Capitolo 36

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Draco's pov


Ero appoggiato al muro che l'aspettavo. Nel silenzio sentivo solo i battiti del mio cuore. Avevo paura che potesse aver cambiato idea o che qualcosa l'avesse trattenuta. Ma poco dopo sentì il suono di passi, alzai lo sguardo da terra e la vidi. Era bellissima. Indossava una gonna bianca che le arrivava a metà coscia e una maglietta a righe bianche e blu. Avevo la bocca aperta in segno di stupore. Sembravo coglione ma non me ne importava. Man mano che si avvicinava il mio cuore impazziva. <<Ciao Granger, pensavo non venissi più.>> Le dissi. <<Ciao Malfoy. No, ho solo aspettato che Gazza fosse lontano per uscire.>> Mi rispose. <<Seguimi.>> E la presi per mano conducendola davanti al muro. <<Chiudi gli occhi e immaginati una stanza. Immaginala come più ti piace.>> E così fece: chiuse gli occhi e la vidi corrucciare la fronte immersa nei suoi pensieri. Poco dopo il rumore di una porta che appariva nel muro la risvegliò dal suo stato catatonico. Ci apprestammo ad avvicinarci e poi aprendole la porta, da vero gentiluomo, la feci accomodare con me subito dietro. La stanza aveva le pareti scure, vi era un caminetto acceso con davanti un enorme tappeto bianco pieno di cuscini. A fare luce c'erano solo delle candele sparse. Era semplice ma raffinata, proprio come lo era lei. Si girò verso di me e mi guardò. Ricambiai lo sguardo per un tempo indefinito. Poi decisi di prenderla di nuovo per mano e andare a sederci su quel bellissimo tappeto. Rimanemmo entrambi a fissare per un po' il cammino. Poi a rompere il silenzio fu lei. <<Come mai siamo qua?>> <<Volevo stare un po' da solo con te. Perché? Non ti va?>> Risposi. <<No assolutamente. È che... non capisco. Cioè, perché vuoi passare del tempo con una come me?>> <<Ti sottovaluti, come al solito, Granger. Se questo è un modo carino per chiedermi se il mio scopo è quello di portarti solo a letto ti rispondo subito. No, non nego che mi piacerebbe un sacco, ma non è la mia priorità in questo momento. Tu sei diversa.>> <<Diversa? In che senso?>> <<Non lo so nemmeno io. Non te lo so spiegare, ma con te mi sto comportando in un modo che con nessuna ho mai fatto. Non mi è mai importato cosa pensassero davvero le donne, a me importava portarmele a letto, soddisfare i miei e i loro desideri e poi basta.>> <<Sei sempre stato uno stronzo da quando ti conosco. Perdonami per queste mie curiosità, ma non puoi biasimarmi dopo tutto quello che è successo.>> <<Lo so e se penso al passato mi faccio schifo. Anzi solo a guardarmi allo specchio provo ribrezzo. Solo quando sono con te mi dimentico per un attimo chi sono.>> Mi scappò questa confessione e non potei che non essere in evidente imbarazzo. Lei si avvicinò a me mettendosi in ginocchio di fronte al mio viso. Con una mano mi accarezzò la guancia. <<Io ho scelto di essere qui con te stasera nonostante tutto. Perciò: si sei uno stronzo ma sei anche un essere umano con dei sentimenti, che per quanto cerchi di nasconderli, io so che dentro di te...>> Non le feci finire nemmeno la frase che la baciai. Avevo bisogno di quel contatto, delle sue labbra morbidissime contro le mie, dei nostri respiri che si univano, dei nostri sapori che si mischiavano, delle nostre lingue che si cercavano. La tirai su di me e la feci sedere in braccio. La tenni stretta con una mano sulla schiena mentre l'altra le accarezzava il viso. Le sue mani erano dietro il mio collo che giocavano con i miei capelli. Brividi. Brividi ovunque. Mi staccai dalla sua bocca e scesi con le labbra sul suo collo. Lei in tutta risposta buttò la testa all'indietro per darmi più accesso. La volevo. La desideravo.


Hermione's pov


Appena arrivai vicino a lui mi salutò e io contraccambiai. Poi mi condusse prendendomi per mano davanti ad un muro e mi disse che avrei dovuto chiudere gli occhi e immaginarmi una stanza. Decisi che fosse il più semplice possibile. Circondata da pareti scure, un caminetto acceso al centro, un grosso tappeto e parecchi cuscini. Qualche candela qua e là per far luce e basta. Poco dopo sentì il rumore di una porta. Ancora una volta mi condusse all'interno della stanza. Rimanemmo a fissarla per un po' e poi mi decisi a guardarlo. Quanto era bello e dannato però. Ci andammo a sedere davanti al camino e restammo ancora una volta in silenzio a contemplare quell'angolo di pace. Decisi poi di interrompere il tutto e iniziai a parlare. Avevo delle domande da porli e avrei preteso delle risposte. Il mio cuore le pretendeva. Dopo qualche discorso iniziò a sminuirsi e io presa dalla "sindrome della crocerossina" mi inginocchiai di fronte a lui e passai ad accarezzarli il viso. Mentre stavo parlando lui mi interruppe baciandomi. Ricambiai immediatamente. Era così dannatamente perfetto. Pericoloso, ma perfetto. Mi fece sedere sopra di lui continuando a baciarmi. Poi passò a baciarmi il collo e lì capì. Capì quanto ogni singola cellula del mio corpo lo desiderasse. Quanto lo volesse. 







Eccomi. Ho deciso di dividerlo in due parti questo capitolo per far capire bene cosa provano entrambi. Quindi si, il prossimo sarà molto spinto. Spero vi piaccia. Un bacio.

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