Capitolo 16: La terza sfida

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Y/n's pov
L

'ultima prova fu la più impegnativa:  gli Hero ci avevano spiegato che i primi 16 della classifica si sarebbero dovuto scontrare a turni di due per arrivare alla finale.
Iniziai subito ad andare in panico, ma mi tirai un po' su do morale quando vidi che la prima persona che avrei dovuto sfidare era una ragazza della 1B.

I primi scontri furono tutti abbastanza veloci e io riuscii a passare il turno insieme a Bakugou,  Todoroki e altri. Quando però controllai nella tabella chi sarebbe stato il mio prossimo avversario, capii che non sarei andata oltre: ero contro Todoroki.
Durante lo scontro tra lui e Deku era successo qualcosa, ma nessuno dei presenti capii di preciso cosa. Sentii solo i due che si urlavano contro e poi Shoto aveva usato per la prima volta la sua metà di fuoco.

-buona fortuna, y/n-chan!- Uraraka era stata battuta da Bakugou, ma aveva combattuto fino all'ultimo e neanche dopo la sconfitta si era lasciata abbattere. Dopo avermi rivolto qualche parola di incoraggiamento, mi abbracciò forte e tornò a sedersi vicino ai nostri compagni di classe. Tutti mi sorrisero e mi augurarono buona fortuna, ma sapevo che avevano anche loro non pochi dubbi sulle mie possibilità di vittoria.

Come volevasi dimostrare, dopo una mezz'ora buona di scontri, il "bastardo a metà", come lo chiamava Bakugou, riuscì a farmi oltrepassare la linea che delimitava il  campo da combattimento, segnando la mia inevitabile sconfitta. Non appena Present Mic ebbe annunciato il risultato, Todoroki mi si avvicinò e mi tese una mano per aiutarmi ad alzarmi
-tutto bene? Scusami, forse ho esagerato un po'.
-scherzi, Shouto? Sei stato fantastico, sono felice che finalmente tu abbia iniziato ad accettare entrambe le parti del tuo Quirk.
Alle mie parole il suo viso si rabbuiò, ma si sforzò comunque di sorridermi e mi fece le congratulazioni per avergli dato del filo da torcere.

Iniziava a girarmi la testa, forse per il troppo sforzo o forse per le urla e gli strepiti del pubblico, così decisi di non assistere agli ultimi incontri e di prendere un po'di aria e stare nel quasi completo silenzio del boschetto fuori dallo stadio.
Appena oltrepassai il cancello di entrata e inspirai a fondo mi sentii meglio.

Dopo qualche minuto in cui girovagai tra gli alberi osservando i fiori e le bacche dei cespugli, sentii un fruscio alla mia destra e una voce fredda, ma molto familiare.
-strano modo di incontrarci, non trovi... Figliola?

Mi bloccai di colpo, pietrificata.

No. No. No. Non può essere lui. No.

Mi mancava il fiato, non riuscivo a respirare, stavo tremando.
-non corri nemmeno a salutare tuo padre? Sono profondamente ferito...
- n-non... Non puoi...
-non posso essere io? Certo che sono io, y/n, guardami. Il tuo caro paparino è tornato a cercarti.
Lentamente alzai lo sguardo e lo posai su quel viso così familiare e al tempo stesso sconosciuto. Ovviamente era davvero mio padre, ma qualcosa nei suoi occhi mi faceva capire che non era più lui.
Trassi un profondo respiro e cercai di parlare con voce più ferma possibile
-cosa ci fai qua?
-era da un po' che cercavo di mettermi in contatto con te, y/n. Poi, qualche giorno fa, mi è giunta voce del festival sportivo della Yuuei. Ed ero certo che la mia y/n sarebbe entrata in quella scuola. Hai sempre voluto essere un Hero, e sapevo ci saresti riuscita. Ma ora, tesoro, è il momento che abbracci la tua vera natura e passi dalla mia parte.

Cosa?

