Capitolo 1

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'La ricchezza pesa, la povertà schiaccia.'
(Roberto Gervaso)

Stringevo al petto i libri della lezione precedente per poterli riporre all'interno del mio armadietto.
Era ora di pranzo ed io aspettavo con ansia la lezione di educazione fisica così da poter correre attorno a quel campo da football fino a quando le gambe non avessero cominciato a cedere.
<< mangiamo assieme ? >> mi chiese Emily poggiandosi al mio armadietto.
Terminai di riporre i libri al suo interno e guardai la foto affianco allo specchio prima di richiuderlo.
Incrociai le braccia al petto.
<< pensavo di scrivere un po' >>
Mi tirò per la manica della giacca.
<< avanti Kendall >>
In quel momento però tutto si fermò.
Owen mi passò davanti con addosso ancora l'uniforme della squadra.
<< ciao Kendall >> mi salutó accennando un sorrisetto che tutte all'interno di quella scuola almeno una volta avevano desiderato ricevere.
<< chiudi la bocca, stai sbavando >> esclamò Emily, interrompendo quel momento.
Alzai gli occhi al cielo poggiandomi all'armadietto e sbattendoci la testa sopra ma Emily mi tirò per il colletto della giacca facendomi voltare verso di lei.
Sospirai.
<< perché mi hai fermata ? >>
<< secondo me dovresti essere sincera con lui, ma dico hai visto come ti guarda? Non puoi negare che ha sempre un occhio di riguardo nei tuoi confronti >>
Scossi la testa allontanandomi, lei mi seguì.
<< io per lui sono solo la sua vicina e sorella del suo migliore amico >>
<<che cosa hai da perdere, tra pochi mesi andrà anche a New York >>
Emily si sistemò la ciocca bionda dietro l'orecchio mentre salutava dei ragazzi vicino l'entrata della mensa.
<< appunto per questo, andrà via e non lo rivedrò. Così mi passerà >>
<< sai che non sarà così facile >> continuò lei.
Ripensai a quella notte, il battito del mio cuore accelerò
Scossi la testa per scacciare quel pensiero.
<< hai ricevuto risposta da qualche college ? > le chiesi cambiando discorso.
<< sono ancora in attesa >> rispose.
Emily si avvicinò al bancone della mensa prendendo un vassoio e passandomelo.
<< e tu ? >> continuó.
Guardai ciò che il menù del giorno offriva ed arricciai il naso.
<< sto aspettando per la borsa di studio >>
<< hai ottimi voti, sei la ragazza con la media più alta di tutta la scuola,non sarà un problema ottenerla >>
La signora della mensa mi passó il vassoio pieno ed io alzai un sopracciglio verso Emily che deglutì inorridita.
<< domani ricordami di portare il pranzo da casa >> esclamai mentre cercavamo un tavolo.

Nello spogliatoio indossai la mia uniforme per la lezione di educazione fisica.
L'aria era calda, l'estate era vicina.
Guardai Owen finire gli allenamenti e andare verso le cheerleader che gli passarono una bottiglietta d'acqua che si versó quasi del tutto sui capelli rasati.
Le cheerleader sembravano essere delle bamboline con quelle loro divise succinte e mi venne spontaneo abbassare poi lo sguardo sul mio pantaloncino per niente sexy.

Iniziai a correre mettendo le cuffie alle orecchie.
La traccia inzió a prendere forma invogliandomi ad accelerare ma non potetti che sobbalzare nel vedere Owen gettarsi difronte per bloccarmi la strada.
Frenai di scatto e per poco non gli finì addosso.
Mi afferró per le spalle ridendo.
<< frena frena >>
Mi tolsi una cuffia lasciando l'altra ancora accesa nell'orecchio.
<< che ascolti ? >> mi chiese afferrando la cuffia penzolante.
<< non penso sia il tuo genere >> gli dissi sfilandogliela.
<< e tu che ne sai ? >>
Inclinai il capo.
<< non mi sembri il tipo >>
Alzó un sopracciglio.
<< perché che tipo ti sembro ? >>
Afferrai il cellulare per spegnere la musica che smise di rimbombarmi nell'orecchio destro.
<< di certo non sei il tipo di ragazzo che andrebbe in determinati locali ad ascoltare questo gente di musica >> affermai.
Accennó un sorriso.
<< forse hai ragione ma sentiamo perché tu l'ascolti ? >>
Alzai le spalle.
<< perché mi rilassa, mi aiuta ad evadere >>
Fui sbalordita dalla mia sincerità.
<< Owen >>
iIl capo delle cheerleader gridó il suo nome dall'altro lato del campo facendo volteggiare un pon pon per attirare la sua attenzione
<< magari un giorno potremmo andarci assieme in uno di quei posti >>
<< Owen ? >> urlò nuovamente.
Sospirai.
<< non penso la smetterà >>
Arricciai il naso per mascherare quello che era il vortice di emozioni che si stava impossessando di me.
<< lo penso anch'io >>
Fece cenno con la mano alla ragazza di aspettare.
Finsi di essere divertita da quella scena.
<< ora però Owen dimmi quello che realmente volevi dirmi >> dissi subito dopo.
Si grattò la testa socchiudendo gli occhi celesti.
<< oh sì certo >>
Incrociai le braccia al petto e lui proseguii.
<< stasera verrai a vedere la partita ? Magari una volta terminata possiamo tornare insieme a casa, se ti va ? >>
Spalancai leggermente le labbra che richiusi immediatamente.
< < vorrei parlarti di una cosa >> continuò.
Deglutì ritornando con i piedi per terra, per un attimo avevo perso la percezione dello spazio tempo ma la terra stava richiamando la mia attenzione.
<< si ok certo verrò alla partita ci mancherebbe >>
Bugiarda! Urlava la voce dentro di me.
Non avevo nessuna intenzione di parteciparvi ma riuscì solo a blaterare un semplice < < si per me va benissimo >>
<< perfetto allora >> esclamò Owen cominciando  ad allontarsi lentamente mantenendo però il suo sguardo su di me, intenta a mettere l'altra cuffia all'orecchio.

