Seven

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La domenica era il giorno che Jungkook preferiva in assoluto: aveva tempo per fare ciò che preferiva. Poteva andare al parco o sul corso del fiume e semplicemente perdere tempo, perdersi nel vento, come se avesse potuto smaterializzarsi da un momento all'altro. 

Si trovava seduto sul prato, tra il freddo dell'erba, e stava leggendo. Eppure, oggi davvero non riusciva a concentrarsi. C'era qualcosa che non andava, lo sentiva, e non riusciva a stare calmo. Forse, era per la frastornata serata del giorno prima. 

Tornato a casa che erano quasi le dieci, aveva indossato rapidamente la divisa, era uscito il prima possibile per evitare di incontrare suo padre, e aveva imboccato le strade fredde di sera, dirigendosi di nuovo verso la fermata del pullman.

Era già in ritardo. Per fortuna il pullman passò piuttosto presto. 

Si, era decisamente stata una serata stancante.

Jungkook si sdraiò sull'erba, abbandonando il libro accanto a sè. Chiuse gli occhi e cominciò a sognare.

Jungkook non avrebbe voluto fare altro se non stare così per sempre. Ed era tutto perfetto: era ancora troppo freddo per portare i bambini al parco o per star fuori tutto il giorno per un pic nic, quindi, eccetto che per pochi che stavano facendo jogging e ogni tanto rompevano il silenzio, per il resto c'era un silenzio assoluto che conciliava il riposo. 

'Non vorrei alzarmi mai più.' 

Il lunedì mattina arrivò troppo presto, e colpì Jungkook come un pugno in pieno viso. Alla fermata non trovò neppure Tae, e pensare che lui ci andava apposta apposta, dato che neppure frequentava la scuola.

Forse però era solo troppo presto; e faceva davvero freddo: sicuramente Kook non avrebbe aspettato il ragazzino lì, con il serio rischio di congelarsi.
Ormai sapeva bene quanto tempo avesse a disposizione prima di cominciare a sentire le mani atrofizzarsi.

Splendido, la giornata era iniziata male. Prese il pullman e scese alla fermata del supermercato. Gli avevano affibbiato alcune compere da fare per il ristorante.

Fissò la lista cercando di farsi un'idea, e si diresse verso il primo reparto. Mise nel carrello sei sacchi di farina, poi si spostò verso il reparto frutta e verdura e pesò le sei radici di zenzero richieste. Imbustò e mise nel carrello. Tutto stava andando liscio, sebbene Kook odiasse fare la spesa.
Il problema vero sarebbe stato capire come portare tutti questi sacchi in pullman, ma okay.

Fu mentre sceglieva lo zucchero, che successe il finimondo. 

"Amico mio! Come stai?"
Un braccio gli si avvolse attorno alle spalle. Jungkook ebbe in un primo momento un terribile colpo al cuore, con un istinto di fight or flight istantaneo, poi si rese conto della voce e di chi ne era il proprietario, e rabbrividì. 

"Toglimi la mano dalla spalla, disgustoso essere umano." Jungkook se lo scrollò di dosso.

"Ma dai, è così che tratti i vecchi amici?" Gli chiese l'altro facendo un musetto implorante e avvicinandosi di un passo alle labbra di Jungkook.

Jungkook lo spinse via mettendogli entrambe le mani sul petto: "Io e te non siamo amici."

Lui fece un passo indietro, ma subito la sua lingua tagliente tornò all'attacco.

Gli si avvicinò di nuovo, e stavolta Kook non potè fare nulla, quando quello gli arrivò all'orecchio a parlargli: "Ah si? Sbattermi però ti piaceva." E gli leccò un lobo.

Jungkook sentì un brivido per tutta la colonna vertebrale, ma si impose di non muoversi di un millimetro e di non dare nessuna soddisfazione al ragazzo davanti a lui.

Save me : TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora