Capitolo 47

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Non era semplice, per niente. Sapevo quanto mio padre potesse essere astuto e sicuramente la Granger non sarebbe stata con lui domani sera. Ogni azione doveva essere ponderata, niente di avventato o improvviso. Il piano doveva essere semplice ma complicato allo stesso tempo. Bisognava ingannare non solo mio padre ma anche i suoi stupidi seguaci. E quella sarebbe stata la parte più complicata perché non sapevamo quanti potessero essere. E sicuramente non sarebbero stati tutti vicino a lui, ma sparsi per il perimetro attorno. La McGranitt ebbe la brillante idea di avvisare Azkaban. Sarebbero venuti in nostro "soccorso" i Dissennatori. Avevano l'ordine di non avvicinarsi alla zona fino a che la Preside non avrebbe fatto loro cenno. Avevo però chiesto che mio padre non fosse toccato: doveva portarmi dalla Granger prima di essere catturato. Forse questa sarebbe stata la parte più difficile, ma lui da solo sarebbe stata una preda facile. La codardia l'avevo ereditata da lui. Ma io ero deciso a cambiare. Non potevo negare di avere paura, ma non per me, no. Avevo paura per lei. Non mi importava della mia vita, sarei potuto morire: l'importante era che lei fosse in salvo. Non avrei mai pensato che una cosa del genere potesse accadere ma ormai era così.

Il piano era il seguente: sarei andato all'appuntamento apparentemente da solo, avrei avuto Harry e Blaise al mio fianco sotto il mantello dell'invisibilità. Ron e Pansy sarebbero stati alla mia sinistra dietro i confini magici e alla mia destra Ginny e Hagrid. Gli altri professori tutti dietro la McGranitt. La cosa positiva era che i confini magici non permettevano a chi era all'esterno di poter vedere all'interno. I Dissennatori sarebbero stati ai margini in attesa. Il Professor Lumacorno si era offerto di portare con lui la sua scorta di Veritaserum in caso fosse servita. Io avrei dovuto recitare la mia parte fino all'ultimo. Una volta messi fuori fase i Mangiamorte, avrei dovuto disarmare mio padre e utilizzare l'Imperius su di lui per farci guidare da Hermione. Avevamo analizzato ogni minimo dettaglio ed eravamo preparati. Almeno loro lo erano. Avevano sconfitto Voldemort. Finimmo a notte fonda e tutti si diressero nei propri dormitori. Io no. Mi fiondai in cortile e fissai a lungo il cielo stellato. Mille pensieri mi frullavano per la testa. Improvvisamente sentì una mano posarsi sulla mia spalla. Sobbalzai dallo spavento. Mi girai e rimasi sbalordito da chi mi ritrovai davanti. Tutti mi sarei aspettato tranne che lui. Harry. <<Non preoccuparti, la salveremo.>> Disse. Deglutì. <<Come fai ad esserne così sicuro?>> Risposi con la voce tremante. <<Lo so e basta. Ascolta io e te non ci siamo mai sopportati, mai piaciuti, a tratti odiati. Soprattutto negli ultimi anni. Ma so che stai facendo di tutto per cambiare. La Guerra ha lasciato un segno indelebile su tutti noi. Nessuno escluso. E anche se avrei voluto ucciderti ho poi capito perché lo hai fatto. E non perché me lo hanno spiegato, ma perché probabilmente per salvare la mia famiglia, disastrata o meno, avrei fatto anch'io la stessa cosa. O magari no. Diciamo che con te è stato più semplice perché purtroppo eri solo. E dopo quella maledetta notte mi sono ripromesso che nessuno avrebbe dovuto patire la solitudine. Questo non vuol dire che ti abbraccerò o cose simili. Semplicemente sappi che ora non sei più solo e non lo sarai mai più.>> Rimasi di stucco. Non mi sarei aspettato niente di tutto questo. Non ero nemmeno convinto di meritarmelo. Alla fine la Granger era in pericolo per causa mia. <<Grazie.>> Risposi semplicemente. Ed era un grazie sentito, provato. Non saremo mai stati amici probabilmente, ma sapere di avere qualcuno al mio fianco mi diede il coraggio che non avevo mai avuto. Quel coraggio di impormi nelle decisioni di mio padre. Quel coraggio di mettermi contro mio padre. Quel coraggio che se solo lo avessi avuto un anno prima a quest'ora tutto questo non sarebbe accaduto. Harry mi diede un'altra leggera pacca sulla spalla e si allontanò all'interno del castello. Sospirai a lungo e poi decisi di rientrare anch'io.


Ore 09.00 p.m.


Mancava solo un'ora all'appuntamento. Se ero pronto? Dovevo. Dovevo trovare quel coraggio che non ho mai avuto. Tutto solo per riportarla a casa. Stavamo discutendo sugli ultimi dettagli ma ormai tutto era pronto. Blaise mi si avvicinò e mi mise un braccio attorno alle spalle. <<Dai Draco, fai vedere a tuo padre di che pasta sei fatto. Fagli vedere quanto tu sia diverso da lui. Perché lo sei. Noi siamo qui con te, non scordarlo.>> Mi sussurrò così da poterlo sentire solo io. Poi si allontanò. <<Malfoy.>> Mi girai riconoscendo la voce della Preside. <<Stanotte saremo di nuovo tutti qui. È una promessa.>> E mi sorrise. Era quello che speravo. A troppe morti avevamo assistito. Ora era il momento di chiudere il cerchio. "Granger sto.. stiamo arrivando. Resisti." Pensai mentre varcavamo la soglia del portone principale del castello.




Eccomi!! Scusate ma mi sono presa una piccola pausa durante queste feste. Ormai manca poco alla fine. Siamo alla resa dei conti finale. Finalmente Draco non è più solo. Spero vi piaccia. Un bacio e grazie a chi è rimasto fino ad ora. 

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