Capitolo 18

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"Non è una vergogna diventare ricchi. Ma è una vergogna morire ricchi."
(Andrew Carnegie)

Paige mi gettó un maglioncino attilato con gli omeri di fuori che aveva trovato nel mio armadio.
< questo è davvero sexy > esclamò.
Lo asservai notando che ci fosse ancora il cartellino.
< infatti non l'ho mai messa > commentai.
Continuò a frugare fino a trovare un pantalone in pelle a sigaretta, anch'esso nero.
< con questi saresti una favola >
Alzai gli occhi al cielo < si per prestare servizio sulla strada >
Mise una mano sul fianco < stasera decido io, ed io voglio che tu metta quella > indicó il minuscolo maglioncino a collo alto che giaceva per metà sul mio letto < con questi qui > sollevo i pantaloni < con il corpo che ti ritrovi dovresti vestirti così tutti i giorni della tua vita >
Sospirai afferrando il pantalone dalle sue mani.
Lei giró attorno al mio letto sollevando da terra una busta che aveva portato con se < che numero porti di scarpe  ? > mi chiese.
< 37 perché ? >
< fantastico > esclamò < ho notato che non hai scarpe col tacco e questo è un obbrobrio per il genere femminile >
Sfilò un paio di stivali sblusati color cammello con un tacco sottile non molto alto.
< avanti, questi qui per iniziare sono perfetti, adatti al contesto e all'outfit che ho creato per te >
Accettai, sapendo che non avrebbe accettato compromessi.
< stasera dovrai essere carina, ci saranno un sacco di bei ragazzi e tanto tanto alcool >
< sai che non mi interessa, neanche bevo >
Alzó gli occhi al cielo < non è l'atteggiamento adatto per una che deve rivendicare il suo territorio, di certo no se dall'altro lato c'è la capo tifoseria >
Mi sedetti sul letto guardandola con aria sofferente e lei mi venne accanto.
< e poi se sei riuscita a salire nell'auto di V. dopo che in mille ci hanno provato, non capisco di cosa ti preoccupi > continuò.
Feci di si con il capo, nonostante sapessi che la sua affermazione in realtà facesse riferimento a un' inutile messa in scena che non aveva portato a nulla.
Cercai di non pensare a quel pomeriggio, come già immaginavo le cose erano finite nel peggiori dei modi, ma non avrei dovuto demordere.
Me l'ero sempre cavata da sola e l'avrei fatto anche quella volta, non avevo bisogno di lui, ne tantomeno di qualsiasi altro finto ragazzo per raggiungere i miei obbiettivi.

Dopo solo un'ora però l' idea mi si ritorse contro, cambiando completamente la mia visuale sulla situazione e a tutto ciò faceva da sfondo un dolore ai piedi.
Strinsi le braccia al petto, palesemente a disagio.
< rilassati, sei uno schianto > disse Paige dandomi una leggera gomitata.
< wow > esclamò Stuart venendo verso di me con tra le mani un bicchiere di birra.
< siamo stupende stasera > continuò.
A tutto ciò Paige aveva aggiunto una lunga coda di cavallo perfettamente liscia e un rossetto sulle tonalità violacei, completando il mio look da battona.
< opera di tua sorella > gli risposi.
< ciò non toglie che tu sia stupenda indipendentemente da tutto > continuò Timothy, al fianco di Stuart.
Quello pareva essere un complimento o semplicemente un modo per provarci, ma non sapevo se fosse andato in porto come desiderava, in realtà non sapevo se mi avesse mai rivolto la parola fino ad allora.
Paige e Stuart abbassarono il capo all'unisono per nascondere la loro espressione divertita e ciò mi mise ancora di più a disagio.
Owen arrivó in compagnia di Sidney che sfoggiava un completino a righe bianche e rosa e molto probabilmente sotto la giacca non portava nulla a parte il reggiseno che sembrava stesse per scoppiare.
