Emily, la mia amica frequenta l'accademia >>
<< si ricordo, la ragazza che era con te alla festa di Halloween >>
Annuì.
Cercai di reprimere l'impulso di farle domande riguardanti la partenza di V.
Decisi invece di chiederle se le fosse piaciuto il balletto.
Emily sarebbe impazzita quando le avrei detto che Dayane era presente alla prima dello spettacolo.
<< ho visto che eri con un ragazzo alla festa, è carino >> continuò lei dopo aver elogiato il balletto ed il costumista suo amico.
<< si, sono qui con lui. È un amico >>
Il suo sorrisetto fece spazio ad un espressione seria.
<< quella luce nei tuoi occhi >>
Corrucciai la fronte non riuscendo a capire.
<< quando ti ho conosciuta avevi una luce negli occhi, come se nessuno potesse scalfirti. Dov'è finita? >> continuò.
Strinsi la manica del capotto sentendo quasi le unghia adagiarsi sulla pelle.
<< non penso di averla mai avuta >> scherzai.
La sua espressione non cambió ma mi venne più vicina.
Alzai lo sguardo verso il suo volto immacolato.
<< non sarà per la partenza di V >> la buttó lì.
<< certo che no >> esclamai di colpo facendo un passo indietro.
Incroció le braccia al petto come se immaginasse una mia simile reazione.
<< avrei di sicuro preferito che me lo dicesse di persona però >> continuai senza rendermene conto.
<< era venuto alla festa proprio per questo. Ci sono delle faccende che sta risolvendo e doveva andare a Seul per qualche giorno, ma poi qualcosa è cambiato >>
<< non tornerà ? >> chiesi.
Come avevo immaginato era di quello che voleva parlarmi.
Era venuto fin lì per dirmelo di persona ed io l'avevo snobbato nonostante quel compito spettasse a lui la maggior parte delle volte.
<< penso tu ci sia rimasta più male di quello che voglia far credere >>
Deglutì, imbarazzata.
<< non so dirti altro in ogni caso, penso che determinate questioni spettasse a lui raccontartele >>
<< come il motivo per cui gli servivo ? Non siamo amici >>
Accennó un sorriso.
<< tu hai avuto il tuo ragazzo >> immaginavo che sapesse << e lui la sua vittoria, ma la tregua non dura mai per molto tempo sopratutto se ci si mettono di mezzo.. >>
Non terminó la frase ed io non chiesi altro.
<< in realtà non so molto più di te. Non parla molto, se non per niente. Tutto quello che so è grazie ai rapporti lavorativi delle nostre famiglie. Ma lo conosco abbastanza bene da affermare che era diverso nell'ultimo periodo >>
Alzó lo sguardo come se stesse ricordando qualcosa.
In verità non seppi perché non risposi, anche quando lei mi disse che era insolito il fatto che fosse venuto per avvisarmi della partenza, io rimasi comunque in silenzio come se stessi pensando ad altro.
In realtà pensai che alla base di tutto ci fosse il bisogno impellente di raggiungere i propri scopi, ed una volta raggiunti era andato via.
Dal modo di parlare della ragazza sembrava sapere più di quanto potesse dire, nonostante non mettessi in dubbio che V non amasse rivelare o parlare delle sue faccende personali.Una volta fuori, dopo aver usato finalmente la toilette, trovai Owen di fianco la ringhiera che dava sul ponte di Queensboro.
Una coppia era seduta ad una panchina poco distante.
Non si scostò anche quando mi vide uscire, restando lì e aspettando che lo raggiungessi.
<< prendiamo l'auto ? >> chiesi << o magari aspettiamo Emily per congratularci con lei >>
<< si, magari possiamo fermarci ancora un po' >>
Mi attiró per un fianco facendomi finire con le mani sul suo petto che si sollevava e si abbassava in maniera irregolare.
<< c'è una cosa che non mi hai dato modo di fare e che muoio dalla voglia di fare >>
Vidi Dayane uscire dal teatro.
Non mi vide.
<< Owen >> esclamai staccandomi.
Mi guardò interrogativo ma poi sembró capire.
<< che hai Kendall? Sei strana >>
<< io non lo so >> farfugliai respirando profondamente.
<< ti piace quel tipo vero ? >>
Spalancai le labbra ma non riuscì ad emettere alcun suono per quanto la mia mente mi urlasse di rispondere di no.
La bocca si rifiutava di pronunciarlo.
<< il punto non è questo Owen >> dissi invece facendomi forza << ho sempre voluto tutto questo, sempre. Ho sperato per anni che succedesse ma ora che c'è l'ho mi sembra così strano e surreale. Quasi non provo nulla >>
Mi sentì meglio subito dopo, come se mi fossi liberata da un peso.
<< è normale >> continuò lui.
<< no, non lo è invece >> esclamai senza pensarci due volte.
Vidi la delusione nel suo volto.
<< io Owen sto provando un dolore, una sensazione strana senza neanche avere delle motivazioni valide alla base. Ti ho visto con centinaia di ragazze eppure non penso di essere mai stata così >>
<< venivano ed andavano ma tu rimanevi >>
Fece un passo verso di me.
Le luci della città erano splendide da quel punto e venivano riflesse nell'acqua nera sotto di noi.
<< forse nel mio angolo ho confuso l'affetto con l'amore ed ora finalmente l'ho capito. Non deve arrivare con il tempo, ne è passato fin troppo >>
Owen si voltó notando anche lui Dayane tra la folla che si accalcava all'uscita.
<< ti ha detto qualcosa vero? Qualcosa che ti ha fatto cambiare idea >> disse voltandosi nuovamente verso di me.
Dalle nostre bocche usciva del vapore che si univa a quello dell'altro mentre parlavamo.
<< Dayane dici ? Certo che no. Vedendola ho solo capito che avrei dovuto accelerare le tempistiche.
Non ho bisogno che la gente mi dice cosa fare. Sai una volta una persona mi ha detto che per riuscire a scrivere la mia storia avrei dovuto scoprire l'amore, io l'ho guardata corrucciata perché pensavo di saperlo benissimo, ma ora non ne sono più così certa. La questione non è che ci sia un'altra persona, la questione è che mi sono resa conto di non averti mai amato, nutro solo un gran affetto per te >>
Gli andai vicino continuando << se tu mi avessi amato Owen, quell'amore che ti brucia dentro, non avresti aspettato tutto questo tempo. Ci ho pensato a fondo e non c'è scusa che regga >>
<< ti riaccompagno al campus >>
Alzó finalmente lo sguardo senza controbattere.
I suoi occhi azzurri erano cupi nel vedere quanto stessi meglio in quel momento.
Scossi la testa.
<< prenderò un taxi, dopo essermi congratulata con Emily >>
Annuì allontanandosi, ma prima di andar via pronunciò il mio nome come era solito fare, con il suo tono pacato e tranquillo.
Era alle mie spalle. Mi voltai e lo vidi accennare un sorriso.
<< per quanto tu voglia negarlo, non c'è scusa che regga. Sei speciale Kendall, non pensare mai il contrario. Presumo di aver fatto la mia mossa troppo tardi, qualcuno mi ha anticipato >>
La delusione aveva fatto largo a tanta comprensione.
Dentro di lui sapeva che avevo ragione.
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MONEY Tutto ha il suo prezzo
RomanceDopo quella notte di due anni prima il cuore di Kendall non può che battere per Owen Pearce, il suo vicino di casa e quarterback del loro liceo. Il destino sembra andare incontro alla giovane ragazza studiosa e lavoratrice quando tutti i suoi sforz...