Capitolo 38

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"Preferisco avere rose sul mio tavolo che diamanti sul mio collo."
(Emma Goldman)

Per quanto non volessi fare assolutamente nulla Paige ed Emily avevano organizzato, a mia insaputa, la mia festa di compleanno.
Io in verità quel giorno sobbalzavo ogni volta che il mio cellulare squillava nella speranza di poterci trovare un suo messaggio o una sua chiamata.
Come una stupida avevo sperato che lui potesse ricordarsene visto che glielo avevo detto quella sera a casa sua,ma mi sbagliavo.
Anche se se ne fosse ricordato, cosa al quanto strana, non gli sarebbe interessato farmi gli auguri.
Era stata la stessa cosa quando Ian era andato via, avevo aspettanto intrepida al mio primo compleanno, afflitta al mio secondo e per nulla interessata al mio terzo compleanno senza di lui.
Ma non era arrivato mai nulla.
Mia madre mi aveva telefonata quella mattina dicendomi che mi avrebbe spedito il suo regalo.
Non sapevo se fosse la verità.
Le avevo dato il ricavato e mi aveva rassicurata di essere andata a saldare il suo debito assieme a Norris che aveva confermato di averla accompagnata dal dipendente del nuovo proprietario che ancora non si era visto.

L'aria era gelida in quel di Dicembre ed una nuvoletta di vapore si formava ogni volta che aprivo la bocca.
Avevo terminato le lezioni e Paige assieme a Stuart mi stavano aspettando nel parcheggio per poter andare in città.
Il giorno seguente non ci sarebbero state lezioni, così come per i successivi giorni fino al termine delle vacanze di Natale.
Il campus si sarebbe svuotato di lì a qualche ora e ciò non faceva altro che accentuare in loro la voglia di fare baldoria quella stessa sera.
Paige aveva insistito per cercare un vestitino perfetto per l'evento ed io accettai solo perché dovevo ritirare la torta fatta in una carinissima pasticceria consigliatami da Kate.
Per tutto il tempo Paige smanettava sul suo cellulare e Stuart mi indirizzava occhiate divertite intuendo che io avessi capito cosa stesse facendo sua sorella ma nonostante ciò continuai a fingere di non sapere nulla e Stuart mi tenne il gioco anche quando gli spiegai che quella sera avrei solo mangiato un pezzo di torta e bevuto qualcosa con sua sorella, Emily e Kate.
<< si ciao, Noah? >> mi parve di capire quando all'interno di un negozio si allontanò per rispondere al cellulare tra la pila di roba.
Molto probabilmente la festa era stata organizzata al suo locale.
Non seppi se esserne felice o meno e solo quando arrivammo alla fatidica festa a sorpresa con la mia carismatica torta tra le mani mi resi conto che forse non lo era stato affatto.

Ancor prima di entrare mi ero fermata un attimo sul ciglio della porta per poter osservare l'Empire State Building completamente illuminato.
Un senso di nostalgia si fece largo dentro di me costringendomi ad abbassare lo sguardo ed ad entrare cercando di abbozzare il mio miglior sorriso.
Non avevo parlato con nessuno di quello che provavo.
Il problema fu che anche in quel posto tutto mi ricordava lui.
Dal bancone dove avevamo scambiato la nostra prima "conversazione", lo stesso bancone in cui gli avevo proposto quella falsa assolutamente assurda, lo stesso posto in cui lui mi aveva baciata.

Quel pomeriggio tra le vie di New York, mentre Paige non la smetteva di concentrarsi sul suo cellulare, mi ero avvicinata ad un'edicola su strada che esponeva una sfilza di giornali Forbes.
Quel gesto, spontaneo ma allo stesso tempo insolito da parte mia, fu dettato dal desiderio di poterci trovare al suo interno qualcosa che lo riguardasse.
Non c'era però nulla su ereditieri o cavolate simili.
L'unico accenno a qualcosa di molto simile riguardava una tizia coreana da dei lunghi e curati capelli color corvino e gli occhi quasi nascosti da una frangia spettinata tempestata di abiti costosi e gioielli che dovevano pesare un casino, ma non mi ero nemmeno soffermata a capire di che parlava l'articolo.

Una volta in quel locale però decidetti di sfruttare la situazione per scambiare due chiacchiere con Noah.
<< il tuo sexy amichetto ci ha riservato un posto d'onore non appena ha saputo che si trattava del tuo compleanno >> mi sussurrò Paige una volta dentro.
Noah, impeccabile come sempre, ci accolse stringendomi a se per potermi fare gli auguri, poi accennó un'occhiata d' intesa a Paige che parve gradirla alla grande.
Ci accompagnó al piano di sopra dove tutto era stato sistemato per l'occasione.
Lì mi stavano aspettando i miei amici.
C'era Emily, Stuart, Larry e Timothy, ma anche Kate ed Owen che quella stessa mattina mi aveva portato il suo regalo assieme ad un abbondante colazione che avevamo diviso.
Il suo braccialetto mi stava a pennello e non appena mi venne affianco notai che mi stesse guardando il polso per constatare che non l'avessi tolto.
Non gli avevo ancora dato una risposta sul fatto di tornare a casa per le vacanze di Natale assieme a lui, ma non aveva fatto storie nonostante glielo si leggesse in faccia che gli dispiacesse lasciarmi lì ma allo stesso tempo comprendeva la mia situazione ed il mio risentimento nei confronti di mia madre.
Non sapevo se sarei stata in grado di far finta di niente ne tantomeno se quello fosse il modo migliore per passare un Natale sereno.

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