I due si avvicinarono a noi ed io inarcai più che potevo le spalle spiaccicandomi contro il bancone dietro di me .
Poco distante da noi dei ragazzi facevano un chiasso assurdo mentre giocavano a birra pong, tra di loro c'era Amber in coppia con Larry e i due pareva se la stessero spassando, già completamente ubriachi.
Paige non fece caso a loro, mi diede un pizzico per farmi raddrizzare non appena Owen e la sua  amichetta arrivarono al nostro cospetto.
Sentì lo sguardo di Owen su di me, mi percorse da cima a fondo fino ad accennarmi un semplice sorriso come saluto.
< ho sete, andiamo a prendere da bere > Sidney passó una mano sul petto di quest'ultimo che acconsentì senza pensarci due volte, entrambi si allontanarono verso il tavolo cosparso di bottiglie di alcool all'interno della confraternita.
Amber attraversó il verde raggiungendoci sulla mansarda, dopo aver scolato decine di bicchierini di birra.
Teneva tra le mani la pallina di stagnola che aveva utilizzato per giocare, ma la cosa che più di tutto mi colpì furono le sue labbra.
< ma che le è successo ? > sembrava l'avessero presa a pugni in faccia.
Paige rise < filler alle labbra, ci mette un po' per rassettarsi >
< io vado via > esclamò Amber rivolta verso l'amica.
< sei sicura, sei ubriaca persa. Non penso sia il caso di guidare in queste condizioni >
< potrei accompagnarti io > propose Stuart.
La bambola bionda lo fermò con un cenno della mano.
< sto benissimo > disse cercando di stare dritta sui tacchi vertiginosi.
Paige cambió espressione < come mai torni di già ? >
Amber arricciò il naso scostandosi una ciocca che le si era appiccicata sulla guancia < mi sto annoiando >
< non si direbbe > dissi tra me e me sperando che non mi avessero sentito.
Afferrò le chiavi della sua auto dalla borsetta Gucci e andò via sculettando dopo aver dato un bacio sulla guancia di Paige che ridusse i suoi occhi verdi in due piccole fessure.
Una volta che si allontanò Paige si voltó verso il tavolo di birra pong gettandosi una ciocca mossa all'indietro.
Stuart afferrò il polso della sorella attirandola a se.
< il tuo bicchiere è vuoto > disse sfilandoglielo dalle mani < andiamo dentro a riempirlo >
La sorella acconsentì, ritornando a sfoggiare il suo solito sorriso.
< io resto qui con Kendall > disse Timothy avvicinando uno sgabello e sedendomi di fianco.
I due svanirono nel nulla non appena udirono quelle parole.
< ti va di bere ? > mi disse avvicinandomi il suo bicchiere.
Owen uscì dall'interno della confraternita fermandosi sullo stipite della porta mentre parlava e beveva con Sidney in atteggiamenti molto intimi.
Sorrisi a Timothy, che ci stava palesemente provando con me, afferrando il suo bicchiere.
Owen sembró notarlo, poggió le spalle dall'altro lato della porta rivolgendo la sua attenzione verso di noi.
In quel momento sentì il cellulare squillare.
< scusami un attimo > dissi rivolgendomi a Timothy.
< tranquilla fai pure >
Mi sorprese trovare il nome di V. sul display, schiacciai il bottone di muto e lo rimisi in borsa.
< allora dove eravamo rimasti ? > continuai rivolta verso il ragazzo tutto muscoli difronte a me.
Il cellulare squilló ancora, ancora lui.
Riattaccai, ma dopo pochi secondi riprese a squillare incessantemente, cercai di non farci caso continuando a parlare ma pareva non essere la decisione migliore.
< penso ti stiano chiamando > disse Timothy indicando la mia borsa.
Se non avessi risposto avrebbe di sicuro continuato per tutta la sera.
< un attimo solo > afferrai il cellulare allontanandomi leggermente da lui.
