Capitolo 20

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Hermione's pov


Scesi dal tavolo, mi ricomposi e mi sedetti di nuovo a leggere. Avevo bisogno di distrarmi ma fu impossibile. Ripensavo alle sue mani, alle sue labbra, al suo profumo. Chiusi il libro, lo riposi al suo posto e tornai in camera mia. Mi spogliai e mi buttai sotto la doccia. I miei nervi a contatto con l'acqua tiepida si rilassarono. Mi portai istintivamente una mano sulle labbra e mi appoggiai al muro. Perché lo volevo così tanto? Ma poi, in realtà vista la mia inesperienza, cos'è che volevo? Certo, a livello teorico sapevo tutto, ma a livello pratico no. Non sapevo le sensazioni, non sapevo cosa avrei dovuto fare, come fare. Però sentivo che il mio corpo aveva bisogno di lui, del suo contatto. E questa cosa mi faceva paura. Paura perché era nuova per me. Paura perché sapevo già come sarebbe andata a finire. Paura perché a lui interessava il mio corpo e non il mio cuore. Ma cosa voleva davvero il mio cuore? Non potevo sfogarmi con nessuno, nemmeno con Ginny, che per quanto fossi sicura non avrebbe di certo approvato, però mi avrebbe aiutata a fare chiarezza. Lei era ormai esperta, stava da tanto con Harry e di sicuro non parlavano e basta quando si chiudevano in camera. Arrossì al solo pensiero. Era pur sempre il mio migliore amico con la mia migliore amica. Finì di lavarmi, mi avvolsi nell'asciugamano e mi diressi verso il mio armadio. Mentre frugavo alla ricerca di una mutandina e un reggiseno mi capitò fra le mani un completino che mi aveva regalato proprio Ginny il Natale scorso. Era tutto in pizzo bianco. Mi ricordo che quando l'aprì rimasi scioccata e viola dall'imbarazzo ma la ringrazia per avermelo dato in separata sede e non davanti a tutta la sua famiglia. Non l'avevo mai messo, anche perché non era né il mio genere e né avevo avuto occasioni per indossarlo. Stavo per rimetterlo al suo posto quando lo ripresi e decisi di indossarlo. Non so perché lo feci, o forse lo sapevo ma non volevo ammetterlo. Il reggiseno era fatto a baldacchino proprio come piaceva a me, mentre le mutandine erano delle culotte che lasciavano poco spazio all'immaginazione. Misi poi un jeans e una camicetta a fiori. Mi legai i capelli in una coda alta e senza rendermene conto si era fatta ora di cena. Mi guardai allo specchio e notai che la camicetta era un tantino scollata e troppo stretta sul seno, ma era tardi e decisi di lasciarmi vestita così. Forse lo feci apposta. O forse no. Stranamente avevo fame quella sera quindi mi diressi a passo spedito verso la Sala Grande.


Draco's pov


Si era fatta ora di cena. Mi lasciai il pantalone di tuta e mi misi una t-shirt nera. Uscì dal dormitorio e arrivai in Sala Grande che ancora non vi era praticamente nessuno. Non che mi importasse, infatti il mio sguardo sfrecciò subito verso il suo tavolo. Non c'era ancora. Andai ad accomodarmi al mio posto. Con fare annoiato mi appoggiai con i gomiti al tavolo, una mano sorreggeva la mia testa appoggiata al mento mentre l'altra picchiettava con fare nervoso sul tavolo. Poi improvvisamente la porta si aprì ed entrò lei. Cercava inutilmente di apparire disinvolta ma nascondeva con quelle sue braccia esili la camicetta troppo succinta e lo scollo troppo evidente. Mi voleva morto. Serrai le mani in pugno. Sentì qualcosa muoversi ai piani bassi ma cercai di mantenere il controllo. Anche se lei con quella camicetta lo stava mettendo a dura prova. I nostri sguardi si incrociarono per una frazione di secondo. Il mio cuore perse un battito. Il respiro era mozzato. Abbassai subito lo sguardo, avrei voluto evitare di farlo, ma avrei rischiato di balzare su di lei e strapparle quell'indumento senza ritegno. Cercai di aggrapparmi miseramente al mio autocontrollo e pensai ad altro. La cena venne servita e mi concentrai esclusivamente sul cibo che avevo davanti. Mangiai per la prima volta tutto dopo mesi. Poi d'un tratto mi ricordai: avremo dovuto fare la ronda insieme. Io, lei e quella dannata camicia. Eh vabbè ma allora ditelo se era una congiura contro di me. Da una parte sperai che la cena non finisse mai, dall'altra invece non vedevo l'ora di stare da solo con lei.


Hermione's pov


Mangiai tutto quello che c'era per cena. Di tanto in tanto alzavo lo sguardo verso il suo tavolo. Sembrava pensieroso, nervoso più che altro. Poi mi ricordai della ronda e di ciò che stavo indossando e avrei voluto uccidermi. La cena si concluse e subito dopo arrivò il Signor Gazza. Ci condusse fuori dalla Sala e ci rispiegò ciò che avremo dovuto fare, raccomandandosi con me di non allontanarmi più dal castello come la notte passata. Annuì distrattamente. Ci salutò e insieme a Mrs Purr, la sua fedele gattina, si avviarono dalla parte opposta alla nostra. Calò un silenzio inquietante. Nessuno dei due parlava. Ci avviammo a fare il nostro giro di perlustrazione. Era angosciante quel silenzio ma non avevo il coraggio di parlare. Eravamo quasi alla fine del nostro giro quando mi fermai. Non ne potevo più. <<Draco...>> Per la prima volta lo chiamai per nome. Lui si girò e mi guardò, anzi squadrò, in attesa che continuassi. Ma invece di parlare annullai le distanze che ci separavano. Mi alzai in punta di piedi, mi aggrappai al suo collo e lo baciai. Lo sentì un attimo irrigidirsi, forse non se lo aspettava e a dirla tutta nemmeno io. Poi ricambiò il bacio. Con una mano mi teneva per il fianco mentre con l'altra stringeva la mia coda. Dischiusi le labbra e la sua lingua fece capolino nella mia bocca in cerca della mia. Ci baciammo per un tempo indefinito. Poi ci staccammo, rimanendo però fronte contro fronte. Con gli occhi chiusi e il respiro corto parlai. <<Insegnami. Insegnami a lasciarmi andare. Insegnami a provare e a regalare piacere. Insegnami, ti prego.>> Lo stavo supplicando ma era ciò che volevo. E lo volevo da lui e con lui.




Dal prossimo capitolo ci saranno scene più spinte. Finalmente questi due si stanno lasciando andare. Ma non sarà sempre rosee fiori. Spero vi piaccia e mi scuso per eventuali errori. Un bacio.

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