Capitolo 17

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Hermione's pov

Sentì la sua mano scivolare lungo la mia coscia e fermarsi all'orlo della mia gonna, la sua bocca mi stava torturando il collo. Mi irrigidì. Non so nemmeno per quale stupido motivo lo stessi facendo. Il suo tocco mi piaceva, mi stava regalando sensazioni mai provate, eppure in un impeto di lucidità mi resi conto di quanto quella situazione fosse sbagliata. Io, lui, i nostri corpi, le nostre labbra che si cercavano, i nostri respiri che si univano. Trattenni il respiro in preda al panico. Non sapevo cosa fare. Dovevo fermarlo ma non ci riuscivo, o meglio, non volevo. Ma lui probabilmente si rese conto di qualcosa che non andava e si fermò. Con ancora l'affanno mi chiese se qualcuno avesse mai provato a toccarmi. Scossi la testa. Era così ovvio. Questo era il mio primo vero bacio, come poteva qualcuno aver già avuto accesso al mio corpo? Sentì subito che il calore che provavo pochi secondi prima si era dissolto così come il suo corpo si era allontanato da me. Mi urlò contro di andarmene. Il tono di voce era carico di rabbia, di disprezzo, di odio. Mi spaventai. E senza rendermene conto mi scesero delle lacrime che provai inutilmente a ricacciare indietro. Corsi fuori dalla sua stanza e dal dormitorio pregando che non avesse notato le lacrime. Appena fui fuori mi appoggiai al muro e piansi. Avevo la vista appannata ma per paura che lui potesse uscire da un momento all'altro, corsi più in fretta che potevo, lontano da lui, lontano da tutto. Me ne fregai delle regole, me ne fregai della possibilità di essere vista da Gazza, me ne fregai della McGranitt. Non avevo nessuna intenzione di chiudermi dentro la mia stanza, sarei sicuramente impazzita soffocata da quattro mura. No. Andai nell'unico posto dove mi sentivo bene, dove mi sentivo in pace. Quando ci arrivai mi sedetti per terra e mi portai le mani in faccia. Urlai a pieni polmoni, ero lontana dal castello perciò sapevo di poterlo fare. Ero sulla riva del Lago Nero. Perché stavo così male? Perché mi faceva stare il male il fatto che mi avesse brutalmente sbattuto fuori da camera sua? Perché bramavo le sue mani sul mio corpo? Cos'era cambiato in poche ore? Certo lo detestavo, forse anche più di prima, ma lo volevo. Avevo, per la prima volta in vita mia, bisogno di lui. Lo desideravo disperatamente. Iniziò anche a piovere e si alzò un venticello fresco ma non mi importava. Rimasi lì in quella posizione con le lacrime che continuavano a rigarmi le guance.

Draco's pov

Sentivo una stretta allo stomaco, una sensazione nuova per me. Mi sentivo perso, disorientato. Non mi era mai successo. Mi sentivo una merda. Perché ferivo sempre le persone? Perché per una cazzo di volta non potevo lasciarmi trasportare dal momento? Sempre così rigido, freddo, indisponente, chiuso. Sempre così odioso. Quella piccola Granger mi stava facendo perdere il lume della ragione. Il solo starle accanto mi provocava un'infinità di sensazioni. Da una parte volevo, come del resto è sempre stato, ucciderla, mentre dall'altra volevo che fosse mia, volevo possederla. Bramavo dalla voglia di toccarla, di baciarla, di sentirla gemere, di vederla ansimare dal piacere, di vederla nuda. Il suo corpo, il suo profumo, i suoi modi di fare mi mandavano in estasi. Ma ormai avevo combinato un casino. Probabilmente era meglio così, avevo paura di quello che stavo provando e dovevo fare in modo che tutto ciò non accadesse più. Stupido orgoglio, tipico dei Malfoy.

Passai la notte in bianco. Mi feci una doccia, mi vestì e mi diressi a fare colazione. Avevo l'ansia di incontrare quegli occhi, di lavorare con lei, di poter perdere il controllo e farla mia seduta stante. Ma dovevo resistere. Indossai la mia solita espressione sul viso e entrai in Sala Grande. Con mio stupore non la vidi seduta al suo posto, ma non mi soffermai più di tanto. Probabilmente aveva già fatto colazione. Sorseggiai il mio latte e poco dopo mi si parò di fronte Hagrid chiedendomi di seguirlo, come sempre. Arrivammo nel cortile e vidi Hagrid cercare qualcosa, o meglio, cercare qualcuno. Poi si girò verso di me e mi chiese. <<Draco hai visto Hermione?>> deglutii. <<No.>> risposi. Lo vidi sparire dietro le porte d'ingresso e tornare subito dopo. Mi disse di aver avvisato la McGranitt per andare a controllare che non si fosse addormentata o peggio, sentita male. Aspettammo circa 10 minuti prima dell'arrivo della professoressa e del Signor Gazza visibilmente preoccupati. <<La Signorina Granger non è presente nel suo dormitorio e la Signora Grassa non l'ha vista rientrare questa notte.>> disse tutto d'un fiato la McGranitt. Poi si rivolse a me. <<Signorino Malfoy ieri sera durante la ronda è successo qualcosa? Ha visto la Signorina Granger allontanarsi dal castello o recarsi da qualche parte all'interno di esso?>> Scossi la testa. Ma una brutta sensazione si fece largo dentro di me. "E se avesse tentato di..." Non continuai nemmeno il pensiero che lo scacciai via. Non poteva essere. La Preside radunò il corpo insegnanti e poi ci dividemmo alla ricerca della studentessa. Dovevo rimanere lucido e concentrarmi su dove potesse essere. Ma come facevo? Non la conoscevo nemmeno. Non sapevo niente di lei, se non l'essenziale. Non sapevo cosa le piacesse fare nel tempo libero, quali fossero i suoi posti preferiti. Niente che potesse aiutarmi, darmi un indizio. Mi diressi verso il Lago. Non sapevo il motivo di questa mia decisione ma qualcosa mi diceva che l'avrei trovata lì. Camminai a passo spedito e più mi avvicinavo, più il mio cuore accelerava. Inizia a sudare freddo. Avevo paura avesse commesso una sciocchezza. Quando fui abbastanza vicino da scrutare una figura che giaceva sulle foglie rallentai. Quando fui ad un metro da lei mi accorsi dei vestiti bagnati. Aveva piovuto stanotte, segno che l'aveva passata lì. Con cautela mi abbassai e la scrollai piano, quasi per paura di romperla. Sentì un mugolio. Era viva! Senza rendermene conto l'abbracciai fortissimo. La sentì muoversi e capì che da lì a poco si sarebbe svegliata. Ma non la mollai comunque. Sentì che si stava dimenando, segno che era cosciente e che aveva compreso chi ero. Provò a spingermi via, a tirarmi dei pugni sul petto, ma io continuavo a stringerla. Quando si fu leggermente calmata le sussurrai all'orecchio con voce fievole un mi dispiace e sentì il suo corpo contrarsi per poi rilassarsi e ricambiare l'abbraccio. Sarei rimasto in quella posizione per sempre. Per una sola volta avevo ascoltato il mio cuore e non la mia mente. E, per quanto mi costasse ammetterlo, mi sentivo bene. 





Eccoci. Non credete che Hermione lo perdoni così facilmente a Draco, anzi. Ne vedremo delle belle. Spero vi piaccia e mi scuso, come sempre, per gli errori. Un bacio.

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