< si può sapere che vuoi ? > sbraitai.
< quando ti ho detto di ignorare la gente, non intendevo che dovessi ignorare anche me, penso tu abbia preso la cosa troppo sul serio >
< come ci si sente ad assere ignorati ? > gli chiesi.
< non mi dirai che hai deciso di sostituirmi con quello lì > esclamò non facendo caso alla mia domanda.
Mi guardai attorno, come faceva a saperlo?
< ma tu.. > non mi fece finire la frase che interruppe la telefonata.
Guardai il cellulare sbigottita, centinai di chiamate per poi chiudermi il telefono in faccia.
Alzai le spalle tornado di fianco a Timothy che riprese la conversazione da dove l'avevamo interrotta.
Ad un certo punto la musica divenne più bassa, Timothy mi venne più vicino e lo sguardo di Owen divenne più insistente.
Risi, anche se non sapevo se realmente quello che aveva detto Timothy mi facesse ridere ma poi smise di parlare ed il caos cessò quasi del tutto.
< risata palesemente farla > sentì quelle parole alle mie spalle.
Rimasi lì ferma mentre Timothy si scostava da me.
Continuai a tenerli le spalle < che ci fai qui ? >
Mi afferrò un braccio facendomi voltare, come sempre con tutta la sua delicatezza.
Feci finta di non notare gli occhi su di noi.
Timothy se la filó.
V. si guardò attorno e tutto riprese il suo naturale corso.
< qui c'è solo alcool di merda giusto ? > commentó guardando il bicchiere che Timothy aveva dimenticato accanto a me, nella fretta di darsela a gambe levate.
< che ci fai qui ? > chiesi tra lo stupore e la rabbia che continuavo a nutrire nei suoi confronti dopo quel pomeriggio.
< sono o no il tuo accompagnatore ? > rispose come se nulla fosse.
Lo guardai di traverso afferrandolo per un braccio e portandolo via da tutto quel caos.
Misi le mani sui fianchi e lui sembró squadrarmi dalla testa ai piedi.
< hai detto che non saresti venuto >
< ho cambiato idea >
Sbuffai < e a cosa devo questo cambio di idea ? >
< mi servi ed io servo a te > rispose come se la cosa fosse scontata.
< non ho bisogno di te >
Bugiarda! Avevo assoluto bisogno di lui!
< ci stavi per caso provando con quello lì, scena assolutamente ridicola >
Spalancai gli occhi < ma da quanto sei qui ? >
Sfiló un pacchetto di sigarette dalla tasca del chiodo in pelle grigio < un po', circa da quando Amber è in auto >
Quelle parole mi lasciarono spiazzata, perché Amber era in auto ? Di sicuro non perché voleva riprendersi prima di guidare.
< come faccio a sapere che questa volta prenderai le cose sul serio ? >
< sono qui > esclamò.
Il che non faceva una piega per uno che in tre anni non aveva mai partecipato a simili feste, e lo dimostravano le facce dei presenti al suo arrivo.
Annuii < d'accordo, torniamo alla festa allora > mi voltai ma lui non mi seguì < mi stai per caso guardando il culo > esclamai rivolta verso di lui.
Rise dandomi una spallata e superandomi.
Lo raggiunsi < che hai da ridere ? >
Come prevedibile non rispose alla mia domanda continuando a fumare.
< quindi sono queste le super feste della confraternita > come al solito aveva una parola di troppo per tutto.
Larry lo raggiunse in compagnia di Timothy per salutarlo in nome della squadra.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie, si erano sentiti apprezzati da uno che aveva appena finito di disprezzarli.
V. gli guardò senza accennare ad alcun tipo di emozione prima di superarli con un cenno del capo.
Tutti gli occhi erano su di noi, disinvolto entró all'interno della confraternita sovrastando Owen e la sua ragazza.