<< ha detto che gli andrebbe andarci con te una volta, vuole andare a ballare con te e tu sai cosa succede se un ragazzo ed una ragazza vanno assieme in una discoteca >>
Afferrai una maglia dall'armadio.
<< no dimmelo tu, che succede ? Visto che sembri così tanto esperta in materia >>
<< ma è semplicissimo >>
Emily si sdraiò sul mio letto guardando il soffitto dove c'erano attaccate tante piccole stelline che la notte si illuminavano creando tante altrettanto piccole costellazioni.
<< si ubriacano, finiscono col baciarsi e con l'andare a letto >>
Chiusi l'armadio avvicinandomi allo specchio per decidere quale tra le due magliette indossare.
<< quindi mi stai dicendo che ha parlato di proposito della musica sul mio cellulare per poter andare in discoteca con me e portarmi a letto ?>>
Alzai gli occhi al cielo gettando entrambe le maglie su di lei che continuava a mantenere la stessa posizione.
<< forse su questo dovrei rifletterci ancora un po' ma è palese che sia interessato a te e tutte le ragazze ti invidiano per questo >>
Mi sedetti al suo fianco, lei si alzó per poggiare la sua testa sulla mia spalla.
<< come fai ad essere così carina >> le chiesi guardando le nostre immagini nello specchio.
Emily vantava una lunga chioma bionda che le ricadeva perfettamente liscia su quasi tutta la lunghezza delle spalle, nel contempo i suoi occhioni castani potevano anch'essi vantare delle lunghe ciglia chiarissime.
Mi guardò sbattendo gli occhi e dandomi una gomitata prima di alzarsi dal letto.
<< hai intenzione di mettere quelle ? >> esclamò indicando la mia roba sul letto.
<< è una partita di football non una serata di gala >>
<< ma tu anche in quel caso avresti indossato qualcosa di molto simile >>
Allungai le gambe fasciate nei miei pantaloni skinner neri all'interno degli anfibi dello stesso colore.
<< ho capito che ti fanno un bel culo >> esordi Emily guardandomi i pantaloni.
<< io ho un bel culo >> puntualizzai.
<< e anche delle belle tette se per questo quindi potresti anche osare e non conciarti come un camionista essiccato >>
Corrucciai la fronte.
<< un che ? >>
Incurvò un sopracciglio.
<< fa pure come vuoi >>
Sfregai le mani sui pantaloni lasciando tanti segni più chiari.
<< e se lo stesse facendo solo per pietà nei miei confronti ? >>
Emily cambió espressione e mi venne più vicina.
<< nessun ragazzo durerebbe così a lungo se la motivazione fosse questa >>
Annuii e come ero solita fare cambiai discorso.
<< la maglietta semplice nera con la giacca in pelle eh ? >>
Alzó gli occhi al cielo spazientita.
<< che dici di una maglia bianca ? >>
Arricciai il nasino scuotendo la testa.
Spalancò gli occhi.
<< come vuoi capo, io vado in cucina, dal profumo sono certa che tua madre abbia terminato i biscotti >>
Emily uscì furtivamente non chiudendo neanche del tutto la porta.
Mi sedetti sul divano di fianco la finestra e guardai l'albero in fiore che mi separava dalla finestra della camera di Owen.
Persa nei miei pensieri non feci caso alla luce che si accendeva e alla figura di quest'ultimo che passava dalla finestra raggiungendo il letto non più nella mia visuale.
Deglutì nascondendomi con le spalle al muro.
<< dannazione >> esclamai chiudendo gli occhi imbarazzata.

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