-cosa? Dovrei diventare una Villain come te?- non poteva essere serio. -te ne sei andato di casa anni fa e non ti sei più fatto sentire da allora, e adesso vuoi che io torni da te e diventi cattiva? Sai benissimo che non lo farò mai.
-in te scorre il mio sangue, tu sei come me. Devi solo capirlo. E io ti aiuterò a farlo.
Detto questo mio padre iniziò ad avanzare verso di me con passo lento ma deciso.
Ero ancora bloccata lì, non riuscivo a muovermi, anche se sapevo di dover agire.

Y/n muoviti! Fai qualcosa, andiamo

Niente. Ormai era a pochi passi da me, ma l'unica cosa che riuscii a fare fu chiudere gli occhi e stringere i pugni.

-vedrai che è molto più divertente essere cattivi... Ma cosa?-
Sentii un rumore provenire da dietro alcuni cespugli, ma tenni gli occhi chiusi. A un tratto mi accorsi che l'aria iniziava a puzzare di fumo e sentivo qualcosa vicino a me bruciare.
Finalmente riuscii a sbloccarmi. Aprii gli occhi e iniziai a indietreggiare per spettacolo che mi si presentò davanti: il boschetto era pieno di fiamme non arancioni, ma di un azzurro acceso; l'aria era ormai quasi irrespirabile e non vedevo da nessuna parte. Sentii delle voci, come se qualcuno stesse lottando, quindi decisi di seguirle e vedere che succedeva.

-brutto pezzo di merda, cosa pensi di fare? Stalle lontana- era la voce di...
-Dabi?- non potevo credere ai miei occhi. Il ragazzo era davanti a me sopra mio padre e lo stava prendendo a pugni. Quando lo chiamai si voltò verso di me, sempre tenendo il suo avversario ben fermo a terra.
-vai via, me la cavo da solo- ma non appena ebbe finito la frase, mio padre gli sferrò un calcio su un fianco e lo fece cadere di lato e sbattere addosso a un albero.

Ormai le fiamme erano dappertutto, non avevo tempo di fronteggiare il mio incubo peggiore E scappare. D'impulso mi lanciai verso Dabi e mi misi il suo braccio intorno al collo per tirarlo su. Vidi vicino a me una parte di un tronco di un albero caduto e con il mio Quirk lo lanciai addosso a mio padre, facendolo ricadere a terra.

-andiamo fuori di qui- dissi trascinando il ragazzo non del tutto cosciente.
Quando fummo fuori vidi che il fuoco aveva attirato diversi Hero fuori dallo stadio. Mi bloccai di colpo e cambiai strada, dirigendomi verso la strada per evitare che vedessero Dabi.

Lentamente e faticosamente riuscimmo a raggiungere un parco che, nonostante fossero le 17 del pomeriggio, era completamente vuoto, fatta eccezione per un paio di gatti randagi e qualche scoiattolo.
Feci distendere Dabi su una panchina vicino alla grande fontana al centro del parco.
Mi tolsi la giacca della tuta e la impregnai di acqua per rinfrescargli il viso e pulirgli le ferite.

Dopo una decina di minuti si riprese e, quando si fu messo seduto, iniziò a fissarmi.
-che c'è?- dissi, voltando lo sguardo dall'altra parte

I suoi occhi...

-hai un taglio sulla guancia sinistra.- mi disse, prendendo la mia giacca e usando una manica per pulirmi il viso.
-grazie..- dissi cercando di non sembrare imbarazzata.
-Dabi... Perché sei venuto a salvarmi? E come facevi a sapere dove fossi? E come sapevi che mio padre sarebbe venuto a cercarmi?
-mi fai venire il mal di testa con tutte queste domande- appoggiò la giacca e si prese la testa tra le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
-in breve, sono riuscito a trovare qualcuno che conoscesse tuo padre e ho iniziato a seguirlo per scoprire cosa facesse.
-ahh...
-che c'è? Mi avevi chiesto tu di aiutarti.
-no, cioè si, lo so.. non mi aspettavo lo avresti fatto fino a questo punto.
-tsk, prego comunque.
-Grazie..

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