Gli occhi puntati addosso sembrava fossero per lui una cosa assolutamente normale, si avvicinò al bancone dell'alcool e tutti fecero un passo indietro.
< troppo scontato per uno come te ? > scherzai.
Mi guardò di traverso afferrando una bottiglia di Vodka.
< sarebbe perfetto per una come te >
< io non bevo > esclamai.
Qualcosa mi diceva che non rimase per nulla sorpreso dalla mia affermazione.
< patetica e anche noiosa > commentó.
< smettila > dissi afferrando la bottiglia dalle sue mani e portandola con me all'esterno.
Sidney e Owen si allontanarono dopo essere stati spintonati.
< che vorresti fare con quella ? > mi chiese.
< voglio berla > esclami < se la bevi anche tu > continuai.
V. afferrò la bottiglia dalle mie mani svitandola, era ancora sigillata.
Guardai Owen e Sidney seduti in veranda, lei gli stava in braccio mentre ridevano animatamente.
< devi togliere lei dai piedi per poter arrivare a lui >
Guardai V. sospirando < non ho chance, non so come fare >
Gettó quel che rimaneva della sigaretta < è una passeggiata >
Lo guardai interrogativa, mi prese per il polso spingendomi verso un divanetto lì vicino.
Poggió la bottiglia sul tavolino difronte a noi ed inizió a guardare la ragazza sulle gambe di Owen.
< che stai facendo ? > gli chiesi avvicinandomi al suo volto.
Non rispose.
La ragazza sembró notare lo sguardo di quest'ultimo su di lei, fece un cenno ad Owen con il bicchiere scendendo dalle sue gambe.
V. mi guardò soddisfatto accennandomi un sorriso per poi alzarsi.
< sta ferma lì > mi ordinó.
Mi sedetti nuovamente cercando di capire che volesse fare.
Mi lasció lì ed entró all'interno della confraternita, sembrava stesse seguendo Sidney e ciò sapevo che non avrebbe portato a nulla di buono.
Paige e Stuart mi raggiunsero non appena mi videro lì tutta sola, che fremevo dalla voglia di seguirlo.
< Amber impazzirà quando verrà a sapere che V. è stato qui > esclamò Paige sedendomi accanto.
< e pare essere venuto per te > continuò Stuart < non sarà che c'è qualcosa tra di voi ? >
Scossi la testa.
< ma l'hai visto ? > commentai.
Guardai Paige e pensai a quello che mi aveva detto V., anche Larry sembrava essere scomparso.
Era palese che ci fosse qualcosa fra quei due, e che la cosa non andasse per nulla a genio a Paige, e Stuart sembrava essere a conoscenza di tutta la situazione.
In quel momento però a preoccuparmi era V. che pareva essere sparito nel nulla.
Owen sembró accorgersi dell'assenza persistente della cheerleaders, così si alzó anche lui andando all'interno.
Non ci stavo capendo nulla, sperai che non fosse quello che stavo pensando.
V. uscì poco dopo assieme a Sidney, la lasció allo stipite della porta dove la raggiunse Owen.
I due cominciarono a parlare animatamente tra di loro, come se stessero discutendo.
V. venne verso di me accendendosi un'altra sigaretta e con un bicchiere tra le mani.
Paige e Stuart si alzarono immediatamente, lasciandomi nuovamente lì tutta sola.
< mi puoi rendere partecipe di quello che fai ? > gli chiesi quando si sedette al mio fianco.
Bevve dal suo bicchiere e poi me lo passó < ho risolto un piccolo problema, dovresti ringraziarmi e spero che ora tu abbia capito che faccio sul serio >
Doveva avere davvero bisogno di me per fare quello che stava facendo, ma dovevo restarne fuori.
Afferrò la bottiglia e continuò < ora però dobbiamo festeggiare e per ringraziarmi dovrai bere >
Mi guardai attorno, Owen raggiunse i suoi amici senza Sidney che invece andò dal resto della squadra.

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