Capitolo 25

85 14 9
                                    

"Se hai un milione di dollari e non vivi nella gratitudine sei una persona davvero povera. Se hai davvero poco ma sei grato di ciò che hai, sei realmente ricco".
(Anthony Robbins)

Smanettai sul mio cellulare alla ricerca di tutti i siti possibili ed immaginabili di gossip per constatare se realmante la notizia fosse scomparsa.
Fortunatamente il pazzo snob aveva detto la verità, no che la buona riuscita di un suo ordine mi sorprendesse ma non mi avrebbe sorpresa al contrario una sua bugia.

Quel pomeriggio avevo partecipato al club di scrittura presieduto dalla Garcia, che non mostrava nessun cenno di simpatica neppure durante il suo corso, ma infondo pensai che sotto quella maschera da dura si nascondesse una ragazza non poi così malvagia con un potenziale ammirevole.

Lasciai il cellulare sul letto mettendo in una busta il vestito che profumava di lavanderia assieme alle Zanotti e gli orecchini con l'abbinato bracciale.
Non sapevo come arrivarci da Dayane, ne tantomeno sapevo se fosse possibile ritornarci in quella regìa, così, munita di busta, bussai alla porta di V. che fortunatamente era ancora in casa.
<< è in palestra >> annunció il taciturno Geremia , prima di dileguarsi in cucina.

Le tende, che coprivano le vetrate della piscina e la palestra, erano aperte mostrandomi chiaramente l'immagine di V. in pantaloncini sportivi che prendeva a pugni un sacco da box senza indossare i guantoni.
Il sacco scorreva lontano da lui ad ogni suo pugno, sestato con una potenza assurda.
Rimasi dall'altro lato del vetro e lui sembró finalmente notarmi fermando con una mano il sacco che non la smetteva di ciondolare.
Si asciugò il sudore con un asciugamano che portava attorno al collo afferrando una bottiglia d'acqua che finì del tutto.
Non andai da lui, aspettai che lui venisse da me una volta che avesse terminato.
<< la foto è sparita, quindi che vuoi ora ? >>
Allungai il braccio con la busta tra le mani.
<< sono venuta a portarti questi, è tutto ciò che mi ha dato Dayane >>
Fissò la busta senza afferrarla.
<< Dayane ha solo scelto, io ho finanziato, quindi quella roba è mia >>
Rimasi sorpresa dalla sua affermazione.
<< compri spesso abiti per una donna ? >> scherzai.
<< puoi tenerteli, non so che farmene >>
Scossi la testa poggiando la busta sul divano.
<< assolutamente no, gli ho anche portati in lavanderia assieme alla tua felpa >> mi coprì le labbra con entrambe le mani << ho dimenticato di portarti la felpa >>
V. alzó gli occhi al cielo per nulla sorpreso dalla mia sbadataggine dirigendosi verso la parte esterna dell'attico.
<< tienitela pure non indosso roba usata >> esclamò.
Lasciai la busta sul divano, per nessuna ragione al mondo avrei tenuto quella roba sopratutto se comprendeva dei gioielli, mi chiedetti invece come avesse potuto pagare tutto ciò, visto che non aveva un centesimo.

Lo raggiunsi all'esterno godendomi il panorama circostante, V. fissò per un attimo il mio volto prima di voltarsi, sedendosi su un poltrona in vimini e accendendosi una sigaretta.
Sul tavolino in vimini al centro erano disposte delle carte da gioco, ognuna appartenente ad un gioco differente in stile vintage, erano da collezione e lui le usava come centrotavola solo per il loro valore.
I miei pensieri però si concentrarono su altro, ovvero sulle mani di V., aveva le nocche arrossate ed accennó una smorfia di dolore muovendo il polso.
<< ti fa male ? >> gli chiesi indicandolo.
Non rispose, anzi decise di alzarsi per affacciarsi alla vetrata che circondava l'attico, con quel tipo di ringhiera sembrava quasi che non ci fosse nulla a reggerti e che si potesse ammirare lo skyliner sull'orlo di un precipizio.
Sul suo corpo era evidente anche un livido violaceo di fianco al tatuaggio che aveva sulle costole, allungai le dita prima di ritrarle sotto il suo sguardo minaccioso.
<< che fai ? >> mi chiese.
<< questi non te li sei fatti prendendo a pugni un sacco >> affermai.
<< il che ti preoccupa ? >> continuó.
Abbassai la testa poggiandomi con un fianco alla ringhiera in vetro.
<< pensavo solo che.. >>
<< che pensavi ? Che ne avremmo potuto parlare ? >>
<< curiosità >> esclamai sollevando il capo per poterlo guardare in volto notando un'espressione nuova.
In realtà non l'avevo chiesto per curiosità, avevo solo pensato che forse avesse bisogno di parlarne con qualcuno non tenendo conto del fatto che lui molto probabilmente non amasse parlare dei suoi problemi con la gente.
Nonostante la sua corazza sapevo che qualcosa lo turbava, la rabbia con il quale colpiva quel sacco senza provare dolore alle mani nude ne era stata la conferma.

MONEY Tutto ha il suo prezzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora